QUESTO GATTO NON È MIO!
Il re senza
reame, Alex Cousseau, Charles Dutertre
(Trad. Federico Appel)
Sinnos 2018
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 4 anni)
"Questa è la
storia di un re che non ha niente e che abita nel Paese
dell'Incontrario dove piove quando c'è il sole, tutti hanno tutto e
il re non ha niente di niente. Nel Paese dell'Incontrario ci sono
castelli ad ogni angolo. La gente circola in carrozza, oppure sotto
ombrelli multicolori.
Il re, chiaramente,
non ha un trono e così non può fare nient'altro che sedersi per
terra e aspettare senza fare niente".
E mentre è lì sul
marciapiede passa un gatto. 'Cosa stai aspettando?' 'Niente' Posso
aspettare insieme a te?' 'Se ti va.'
E ora sono in due sul
marciapiede davanti a cui passano nell'ordine: un cavaliere dal
cavallo pauroso, una signora con un vocione e con un cestino da cui
cade un pesce, poi un cane aggressivo che si crede padrone del
marciapiedi.
Di fronte a chi si
crede padrone si hanno due scelte: assecondarlo o ignorarlo. Gatto e
re decidono per la prima soluzione e si allontanano di lì. Arrivano
nel deserto dove effettivamente c'è il niente di niente. Il re si
ferma perché quello sembra essere il suo regno ideale e con lui
anche il gatto e il pesce che ha nella pancia. Loro si fermano lì,
io mi fermo qui (nel raccontare).
In questa storia tutto
è per finta, ma non c'è niente di falso.
Se ne deduce che è una
storia perfetta per bambini e bambine.
Si tratta, in sostanza,
di un mondo piacevolmente capovolto dove quando piove c'è il sole e
dove chi normalmente ha tutto non ha niente e viceversa. È un
ribaltamento della realtà assolutamente perfetto e logico nella sua
assurdità. Non è possibile perdersi, basta semplicemente invertire
i termini del discorso è il gioco è fatto. Se il libro fosse fatto
solo questo sarebbe piacevole, ma per nulla originale e piuttosto
prevedibile: Rodari rules.
Così non è. Grazie
all'alchimia che alcune coppie felici e collaudate di autori sanno
produrre. Dunque, in questo contesto rovesciato, già divertente di
per sé, le due canaglie di Cousseau & Dutertre mettono in azione
due (e poi tre) personaggi principali noti e riconoscibili da tutti:
un re, un gatto che nel corso del tempo si metterà anche gli stivali
e un pesce parlante. A questi si aggiungono i ruoli strumentali del
cavaliere che è lì per portare gli stivali, del donnone che è lì
per consegnare il pesce e del cane che è lì a spronare i tre attori
principali verso il gran finale.
Alex Cousseau e Charles
Dutertre costruiscono questa magnifica finzione, in cui gli elementi
narrativi si sommano e si mischiano secondo un 'disordine' ordinato.
A ogni giro di pagina, come un metronomo, entra qualcuno di nuovo e
con lui arriva l'anomalia: il suo ruolo si definisce grazie a
caratteri inattesi e si connette agli altri attraverso legami non
consueti. Per essere più chiari: il cavaliere è fiero, come tutti i
cavalieri, ma ha un cavallo pauroso che lo disarciona, spaventato
dal gatto. Le anomalie di un cavaliere con il sedere nella polvere,
di un cavallo goffo e fifone e di una caviglia slogata fanno ridere.
Ma portano agli stivali. Lo stesso si può dire della signora burbera
che perde pesci dal cestino della spesa. E via andare.
In tutto
questo racconto di finzione però emergono una serie di verità
inoppugnabili: la principale è quella che ruota intorno
all'autodeterminazione del gatto che fino alla fine ci tiene a
sbandierare la propria libertà di appartenere solo a se stesso.
Circostanza che il re, che di possesso se ne intende, non smentisce,
anzi avvalora. La seconda, invece, ruota intorno alla libertà del
non possedere.
E già solo su questa questione ci sarebbe tanto da
dire.
E poi ce ne sarebbe
anche una terza...
Su tutto questo, che è
già molto, si espandono i due linguaggi che raccontano: il testo e
l'illustrazione. Entrambi felicissimi negli esiti. Un applauso a
Federico Appel per quel tradurre che rispetta il canone dello
scrivere e del parlare prende la scanzonata leggerezza. Bravo,
bravo. Di Dutertre sono apprezzabili le pagine 'medievali',
dall'Irlanda al Medio Oriente, tessute come un arazzo, o come certe
miniature con figurine ovunque, che nel loro sopra e sotto si
rispecchiano pur di non cadere nel temuto horror vacui.
Meglio non perdersi un
libro così anche se sono in pochi ad averlo notato.
Carla
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