venerdì 11 gennaio 2019

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

QUESTO GATTO NON È MIO!

Il re senza reame, Alex Cousseau, Charles Dutertre
(Trad. Federico Appel)
Sinnos 2018


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"Questa è la storia di un re che non ha niente e che abita nel Paese dell'Incontrario dove piove quando c'è il sole, tutti hanno tutto e il re non ha niente di niente. Nel Paese dell'Incontrario ci sono castelli ad ogni angolo. La gente circola in carrozza, oppure sotto ombrelli multicolori.
Il re, chiaramente, non ha un trono e così non può fare nient'altro che sedersi per terra e aspettare senza fare niente".

E mentre è lì sul marciapiede passa un gatto. 'Cosa stai aspettando?' 'Niente' Posso aspettare insieme a te?' 'Se ti va.'


E ora sono in due sul marciapiede davanti a cui passano nell'ordine: un cavaliere dal cavallo pauroso, una signora con un vocione e con un cestino da cui cade un pesce, poi un cane aggressivo che si crede padrone del marciapiedi.
Di fronte a chi si crede padrone si hanno due scelte: assecondarlo o ignorarlo. Gatto e re decidono per la prima soluzione e si allontanano di lì. Arrivano nel deserto dove effettivamente c'è il niente di niente. Il re si ferma perché quello sembra essere il suo regno ideale e con lui anche il gatto e il pesce che ha nella pancia. Loro si fermano lì, io mi fermo qui (nel raccontare).

In questa storia tutto è per finta, ma non c'è niente di falso.
Se ne deduce che è una storia perfetta per bambini e bambine.
Si tratta, in sostanza, di un mondo piacevolmente capovolto dove quando piove c'è il sole e dove chi normalmente ha tutto non ha niente e viceversa. È un ribaltamento della realtà assolutamente perfetto e logico nella sua assurdità. Non è possibile perdersi, basta semplicemente invertire i termini del discorso è il gioco è fatto. Se il libro fosse fatto solo questo sarebbe piacevole, ma per nulla originale e piuttosto prevedibile: Rodari rules.


Così non è. Grazie all'alchimia che alcune coppie felici e collaudate di autori sanno produrre. Dunque, in questo contesto rovesciato, già divertente di per sé, le due canaglie di Cousseau & Dutertre mettono in azione due (e poi tre) personaggi principali noti e riconoscibili da tutti: un re, un gatto che nel corso del tempo si metterà anche gli stivali e un pesce parlante. A questi si aggiungono i ruoli strumentali del cavaliere che è lì per portare gli stivali, del donnone che è lì per consegnare il pesce e del cane che è lì a spronare i tre attori principali verso il gran finale.
Alex Cousseau e Charles Dutertre costruiscono questa magnifica finzione, in cui gli elementi narrativi si sommano e si mischiano secondo un 'disordine' ordinato. A ogni giro di pagina, come un metronomo, entra qualcuno di nuovo e con lui arriva l'anomalia: il suo ruolo si definisce grazie a caratteri inattesi e si connette agli altri attraverso legami non consueti. Per essere più chiari: il cavaliere è fiero, come tutti i cavalieri, ma ha un cavallo pauroso che lo disarciona, spaventato dal gatto. Le anomalie di un cavaliere con il sedere nella polvere, di un cavallo goffo e fifone e di una caviglia slogata fanno ridere. Ma portano agli stivali. Lo stesso si può dire della signora burbera che perde pesci dal cestino della spesa. E via andare. 



In tutto questo racconto di finzione però emergono una serie di verità inoppugnabili: la principale è quella che ruota intorno all'autodeterminazione del gatto che fino alla fine ci tiene a sbandierare la propria libertà di appartenere solo a se stesso. Circostanza che il re, che di possesso se ne intende, non smentisce, anzi avvalora. La seconda, invece, ruota intorno alla libertà del non possedere. 
E già solo su questa questione ci sarebbe tanto da dire.
E poi ce ne sarebbe anche una terza...
Su tutto questo, che è già molto, si espandono i due linguaggi che raccontano: il testo e l'illustrazione. Entrambi felicissimi negli esiti. Un applauso a Federico Appel per quel tradurre che rispetta il canone dello scrivere e del parlare prende la scanzonata leggerezza. Bravo, bravo. Di Dutertre sono apprezzabili le pagine 'medievali', dall'Irlanda al Medio Oriente, tessute come un arazzo, o come certe miniature con figurine ovunque, che nel loro sopra e sotto si rispecchiano pur di non cadere nel temuto horror vacui.


Meglio non perdersi un libro così anche se sono in pochi ad averlo notato.

Carla

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