martedì 1 settembre 2015

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


LA FILOSOFIA ILLUSTRATA

Il mare nel deserto, Silvia Paradisi, Leticia Ruifernández
Orecchio acerbo 2015



ILLUSTRATI PER MEDI (dagli otto anni)

"La pozza d'acqua lei era sicura: lei era il mare e nessuno poteva affermare il contrario. La palma scosse le foglie, quasi un po' irritata. Ormai era stanca di quella storia: non era il mare, no e gliel'avrebbe dimostrato."

Vicine da sempre, la pozza d'acqua in una oasi nel deserto e l'alta palma che le è cresciuta accanto e che ora la ombreggia discutono. L'argomento è l'infelicità della pozza che è convinta di essere mare e che quindi di essere fuori posto, in mezzo a tanto deserto. La palma, che dalla sua altezza pensa di essere più saggia, argomenta la sua posizione attraverso tre dati a suo dire inconfutabili: il mare deve avere conchiglie sulla riva, uccelli che le volino sopra e bambini che nuotino dentro. In effetti la pozza è costretta ad ammettere di non possedere nessuno dei tre elementi. E mentre è li che si ripromette di verificare quanto sostenuto dalla palma, a molti chilometri di distanza una donna e la sua bambina si abbracciano per consolarsi di un grande dolore. Il marito della donna, il padre della bambina, è appena morto. Piena di tristezza e solitudine, la donna decide che per lei e per sua figlia sia giunto il momento di 'tornare a casa'. Prima di intraprendere il lungo viaggio che le aspetta per arrivare al villaggio di origine, un piccolo gruppo di case nate intorno a un'oasi, la bambina decide di salutare per l'ultima volta la cosa più cara che ha: il mare. Un ultimo bagno di commiato, con gli uccelli che le volano sopra e con le tasche del vestito piene di conchiglie.
Ed ecco che le due storie si congiungono: la destinazione di madre e figlia è proprio l'oasi dove pozza e palma discutono. E, destino vuole che la pozza ora abbia tutti e tre gli elementi che la palma aveva indicato come imprescindibili per essere mare. Ma più di conchiglie che poi diventano collane, bambine che poi diventano donne, uccelli che sono solo di passaggio, può il tempo. Solo con il tempo la pozza raggiunge la felicità, scoprendo, in un percorso personale, che per essere felici non occorrono conchiglie, bambini e uccelli ma 'solo' accettazione di sé.

Un albo illustrato che è anche un libro di filosofia. Filosofia illustrata.
Come accade molto spesso, il pensiero profondo e complesso trova espressione non solo nelle parole, ma anche di più nel segno, ovvero nel disegno.
Potrebbe sembrare un'ovvietà, ma in tempi oscurantisti come sono i nostri (dove i libri illustrati vengono messi all'indice da ottusi sindaci o da organizzatori di importanti premi letterari) forse è il caso di ribadire quanto l'illustrazione sia un codice di comunicazione di grandissima efficacia, importanza e valore. Non mi sento di dire che il bel testo di Silvia Paradisi sarebbe poca cosa senza gli acquerelli di Leticia Ruifernández, ma sono convinta, come accade in ogni bell'albo illustrato, che testo e immagine si compenetrino a tal punto da valorizzarsi a vicenda.
Non difenderò da qui l'albo illustrato, tout court, anche se penso che evidentemente ce ne sia un urgente bisogno, ma mi 'limito' a constatare che quest'albo illustrato, in entrambe le sue parti -parole e immagini- è un utile strumento di riflessione (missione principale di ogni libro), oltre che essere una gioia per gli occhi. I ragionamenti di una pozza d'acqua e di una palma, sono l'esito di una raffinata narrazione di Silvia Paradisi su un tema di proporzioni ciclopiche: il senso della propria esistenza. Declinato secondo una prospettiva che vede l'accettazione di sé come risolutiva per il raggiungimento della propria felicità, l'argomentare della Paradisi va anche oltre e dimostra al piccolo come al grande lettore che nella vita è meglio trovare in sé le ragioni, il senso dell'esistenza, piuttosto che cercare altrove effimere e passeggere spiegazioni. E ultimo ma non ultimo, sembra dire il racconto, nella vita bisogna cercare di essere ciò che ci si sente di essere e al diavolo i condizionamenti e la saggezza delle palme. A tutto questo aggiungete la sensibilità delle tavole di Leticia Ruifernández che, montate in una rilegatura che sembra un calendario, sono fatte di luce e di trasparenze. Ogni piccola sfumatura emotiva viene accolta ed amplificata: la relazione affettiva fra madre e figlia, l'ingenuità del corpo nudo della bambina vista di schiena ne sono un emblematico esempio. In un gioco di rimandi cromatici tra il mare di giallo del deserto e il mare di bianco e celeste del villaggio, regna sovrano il colore rosso della bambina, indimenticabile e unico fin dalla copertina.

Carla

Noterella al margine: complice la crudeltà mentale dell'Acea, mio fornitore di energia, e complice il risentimento che mi ribolle dentro al sapere che in un prestigioso premio letterario, quale pensavo fosse lo Strega, si escludono per regolamento i libri con le illustrazioni, PER RABBIA pubblico questo post con la sola illustrazione della copertina. Per una volta voglio allinearmi con tutti coloro che pensano che le illustrazioni siano una strada in discesa verso lo spianamento del pensiero complesso.

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