mercoledì 12 maggio 2021

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

UN VECCHIO E UN BAMBINO 
 
Ulf, il bambino grintoso, Ulf Stark, Markus Majaluoma
(trad. Samanta K. Milton Knowles)
Iperborea 2021


NARRATIVA PER PICCOLI (dai 5 anni)
 
"'Credi che i pesci arrivino in tavola volando, già puliti e salati, e si posino da soli su un vassoio?' 'Sarebbe divertente'. 'Sì però non succede' disse il nonno. 'E domani tu mi farai da schiavo. Mi aiuterai tutto il giorno, così ti ricorderai per sempre che non devi catturare i bombi'. 'Uff' dissi.
Quella notte sognai dei pesci volanti. E il giorno dopo iniziai a lavorare."
 
La storia è presto detta: il piccolo Ulf è in campagna dai nonni paterni, con, sullo sfondo, mamma, papà e fratello maggiore. Nonno Gottfrid non si ferma un minuto, dalla mattina alla sera. Ed è sempre lì che impreca mentre lavora, aggiusta, pianta, sradica: e in tutto questo fare, gli insetti gli danno fastidio. Quindi Ulf, che ha appena catturato l'ennesimo bombo che adesso ronza come un rasoio elettrico in una scatolina vuota di cerini, pensa di fargli un piacere, portandogli in dono l'ambita preda. E invece no, il nonno lo sgrida! I bombi sono instancabili impollinatori, serve che volino liberi! 
 
 
Ulf non ne fa una giusta, a sentire nonno Gottfrid. E poi, a tutte le sue richieste di collaborazione - spaccare la legna, per esempio - quel nipotino gli dimostra di essere senza un briciolo di grinta.
Un giorno da 'schiavo', al completo servizio del nonno, ne raddrizzerà per bene il carattere da mollaccione. A salvarlo dalla fine di una giornata molto faticosa - legna accatastata, latte ritirato, panche dipinte - arriva in traghetto il vecchio Gustav, il nonno materno, che per 5 corone compra Ulf e ne riscatta la libertà. Sebbene anche Gottfrid ora debba ammettere che quel piccoletto si è dimostrato finalmente grintoso e che tutti quei soldi li vale davvero, un meraviglioso piano di rivincita si fa spazio nella mente vulcanica del nonno antischiavista. Adesso che Ulf è un bambino libero sarà con Gustav che assaporerà il gusto di un'avventura notturna e di un magnifico scherzo mattutino.
 
Tutto il bene possibile su Ulf Stark è già stato scritto in queste pagine, in svariate e molteplici occasioni (basta digitare il suo nome nella barra di ricerca e il gioco è fatto). 
Qui come altrove il racconto è intriso di ironia e nel contempo, di profondità. C'è però un'altra qualità che Stark mette sulle pagine di questa brevissima storia, ultima in ordine di pubblicazione, che continua a colpirmi per il suo essere rara e preziosa.
Credo di non essere lontana dal vero se affermo che si possono contare sulle dita di una mano gli autori che la possiedono, questa qualità, e che riescono a servirsene, con così tanta naturalezza, come se fosse per loro aria da respirare.
Si tratta della capacità di raccontare una storia con una voce che, anagraficamente, non gli appartiene, ma emotivamente è tutta loro. Ovvero quell'abilità che in pochissimi hanno di abbassare del tutto il loro tono adulto per dare fiato invece alla loro stessa tonalità, ma infantile. E nel farlo, ed è qui la meraviglia, non dimenticano neanche per un secondo la loro condizione di persone grandi. Credo che questo abbia un po' a che fare con una loro memoria mai sopita di quello che è stata la personale esperienza infantile, la loro lettura del mondo, quando erano bambini. Quello che, per esempio, le rispettive mogli e figlie di William Steig e di Tomi Ungerer definivano, con ironia/affetto/ammirazione, un inspiegabile arresto del loro processo di crescita. 
O forse si tratta del metodo Stanislavskij applicato alla letteratura?
In sostanza, qui Stark mette in scena una sorta di numero di ventriloquia, in cui è contemporaneamente capace di essere lo scrittore dei personaggi e, nello stesso tempo, i personaggi stessi. Tutto più facile quando a parlare sono Gustav o Gotttfrid, molto meno quando è la volta di Ulf e di suo fratello maggiore.
 

Si guardi per esempio la questione della 'schiavitù' come è risolta magistralmente. Nessuna remora nel dire al proprio nipote: domani tu sei il mio servitore e nessuna esitazione in tutti gli altri adulti che incontra Ulf e ai quali comunica con rassegnata onestà il suo ruolo di 'schiavo' del nonno. Tutti, ma proprio tutti, non mettono in discussione la sua condizione di vittima, si limitano a compiangerlo, perché quel nonno lì non perdona. Nessuno dei grandi muove un dito e Ulf non si aspetta neanche che qualcuno lo faccia per toglierlo dai guai. La stessa soluzione del riscatto pagato da Gustav fa parte della grande messa in scena. La grande abilità di Stark, ovvero quella di dare tridimensionalità, spessore ai personaggi, attraverso il loro stesso agire e parlare, ma soprattutto attraverso lo sguardo di un bambino, fa sì che, quando il libro si chiude, il lettore abbia di tutti costoro una percezione chiarissima, costruitasi lentamente e in tutta la sua complessità di luci e ombre, attraverso una rete di punti che si sono andati a disporre strategicamente nel racconto. E così, con questa stessa naturalezza, prendono corpo questioni ben più profonde e universali, che ci lasciano lì a ragionare per giorni. Come per esempio il rapporto tra "un vecchio e un bambino..." 
 

E quindi, per tutte queste ragioni, mi piace credere che, dopo aver finito anche quest'altro libro di Stark, anche un bambino potrebbe muovere la seguente richiesta, usando le parole del sommo poeta: E poi disse al vecchio con voce sognante:"Mi piaccion le fiabe, raccontane altre!"
 
Carla

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