GENI PICCINI
Segnalo una novità rilevante, con
qualche mia perplessità. La novità sta in due cartonati, pubblicati
da Il Castoro, del fisico americano Chris Ferrie: ‘Relatività
generale’ e ‘Ingegneria spaziale’, i primi titoli della nuova
collana Baby Scienziati; dunque normali libri di divulgazione?
Assolutamente no: l’idea guida di queste pubblicazioni è di
rivolgersi ad un pubblico di lettori e lettrici piccoli, molto
piccoli, diciamo sotto i cinque anni. A dimostrazione di questo
intento spicca, sulla copertina e sul logo della collana, un bel
ciuccio.
Se si va sul sito dell’autore, sono messi
in evidenza diversi titoli dello stesso tenore, quindi argomenti di
matematica e fisica che possono risultare astrusi a molti adulti,
presentati con grande semplicità in agili libretti cartonati. Ma le
poche pagine cartonate sono sufficienti a giustificare la fascia
d’età indicata?
Vediamoli più da vicino: il più
chiaro (!) mi sembra quello dedicato all’ingegneria spaziale, qui
i disegni rappresentano i concetti in modo molto intuitivo, anche se
non so quanto queste astrazioni siano ‘trattenute’ dalle piccole
menti. Più difficile ancora, il testo sulla relatività.
La
didascalia ‘la massa curva lo spazio’, con la bella superficie
liscia della pagina è davvero ostica e già mi vedo milioni di
domande formarsi e inondare il malcapitato genitore, che il più
delle volte non ne sa un granché. Anzi, forse, questa forma così
sintetica e intuitiva, si fa per dire, può sollecitare il lettore
adulto a farsi un’idea di teorie importanti anche nella vita
quotidiana: mamme e papà potranno finalmente spiegare come fa un
aereo a volare.
Qui forse emerge chiaro il dubbio di
fondo: è possibile utilizzare questa tipologia di libro per
veicolare ai più piccoli concetti che contraddicono l’esperienza
materiale che stanno facendo? Posso immaginare delle animazioni, dei
modellini tridimensionali, qualcosa che faccia vedere o toccare una
rete che si deforma sotto il peso di una pallina, mentre trovo
difficile immaginare la trasmissione di questi concetti semplicemente
leggendo e guardando le figure. Forse, l’obbiettivo è
familiarizzare con alcune parole, massa, curvatura, portanza e così
discorrendo, più che lasciare un quadro concettuale astratto; ma
anche qui mi vedo davanti agli occhi l’imbarazzo di mamme e papà
di fronte al fuoco di fila di domande a bruciapelo, quando magari
riemerge un pezzetto di lettura: papà, cos’è un’onda
gravitazionale? Un conto è leggere e giocare con un testo, un altro
assimilare e fare proprio un linguaggio.
Non ho gli strumenti per valutarlo dal
punto di vista pedagogico, ma credo ci sia un fraintendimento di
fondo nella concezione di questi libri. Se da una parte vanno nella
giusta direzione, cioè non mentire al bambino, non raccontare il
mondo in modo deformato o erroneo per fornire risposte ‘facili’,
trovo forse inadeguato lo strumento, una tipologia di libro che non
utilizza i tantissimi mezzi tecnici a disposizione, penso alle
animazioni di vario genere, che possano maggiormente colpire
l’immaginazione di bambine e bambini. E’ comunque una
sperimentazione interessante, forse una delle più ardite degli
ultimi tempi, e credo che l’unico modo per verificarne l’efficacia
sia testarla con i diretti interessati.
Eleonora
“Relatività generale” e
“Ingegneria Spaziale”, C. Ferrie, Il Castoro 2018
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