FELICI
A fior di pelle, Chiara Carminati,
Massimiliano Tappari
Lapis Edizioni 2018
POESIA ILLUSTRATA PER PICCOLISSIMI (dai 2
anni)
Occhio pesce
Occhio sveglio si tuffa nel mondo
come un pesce nell'acqua di mare
Guarda e scopre, curioso va a fondo
con la coda sorride e risale
Ma se il sonno gli chiude le ciglia
pesciolino diventa conchiglia
Questa poesia appoggia su una pagina
robusta di cartone senza angoli appuntiti. Le fa da specchio una
fotografia di un occhio di bambina così tanto in primo piano da
essere 'fuori fuoco'. E questo occhio, così tagliato nella pagina e
nello scatto da sembrare davvero un pescetto che nuota.
Lievemente diverso il verde pastello
dell'ultima pagina che chiude con una ninna nanna dove un altro pesce
è citato, una triglia, perché il sonno nuoti tra le ciglia. Ancora
un primissimo piano, ancora un 'fuori fuoco' e ancora un bianco e
nero, di due occhi di bambina chiusi nel sonno.
Prima di loro, la affettuosa macchina
fotografica di Massimiliano Tappari si è fermata sul groviglio di
ricci, su un orecchio, sui buchi del naso - igloo al centro di una
faccia - sullo sbadiglio di una bocca con piccoli denti nuovi di
zecca. Poi pugnetti chiusi o mani aperte. Gambe e ombelichi e
minuscole dita di piedi. Dodici scatti per raccontare la propria
figlia. Dodici poesie fatte di parole da sussurrare mentre 'a fior di
pelle' le dita, come la macchina fotografica, scoprono nuovi percorsi
della propria bambina.
Parole che raccontano il mondo e dita
che lo esplorano: si fanno compagnia in una sessione di coccole.
A fior di pelle. Perché, come diceva
bene Giusi Quarenghi, 'ancora non riesco a capire se finisco sulla
pelle o se sulla pelle comincio...sulla mia pelle vado incontro al
mondo. Nella mia pelle incontro te Nella tua pelle.'
Sulla questione scrive e converge, in
una sorta di premessa alle poesie e alle immagini, Chiara Carminati.
La pelle è il nostro confine ma è anche il nostro punto di contatto
tra noi e il mondo...e conclude, giocando come solo lei sa fare, con
le parole: contatto, con tatto.
Ecco detto, l'intento del libro.
A Chiara Carminati vanno riconosciuti
molti meriti, e massimamente la sua capacità di essere evocativa con
le parole. Costruisce immagini, perfette metafore, e musica, sempre
nella ricerca di un'altra perfezione, quella del suono: un bottone
sbottonato per l'ombelico, le dita delle mani come cinque piantine. O
ancora: bocca becco bocca luna...apriti sesamo, apriti lino, apriti
riso... Le dita dei piedi, otto nomi che arrivano dai quattro angoli
della lingua italiana per stare magnificamente qui, su questa pagina:
refolo, foscolo, tombolo, scricchiolo, coccolo, scovolo, boccolo,
ninnolo.
Da rimanere senza fiato.
Penna felice quando scrive (dai versi ai romanzi) e quando traduce. Una sensibilità, la sua, a
espandere al massimo le potenzialità che le parole hanno in sé.
Sempre capace di giocare sui doppi significati, sugli accenti, su
infinitesimi dettagli linguistici e lessicali che rendono rara la sua
scrittura.
Raro è anche lo sguardo di
Massimiliano Tappari che del visivo ha fatto il suo codice espressivo
ideale. Le sue letture 'altre' del mondo degli oggetti o dei segni
casuali che ci circondano si trasformano grazie alla sua originalità
dello sguardo. E la scelta del costante b/n fuori fuoco non ha solo
funzione estetica, ma soprattutto di significato.
A chiudere: mettere insieme queste due
belle teste e farle convergere su un progetto comune, come in questo
caso un figlio e un libro, ha fatto sì che le loro due rare
sensibilità si siano concentrate e abbiano prodotto questo
bell'oggetto che, nello scenario piuttosto desolante dei cartonati
per piccolissimi, e nell'ancora più triste panorama di libri
fotografici, è luminoso.
Faccio fatica a non cogliere però un
quid che fa di questo libro qualcosa di speciale e di difficilmente
eguagliabile. E che mi pare sottilmente rappresentato nell'immagine di chi fotografa che si specchia nell'iride di chi è fotografato. Impercettibile, ma è lì a dire che è vero.
Il plusvalore che è doveroso ascrivergli sta
appunto nell'impellente bisogno di Carminati e Tappari di mettere nero su
bianco una loro personale esperienza che è concreta, ma soprattutto
gioiosa e bella.
E come tale vera.
Chi frequenta questo luogo avrà già
avuto modo di leggere qualcosa a proposito della 'teoria - personale
ma incontrovertibile - delle coppie felici'. Ovvero di quelle
meravigliose intese che talvolta si stabiliscono per chimiche oscure
tra autori e illustratori. Quando tra i due ruoli si stabilisce una
comunione di intenti fortissima, a guadagnarci è il libro, la sua
qualità.
E se in questo caso, A fior di pelle,
dovesse essere andata diversamente, prego gli interessati di fermarsi e non
farmelo sapere e di lasciarmi nell'illusione.
Carla
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