martedì 8 novembre 2011

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)


EH, VECCHIO MIO, LA VITA E' COSI'.... DAI, ALZATI!

IL PIU' GRANDE CALCIATORE DI TUTTI I TEMPI, Germano Zullo
La nuovafrontiera junior, 2011

NARRATIVA PER GRANDI (dagli 11 anni)

"Mi ricordo ancora il mio primo incontro ufficiale nell'Under 9, quando ognuno di noi voleva ancora diventare il più grande calciatore di tutti i tempi. Un avversario mi ha fatto un'entrata piuttosto vivace. Sono caduto a terra e ci è mancato poco che scoppiassi a piangere. L'allenatore mi ha detto: Eh, vecchio mio, il calcio è così...Dai, alzati!" (p.6)


Sta andando tutto un po' storto nella vita di questo ragazzo. Non grandi disgrazie, nulla di insormontabile, ma tante piccole contrarietà che si mettono per traverso nel suo percorso di crescita. Qualche insufficienza a scuola, scarsa forma anche sul campo di calcio, la madre con cui non riesce a comunicare, un padre 'pesante' che ha troppa fiducia in lui; tutto questo è motivo di insoddisfazione e malessere per ...già, non sappiamo nemmeno il suo nome. Germano Zullo non glielo ha dato, non per sciatteria, ma per sottolineare piuttosto l'universalità di quella condizione: un po' come a voler dire che quel ragazzo è un po' tutti i ragazzi.
Con delicatezza e grande sensibilità - entrambe doti che Zullo ha mostrato nell'altro unico suo libro pubblicato in Italia da Topipittori nel 2010: Gli uccelli - seguiamo un breve ma cruciale tratto di esistenza di un adolescente alle prese con la vita. Vediamo le sue difficoltà, vediamo il mondo che lo circonda pronto a dargli addosso al primo errore, vediamo i suoi tentativi di fare scelte anche controcorrente, vediamo le sue difficoltà di comunicazione e vediamo la sua determinazione a trovarsi un posto nel mondo.
In questo suo continuo cadere e rialzarsi, sono pochi i punti di riferimento cui può ancorarsi per mantenersi a galla: suo padre, silenzioso ma attento ed affettuoso a suo modo, Wamai, collega di quest'ultimo, rifugiato politico dal Rwanda e solo al mondo, Giuliana, ragazzina italiana con una passione per i libri e Veronique la potenziale fidanzata del padre. Per il giovane protagonista, tutti costoro sono come chiodi infilati in una parete intorno ai quali fissare fili di collegamento che, nel loro andare e venire, formano una robusta rete.
Così è la vita! Così ricordo l'adolescenza. Un continuo vai e vieni di fili immaginari, con percorsi incrociati tra i pochi punti di riferimento che mi ero fissata. Tutto questo lo facevo, in modo spesso inconsapevole, al fine di costruire legami, connessioni, significati, ma più semplicemente per costruirmi un sostegno che mi impedisse di cadere. E tanto migliori sono i punti di riferimento, tanto più essi entreranno in connessione tra loro.
E' per questo motivo che considero questo breve libro dall'aspetto non appariscente, un bel libro. Autentico, che non cede mai al facile stereotipo sempre dietro l'angolo, visto che si parla di calcio, originale e talvolta anche spiazzante.
Considero altrettanto bello il racconto della nascita e del consolidarsi di relazioni interpersonali tra i personaggi che a fine libro, ma potrei dire anche a fine partita, hanno dato vita a una vera e propria squadra, non solo di calcio, s'intende.
La passione per il pallone che attraversa l'intera vicenda è la chiave di lettura più immediata del libro, ma essa nasconde un'analisi ben più profonda sull'amicizia, sull'amore, sulla fierezza, sulla sicurezza di sé e, più in generale, sulle fatiche del diventare grandi. Su tutto questo, più che sul sofisticato schema 4-1-3-2, mi piacerebbe far ragionare i ragazzi.

Carla

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