L'AUTOBUS DI ROSA,
Fabrizio Silei, Maurizio A.C. Quarello
Orecchio Acerbo, 2011
ILLUSTRATO PER MEDI (dagli 8 anni)
"Allora non c'erano classi di bambini di tutti i colori come la tua. I neri avevano la loro scuola, i loro locali, i loro bagni pubblici, la loro vita. La nostra vita scorreva accanto a quella dei bianchi. Ci tolleravano perché avevano bisogno del nostro lavoro, ma con noi non volevano avere nulla a che fare."
Suona tristemente attuale, vero? Eppure così comincia il racconto di un fatto che accadde più di cinquant'anni fa su un normale autobus della città di Montgomery, in Alabama.
Un vecchio nonno, entrato con il suo nipotino in un museo di Detroit e sedutosi con lui su quell'autobus giallo per Cleveland Av, racconta una storia piccola, con la s minuscola che però in un soffio diventò gigantesca, con la S maiuscola. La storia è quella di Rosa Parks, la piccola donna nera che il 1 dicembre del 1955 decise di non cedere il suo posto sull'autobus, che la riportava a casa dopo il lavoro, a un bianco, al quale quel posto spettava per legge.
Potrei dire: il resto è storia nota. Ma forse non è esattamente così. Il racconto del nonno al piccolo Ben, infatti, mi pare contenga un'urgenza che va ben al di là del racconto in sé. L'urgenza di dire ai piccoli di non dimenticare, l'urgenza di 'passare' loro il testimone e di insegnargli a 'fare tesoro' degli errori del passato. L'urgenza di farli crescere nel coraggio delle proprie azioni, nella consapevolezza dei valori della giustizia e dell'uguaglianza.
Quel primo dicembre il nonno di Ben si alzò e cedette il suo posto a un bianco, Rosa Parks, no. Lei non si alzò da quel seggiolino perché era stanca di quella situazione e profondamente convinta che sarebbe stata un'ingiustizia nei confronti dell'umanità cedere quel posto. E così era, e lei lo dimostrò. Un piccolo gesto della quotidianità diventò Storia. E come tale dobbiamo continuare a raccontarla e a utilizzarla come esempio formativo nei confronti delle nuove generazioni.
Se da un lato dobbiamo convenire con il nonno di Ben che da quel primo dicembre nulla fu più come prima, dall'altro ci sembra di doverlo smentire anche solo se guardiamo un po' di fatterelli della quotidianità di casa nostra (e qui lascio a ciascuno la libertà di ripescare nella propria memoria episodi di razzismo e segregazione autoctona). E questo libro tiene alta la guardia. Se questo è uno dei suoi principali valori, non è però il solo.
Sulla storia di Rosa Parks, sono stati scritti bei libri per ragazzi (alludo per esempio a quello di Paola Capriolo, No!, EL 2010), ma questo scritto da Fabrizio Silei e illustrato da Maurizio Quarello è una felice sintesi per prospettiva di lettura e per immagini di un fatto storico ben più articolato e complesso.

Che dire, un altro bellissimo libro che Orecchio Acerbo mette sugli scaffali delle librerie.
Voi non dite No: compratelo!
Carla
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