IL MINUSCOLO CON IL GIGANTE
La balenottera
azzurra, Jenni Desmond (trad. Sara Marconi)
Lapis 2016
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 4 anni)
"Le balenottere
azzurre sono creature meravigliose e intelligentissime, e come tutta
la natura meritano la nostra ammirazione e il nostro rispetto. Solo
se impariamo a rispettarle possiamo coltivare la speranza che si
riproducano e si moltiplichino nei loro oceani."
Un
bambino ha appena preso un libro dalla libreria (non è il primo né
l'ultimo) e comincia a leggerlo. È un libro sulla balenottera
azzurra. È questo preciso libro.
Apprende così che la balenottera
azzurra è l'animale più grande del nostro pianeta e che possiede il
cuore più grande di tutti. Impara che si chiama azzurra pur essendo
grigia perché sott'acqua il suo colore si mischia a quello del mare.
Scopre anche che ognuna di loro ha una pinna dorsale diversa e che
gli occhi non hanno ciglia e neanche lacrime, ma nella bocca ci si
potrebbe stare in cinquanta!
Il
bambino con la corona attraversa le pagine. Il suo viaggio parte
anche prima che il libro cominci: su una barchetta verde che
attraversa il mare, in solitario. Quella barca poi diventa letto, e
poi di nuovo barca. Anche nei suoi tragitti terreni è sempre al suo
seguito. Il bambino si avventura sull'orlo della grande bocca della
balenottera, nasconde il suo riflesso nel grande occhio, si arrampica sul mucchio di ippopotami che equivalgono al suo peso, sposta i molti
flaconi di latte che utilizza per nutrire i suoi piccoli. Lui e la
balena sono spesso insieme sulle pagine del libro.
La
balenottera azzurra è oggetto dei suoi sguardi dei suoi studi, dei
suoi disegni, dei suoi sogni.
I
bambini e le balene sono un bel binomio per il nostro immaginario: il gigante con il minuscolo sembrano attrarsi per differenza.
Conosco
bambini immaginari che la balena se la sono portata a casa, conosco
bambine vere che vorrebbero tanto vedere le balene, conosco bambini
immaginari che le balene hanno saputo aspettarle.
E,
alla fine, le hanno viste.
Mi
riferisco rispettivamente a La balena della tempesta
di Benij
Davies (Edt Giralangolo, 2015), a Elisa e a Margherita, e a Se vuoi vedere una balena di Julie Fogliano ed
Erin E. Stean (Babalibri 2014). Questo è un terzo esempio di come il tema si possa
declinare.
Da
un lato una illustrazione che naviga consapevole di un illustre
precedente, quello illustrato dalla Stean, che sembra Jenni Desmond
voglia quasi citare, in quella barchetta che come un guscio
galleggia sul mare profondo, dall'altro un testo ancorato a solide
basi scientifiche.
Da
un lato abbiamo un albo illustrato che partecipa di quel preciso tipo
di iconografia e dall'altro un piccolo vademecum sulle balenottere
azzurre, in cui si apprendono un mucchio di informazioni importanti
su questo animale al limite del fantastico.
Lungo
questo crinale tra divulgazione e finzione, tra scienza e fantasia
che fino a ieri credevamo in qualche modo invalicabile, scopriamo di
poter comodamente camminare, potendo guardare da un lato e
dall'altro, mescolando l'informazione scientifica con un tipo di
illustrazione di forte impatto visivo.
Sdoganare
questo curioso oggetto editoriale come prodotto di edutainment mi
pare riduttivo e in qualche modo penalizzante.
Mi
pare che l'obiettivo che si pone sia ben più complesso e alto. Non
siamo di fronte al consueto connubio tra educational ed
entertainment, ma piuttosto di fronte a una consapevolezza
nell'utilizzo di un codice espressivo particolare, quello del
picturebook, a tal punto profonda da poterlo 'piegare' a un uso del
tutto inconsueto.
Potrei
considerare come eccellenti esempi di edutainment, libri preziosi come
Mappe (Electa Kids 2013), o Il libro delle terre immaginate (Ippocampo Junior 2009), dove l'illustrazione ha un
ruolo dominante ma ha un suo senso compiuto se connessa al testo che
accompagna.
Qui
la faccenda è diversa. In primo luogo si nota che la relazione tra
testo e immagine sul foglio, il formato del libro, la lunghezza, il
ritmo, la grafica, sono tutti presi a prestito da un unico modello
che è, per l'appunto, l'albo illustrato. E a ben vedere la storia
raccontata per immagini ha una sua coerenza interna che potrebbe
esulare dalla singola informazione di carattere scientifico.
In
altre parole la storia illustrata potrebbe stare su anche da sola, ma
generosamente non lo fa.
Ed
è in questo che riconosco la grandezza dell'idea di immaginare un
libro del genere.
E'
sotto gli occhi di tutti che nella prima tavola il bambino sul letto
ha un libro aperto su una figura che si ripete, voltando pagina: la
grande balena sotto la barca. E ancora la pagina in cui compare una
fila di mezzi in salita ha un suo corrispettivo in discesa nella
pagina con il bambino che scende le scale per andare a far merenda e
di nuovo risale sulle schiene degli ippopotami.
O ancora il gioco 'in
crescendo' tra il cielo pieno di oggetti volanti e il mare
sottostante pieno di balenottere. O la sottile sequenza del pranzo
della balenottera con il krill in primo piano, un attimo prima di
essere risucchiato.
La
disinvoltura con cui Jenni Desmond organizza le sue immagini e muove
i cetacei nell'angusto spazio di due fogli denuncia una sua felice
assiduità con l'albo illustrato. Da esso deriva anche il gusto di
disseminare il disegno di molti dettagli 'extravaganti' con lo scopo
di tenersi legata al contesto e, nello stesso tempo, di veicolare per
immagini il gran numero di informazioni che il testo contiene.
Gioiamo
alla notizia che sia in arrivo a breve un altro titolo di Jenni Desmond: questa volta un albo 'tout court'. E gioiamo doppiamente apprendendo da una sua intervista che sta lavorando a un secondo titolo sulla scia della Balenottera azzurra.
Carla
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