RESISTENTE E DI QUALITÀ
La valigia rosa, Susie Morgenstern,
Serge Bloch
(trad. Tommaso Guerrieri)
Edizioni Clichy 2017
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"La nonna non si era nemmeno
preoccupata di incartarlo in una graziosa carta da regali, era
semplicemente entrata tirandoselo dietro, come se fosse una paperella
di legno. Il colore era già molto strano.
Chi compra una cosa di colore rosa
per un maschio, e non di un rosa pallido, ma di un rosa sparato, un
rosa da urlo che dice 'guardami'?
E allora tutti pensarono che dentro
ci fosse qualcosa di utile, ma no, era completamente vuota."
Una valigia rosa,
vuota, per quel bambino tanto amato che pesa tre chili
quattrocentotrentasette grammi e che si chiama, ovviamente,
Beniamino. In mezzo a una montagna di altri pacchetti chic contenenti
regali chic perfetti e utili, quella valigia rosa shock ing è uno
shock!
La prima, e unica,
a mettere in dubbio il senso di un regalo del genere è la madre del
bambino (nuora della nonna donatrice), ma si sa che tra suocera e
nuora non corre sempre buon sangue...
Cosa se ne fa di un
trolley rosa un bambino che non sa nemmeno camminare? si chiede la
genitrice.
Molte cose, a ben
guardare. Il bambino, difatti, la segue con gli occhi quella grande
macchia rosa, la ritrova quando 'qualcuno' la nasconde, la usa come
culla per sé e poi per i suoi pupazzi; è un ottimo garage per i
camion, è perfetta come strumento a percussione, una utile
stampella, e in fin dei conti è funzionale anche come valigia (!) e
poi come cartella e, di nuovo, come valigia.
Il pupo cresce,
diventa un bambino, poi un ragazzo e poi anche un uomo. E la valigia
è sempre lì, resistente e di qualità. Fino al giorno in cui, facendo un compromesso con sé
stesso, pensa sia arrivato il momento di allontanarsi da lei, pur
senza lasciarla. E come è possibile farlo senza separarsene davvero?
Facile. Basta
offrirle una seconda vita, affidandola a nuove piccole mani che
sapranno di certo apprezzarla in tutto il suo colore. In tutto il suo
splendore.
Entra come un treno
in corsa la Valigia rosa di Susie Morgenstern e Serge Bloch,
navigati conducenti di belle storie.
Nessuna deroga a
preamboli, ad annunci che mettano il lettore sull'avviso. Il
bambino è appena nato, è nelle amorevoli braccia di mamma e papà,
si presume... In quelle parole e in quei disegni lui semplicemente
non c'è. C'è invece una interminabile coda di persone che portano
in mano pacchetti e pacchettini, e anche pacchettoni. Ognuno ha un
regalo utile e perfetto che, girata pagina, si aggiunge ai piedini
suoi, completi e minuscoli.
E
poi entrano in scena loro, le due indiscusse protagoniste della
storia: una valigia rosa e una nonna originale. Una nonna che non fa
mai le cose che fanno gli altri.
Ed
ecco che dietro quella nonna secca e allampanata con i pantaloni
hippie, si nasconde Susie Morgenstern e Serge Bloch. Una donna
americana che per amore di un matematico barbuto arriva in Francia
con tre parole di francese in tasca...e poi diventa quello che è
diventata: una strepitosa scrittrice di libri per bambini e bambine
intraprendenti. E un illustratore che è un gigante
dell'immaginazione. Maestro indiscusso del segno che, sul baratro
dello scarabocchio o del baffo sul foglio, si impenna e vola
altissimo lasciando tutti senza fiato. Un genio che semplifica e
alleggerisce la complessità della vita.
Come
a scuola, facciamo l'appello dei presenti nel libro.
Un
contesto riconoscibile: un mènage familiare tra parenti stretti che
brilla per scanzonata autenticità.
Uno
spunto di partenza. Mettere qualcosa di inaspettato dove nessuno se
lo aspetta: il rosa per un maschio e una valigia per un bebè.
Un
ritmo da treno in corsa. Buona parte di un'esistenza, peraltro quella
che poi fa la differenza, raccontata in poche righe e poche pagine.
Un
tono irresistibile. Una ironia dispensata a pioggia nel guardare una
madre ottusa che non si rassegna, un padre adorabile, una nonna che
la sa lunga, un bambino/ragazzo/uomo che sa scegliere da che parte
stare, e infine una novella sposa con la quale occorre fare i conti.
Una
storia che svetta. Lontana da frasi fatte, luoghi comuni e
convenzioni, fa propria una lettura della realtà inconsueta.
Una
idea di fondo condivisibile ma, a ben vedere, non così diffusa: sii
te stesso e non quello che gli altri vorrebbero tu fossi. A cui se ne
aggiunge una seconda, non da meno. Passa a chi verrà dopo di te i
tuoi saperi, i tuoi pensieri, i tuoi valori.
La grandezza di due autori. La direzione decisamente contromano che
entrambi, in totale armonia, prendono li conferma conquistatori nel
tempo di una sicurezza di pensiero ed espressione, riconosciuta
universalmente e non scalfibile.
Il
coraggio di un editore. In una Italia in cui non si regalano libri di
scienze alle bambine, in cui si fanno liste di proscrizione di
capolavori 'non adatti', Clichy decide di scommettere contro il
perbenismo.
Una
traduzione scoppiettante. Come è giusto aspettarsi in un libro del
genere.
Chi
manca invece?
La
retorica di un libro che poteva essere a tema e non lo è.
Evviva.
Carla
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