martedì 3 aprile 2018

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


LA ZAMPA DI FELIX (e quella di pippi)

Giallo Max, Teresa Porcella, Lucia Mattioli
Edt Giralangolo 2018


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"Questo è Felix, il cane di Max.
E questa è Alix, la pulce che vive su Felix, il cane di Max.
E questo è Sprix, il domatore di Alix, la pulce che vive su Felix, il cane di Max."

Il circo dove lavora Sprix, il domatore di Alix, la pulce di Felix, che è il cane di Max, si chiama Minimaxi. Il circo Minimaxi, dove lavorano Sprix e Alix, il domatore e la solita pulce di Felix che è sempre il cane di Max, staziona temporaneamente a Brix, città che ha un aeroporto di nome Airix. Ed è proprio lungo la pista 3 dell'aeroporto Airix di Brix (città dove staziona il circo Minimaxi in cui si esibiscono Sprix e Alix) che atterra un importante velivolo guidato da Diego. Come, Diego?


Almeno tre sono i giochi che tengono su questo libro pieno di x e con un bel po' di giallo.
Il primo è un gioco sonoro, sorta di scioglilingua, costruito sulla successione di vari personaggi e luoghi che entrano in scena, legandosi l'uno all'altro e i cui nomi sono tenuti insieme dalle x. Si ride leggendo.
Il secondo gioco è più visivo e non immadiatamente percepibile e funziona come uno zoom dell'occhio che osserva e che filtra il colore: il giallo. 


Si parte da una panoramica di un soggiorno della casa di Felix, poi si passa al particolare della sua schiena e zampa, entrambe pelose su cui sta atterrando Alix. Sempre in una prospettiva ingrandita appare il numero del domatore di pulci, quindi si allontana lo zoom e la pista del circo con il suo pubblico riempie la pagina, la prima a colori. Prospettiva ancora più larga, dall'alto che illustra la città e la vita che scorre. Ancora a colori. Il tendone del circo in alto a sinistra, la strada per l'aeroporto in alto a destra. Di nuovo torna il giallo dominante e la lente si concentra su un particolare e le piste con la torre di controllo occupano la doppia pagina, poi ancora più in dettaglio si vede atterrare un aereo sulla pista numero 3 e poi, a velivolo fermo, appare una mano che ha il compito di rimisurare tutto quello che abbiamo visto finora. 


E, a questo punto, è sotto gli occhi di tutti il terzo gioco. Quello che saltella al di qua e al di là del sottile filo che tiene separate immaginazione e realtà, entrambe contenute in una terza dimensione, quella della finzione che tutto può: la finzione di un racconto illustrato. Se il primo gioco è condotto da Teresa Porcella e il secondo da Lucia Mattioli, il terzo mi pare che sia una interessante interpolazione tra i due codici, testuale e visivo. Lucia Mattioli usa il colore e alcuni elementi guida, per esempio una mano o una papera, ma anche alcuni personaggi che ci immaginiamo grandi e ritroviamo invece minuscoli ad agire su scenari fittizi. Teresa Porcella, al contario, continua a tenere nascosto fino all'ultimo il suo colpo di teatro, d'altronde è il 'giallo' di Max.
Come se nulla fosse, lo sguardo si allena a non dare nulla per scontato, a esplorare il dettaglio, a mantenere alta l'attenzione e nel contempo le nostre orecchie si beano di un testo un po' folle e quando si chiude l'ultima pagina abbiamo in testa un frammento di 'realtà' in cui molti piccoli possono facilmente riconoscersi: l'attesa di qualcuno che la sera torna a casa. 


Un'attesa passata a 'giocare' tra aeroplanini e desideri, tra paperelle e tempo che scorre. Tra grande e piccolo, tra vero e finto. I bambini sono maestri assoluti in questo giocare.

Carla


Noterella al margine. Non è per sicumera ma che Lucia Mattioli sia una che sa disegnare molto bene io l'ho intuito da una zampa di cane. Definita illustratrice nascosta, collabora nell'ombra con nomi prestigiosi: Ink Link, La Repubblica, Lo Straniero, Rolling Stone. Attualmente insegna Illustrazione a The Sign-Comics and Arts Academy di Firenze.

Nessun commento:

Posta un commento