LA ZAMPA DI FELIX (e quella di pippi)
Giallo Max, Teresa
Porcella, Lucia Mattioli
Edt Giralangolo 2018
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"Questo è Felix, il cane di
Max.
E questa è Alix, la pulce che vive
su Felix, il cane di Max.
E questo è Sprix, il domatore di
Alix, la pulce che vive su Felix, il cane di Max."
Il circo dove lavora Sprix, il domatore
di Alix, la pulce di Felix, che è il cane di Max, si chiama
Minimaxi. Il circo Minimaxi, dove lavorano Sprix e Alix, il domatore
e la solita pulce di Felix che è sempre il cane di Max, staziona
temporaneamente a Brix, città che ha un aeroporto di nome Airix. Ed
è proprio lungo la pista 3 dell'aeroporto Airix di Brix (città
dove staziona il circo Minimaxi in cui si esibiscono Sprix e Alix)
che atterra un importante velivolo guidato da Diego. Come, Diego?
Almeno tre sono i giochi che
tengono su questo libro pieno di x e con un bel po' di giallo.
Il primo è un gioco sonoro, sorta di
scioglilingua, costruito sulla successione di vari personaggi e
luoghi che entrano in scena, legandosi l'uno all'altro e i cui nomi
sono tenuti insieme dalle x. Si ride leggendo.
Il secondo gioco è più visivo e non
immadiatamente percepibile e funziona come uno zoom dell'occhio che
osserva e che filtra il colore: il giallo.
Si parte da una panoramica di un
soggiorno della casa di Felix, poi si passa al particolare della sua
schiena e zampa, entrambe pelose su cui sta atterrando Alix. Sempre
in una prospettiva ingrandita appare il numero del domatore di pulci,
quindi si allontana lo zoom e la pista del circo con il suo pubblico
riempie la pagina, la prima a colori. Prospettiva ancora più larga,
dall'alto che illustra la città e la vita che scorre. Ancora a
colori. Il tendone del circo in alto a sinistra, la strada per
l'aeroporto in alto a destra. Di nuovo torna il giallo dominante e la
lente si concentra su un particolare e le piste con la torre di
controllo occupano la doppia pagina, poi ancora più in dettaglio si
vede atterrare un aereo sulla pista numero 3 e poi, a velivolo fermo,
appare una mano che ha il compito di rimisurare tutto quello che
abbiamo visto finora.
E, a questo punto, è sotto gli occhi
di tutti il terzo gioco. Quello che saltella al di qua e al di là
del sottile filo che tiene separate immaginazione e realtà, entrambe
contenute in una terza dimensione, quella della finzione che tutto
può: la finzione di un racconto illustrato. Se il primo gioco è
condotto da Teresa Porcella e il secondo da Lucia Mattioli, il terzo
mi pare che sia una interessante interpolazione tra i due codici,
testuale e visivo. Lucia Mattioli usa il colore e alcuni elementi
guida, per esempio una mano o una papera, ma anche alcuni personaggi
che ci immaginiamo grandi e ritroviamo invece minuscoli ad agire su
scenari fittizi. Teresa Porcella, al contario, continua a tenere
nascosto fino all'ultimo il suo colpo di teatro, d'altronde è il 'giallo' di Max.
Come se nulla fosse, lo sguardo si
allena a non dare nulla per scontato, a esplorare il dettaglio, a
mantenere alta l'attenzione e nel contempo le nostre orecchie si
beano di un testo un po' folle e quando si chiude l'ultima pagina
abbiamo in testa un frammento di 'realtà' in cui molti piccoli
possono facilmente riconoscersi: l'attesa di qualcuno che la sera
torna a casa.
Un'attesa passata a 'giocare' tra
aeroplanini e desideri, tra paperelle e tempo che scorre. Tra grande
e piccolo, tra vero e finto. I bambini sono maestri assoluti in
questo giocare.
Carla
Noterella al margine. Non è per
sicumera ma che Lucia Mattioli sia una che sa disegnare molto bene io
l'ho intuito da una zampa di cane. Definita illustratrice nascosta,
collabora nell'ombra con nomi prestigiosi: Ink Link, La Repubblica,
Lo Straniero, Rolling Stone. Attualmente insegna Illustrazione a The
Sign-Comics and Arts Academy di Firenze.
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