lunedì 1 dicembre 2014

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


SELVATICI COME UN GATTO


Clay Carmichael, illustratrice americana, ci ha regalato il suo esordio nella narrativa, tradotto per noi dalle Edizioni San Paolo: si tratta di Creature selvatiche, romanzo dedicato alle lettrici e ai lettori sopra i dieci anni.
Per certi versi è una storia molto americana, perché racconta di nuclei urbani in strettissimo contatto con la natura, boschi più o meno incontaminati e i loro abitanti ad un passo da casa. Ma va molto oltre la descrizione di un'avventura.
Intanto le creature selvatiche di cui parla sono assai diverse fra loro, a cominciare dalla protagonista, Zoe, undicenne da poco rimasta orfana e affidata ad un lontano parente: in realtà già da tempo è abituata a far conto su se stessa, coniugando saggezza e intemperanze infantili. Poi c'è Mr. Vieniqui, un gatto quasi selvatico che si aggira nei pressi della nuova casa di Zoe. Infine Will, ragazzo cresciuto per davvero nel bosco e che lì si aggira insieme ad una cerbiatta albina. Ciascuno è circondato dalla propria solitudine e tutti ne dovranno uscire, vincendo le proprie diffidenze e paure.
Gran personaggio Zoe, ragazzina che alterna la disillusione, dovuta ad un'infanzia passata con una madre psicolabile e con i suoi occasionali fidanzati, un grande senso pratico, dovuto al fatto di aver imparato a cavarsela da sola, e il suo misterioso sesto senso, che le fa percepire la presenza di animali, gatto compreso, il quale a sua volta, nelle pagine in cui viene raccontato il suo punto di vista, impara a conoscere la nuova venuta e a fidarsi di lei.
Zoe, che nonostante tutto legge moltissimo e scrive con vero talento, quello che leggiamo, infatti, è il suo diario, esplora senza timori il bosco e ritrova una vecchia baracca, la ripulisce e la trasforma nel suo luogo segreto. Qui viene vista da Will, il ragazzo cresciuto da solo nel bosco, che la trova, la segue, la protegge. Anche Will ha un passato drammatico, e un presente pieno di insidie.
In ogni buona storia ci devono essere i momenti di svolta, il lato drammatico, i colpi di scena che, per ovvi motivi, non vi voglio svelare.
Quello che mi preme sottolineare è che, dentro a un valido racconto d'avventura, c'è una bella descrizione dell'infanzia come spesso la vediamo ora, abbandonata a se stessa, sostanzialmente sola; ma quel che più conta è che al di là di questo esiste ed è forte la solidarietà, è possibile una familiarità non genetica, un abbraccio che non sia solo legato ad un vincolo formale.
Ovvero, come accade nelle storie di Guus Kuijer dedicate a Polleke, i bambini e le bambine hanno in se stessi immense risorse e ci sono adulti capaci di accoglierli e di sopperire alle carenze di genitori ed educatori.

Eleonora


“Creature selvatiche”, C. Carmichael, Edizioni San Paolo 2014


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