mercoledì 7 novembre 2018

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


FELICI
 
A fior di pelle, Chiara Carminati, Massimiliano Tappari
Lapis Edizioni 2018


POESIA ILLUSTRATA PER PICCOLISSIMI (dai 2 anni)

Occhio pesce

Occhio sveglio si tuffa nel mondo
come un pesce nell'acqua di mare
Guarda e scopre, curioso va a fondo
con la coda sorride e risale
Ma se il sonno gli chiude le ciglia
pesciolino diventa conchiglia


Questa poesia appoggia su una pagina robusta di cartone senza angoli appuntiti. Le fa da specchio una fotografia di un occhio di bambina così tanto in primo piano da essere 'fuori fuoco'. E questo occhio, così tagliato nella pagina e nello scatto da sembrare davvero un pescetto che nuota.
Lievemente diverso il verde pastello dell'ultima pagina che chiude con una ninna nanna dove un altro pesce è citato, una triglia, perché il sonno nuoti tra le ciglia. Ancora un primissimo piano, ancora un 'fuori fuoco' e ancora un bianco e nero, di due occhi di bambina chiusi nel sonno.


Prima di loro, la affettuosa macchina fotografica di Massimiliano Tappari si è fermata sul groviglio di ricci, su un orecchio, sui buchi del naso - igloo al centro di una faccia - sullo sbadiglio di una bocca con piccoli denti nuovi di zecca. Poi pugnetti chiusi o mani aperte. Gambe e ombelichi e minuscole dita di piedi. Dodici scatti per raccontare la propria figlia. Dodici poesie fatte di parole da sussurrare mentre 'a fior di pelle' le dita, come la macchina fotografica, scoprono nuovi percorsi della propria bambina.
Parole che raccontano il mondo e dita che lo esplorano: si fanno compagnia in una sessione di coccole.
A fior di pelle. Perché, come diceva bene Giusi Quarenghi, 'ancora non riesco a capire se finisco sulla pelle o se sulla pelle comincio...sulla mia pelle vado incontro al mondo. Nella mia pelle incontro te Nella tua pelle.'
Sulla questione scrive e converge, in una sorta di premessa alle poesie e alle immagini, Chiara Carminati. La pelle è il nostro confine ma è anche il nostro punto di contatto tra noi e il mondo...e conclude, giocando come solo lei sa fare, con le parole: contatto, con tatto.
Ecco detto, l'intento del libro.

A Chiara Carminati vanno riconosciuti molti meriti, e massimamente la sua capacità di essere evocativa con le parole. Costruisce immagini, perfette metafore, e musica, sempre nella ricerca di un'altra perfezione, quella del suono: un bottone sbottonato per l'ombelico, le dita delle mani come cinque piantine. O ancora: bocca becco bocca luna...apriti sesamo, apriti lino, apriti riso... Le dita dei piedi, otto nomi che arrivano dai quattro angoli della lingua italiana per stare magnificamente qui, su questa pagina: refolo, foscolo, tombolo, scricchiolo, coccolo, scovolo, boccolo, ninnolo.
Da rimanere senza fiato.


Penna felice quando scrive (dai versi ai romanzi) e quando traduce. Una sensibilità, la sua, a espandere al massimo le potenzialità che le parole hanno in sé. Sempre capace di giocare sui doppi significati, sugli accenti, su infinitesimi dettagli linguistici e lessicali che rendono rara la sua scrittura.
Raro è anche lo sguardo di Massimiliano Tappari che del visivo ha fatto il suo codice espressivo ideale. Le sue letture 'altre' del mondo degli oggetti o dei segni casuali che ci circondano si trasformano grazie alla sua originalità dello sguardo. E la scelta del costante b/n fuori fuoco non ha solo funzione estetica, ma soprattutto di significato.
A chiudere: mettere insieme queste due belle teste e farle convergere su un progetto comune, come in questo caso un figlio e un libro, ha fatto sì che le loro due rare sensibilità si siano concentrate e abbiano prodotto questo bell'oggetto che, nello scenario piuttosto desolante dei cartonati per piccolissimi, e nell'ancora più triste panorama di libri fotografici, è luminoso.
Faccio fatica a non cogliere però un quid che fa di questo libro qualcosa di speciale e di difficilmente eguagliabile. E che mi pare sottilmente rappresentato nell'immagine di chi fotografa che si specchia nell'iride di chi è fotografato. Impercettibile, ma è lì a dire che è vero.
Il plusvalore che è doveroso ascrivergli sta appunto nell'impellente bisogno di Carminati e Tappari di mettere nero su bianco una loro personale esperienza che è concreta, ma soprattutto gioiosa e bella.
E come tale vera.
Chi frequenta questo luogo avrà già avuto modo di leggere qualcosa a proposito della 'teoria - personale ma incontrovertibile - delle coppie felici'. Ovvero di quelle meravigliose intese che talvolta si stabiliscono per chimiche oscure tra autori e illustratori. Quando tra i due ruoli si stabilisce una comunione di intenti fortissima, a guadagnarci è il libro, la sua qualità.
E se in questo caso, A fior di pelle, dovesse essere andata diversamente, prego gli interessati di fermarsi e non farmelo sapere e di lasciarmi nell'illusione.


Carla

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