DANZANDO DI FIABA IN FAVOLA
DI TOPI E LEONI, DI ORSI E DI GALLINE, Lev Tolstoi, Brunella Baldi
Lapis Edizioni, 2011
ILLUSTRATI per MEDI (dai 6 anni)
"Spesso intelligenza e coraggio sono la forza di chi è piccolo e debole.
Un leone si era addormentato quando un topo gli passò sopra di corsa. Il leone si svegliò e lo afferrò. Il topo allora prese a supplicare il leone di lasciarlo andare.
- Se mi lasci andare - gli disse - poi sarò io ad aiutarti...."
Il resto della favola è noto a tutti.
La cosa forse un po' meno nota è che questo non è il testo originale di Esopo, ma una riscrittura di Lev Tolstoi. Il grande romanziere russo, ad un certo punto della sua vita, decise di dedicarsi alla rielaborazione in chiave pedagogica di alcuni testi di lettura dedicati all'infanzia.
Nei quattro Libri russi di lettura Tolstoi volle raccogliere favole - da quelle di Esopo a quelle orientali passando per La Fontaine -, fiabe della tradizione popolare del suo paese, ma anche prese dalle raccolte dei fratelli Grimm. A queste si aggiunsero anche alcune sue composizioni originali. Nella riscrittura dei classici,come anche nei suoi racconti originali, per Tolstoi la costante doveva essere un linguaggio che fosse chiaro e semplice. Ed è per questa ragione che il romanziere molto pescò nel repertorio della tradizione popolare russa, raccontando l'ambiente contadino, la natura, la spiritualità e il senso morale del popolo russo.
In questa prospettiva le favole e le fiabe dei Quattro libri russi di lettura hanno un dichiarato intento edificante, ma nello stesso tempo ci raccontano un mondo agricolo, una campagna innevata, un contesto che un bambino russo, figlio di contadini e contadino anch'egli, avrebbe subito riconosciuto come suo.
Di topi e leoni, di orsi e di galline è il risultato di una acuta selezione di otto racconti presi da questi quattro libri.
E qui entra in gioco il secondo grande punto di forza di questo libro, se consideriamo come primo punto il fatto che i testi sono di Tolstoi.
L'operazione di 'tradizione' e intendo nel senso più letterale del termine latino 'tradere', ovvero, affidare, consegnare - che Lapis, sapientemente, ha voluto fare.
Mi pare che non si tratti dell'ennesima rimasticazione di testi precedenti, anche se di grande valore, ma di una vera e propria scelta culturale nei confronti di un testo. E questa scelta la verifichiamo leggendo la nota conclusiva di Stefano Garzonio, docente di Letteratura russa. Con lui possiamo ripercorrere le varie tappe che un racconto orale, o scritto che sia, fa nel corso del tempo. Ne seguiamo i diversi passaggi, gli intenti che ogni volta hanno mosso coloro che ne hanno curato le edizioni e possiamo anche verificare come una narrazione, nel suo essere tramandata, subisca ad ogni riscrittura lievi mutazioni. Così le favole di Esopo o quelle della tradizione indiana, assumono, attraverso la penna di Tolstoi, un nuovo sapore russo e nella edizione fatta da Lapis si trasformano ancora un volta, grazie al breve commento, il più delle volte in rima, di Rita Valentino Merletti che si trova ad introduzione di ogni favola.
Terzo elemento di forza sono i disegni di Brunella Baldi. Non credo che sia un caso, che, sugli scaffali delle librerie, attualmente sono ben tre i libri di questa illustratrice.
Sebbene io non sia un'esperta della materia, mi piace dirvi che della Baldi mi hanno sempre colpito due cose. La prima: la visione aerea, la prospettiva dall'alto, che si trova in molte delle sue tavole (analoghe prospettive si trovano nelle tavole di Carll Cneut, che le usa per 'attirare e catturare' nella pagina del libro, come sull'orlo di un pozzo, lo sguardo del lettore). La seconda: il senso un po' onirico e poetico, quasi come se nei suoi disegni si fosse in un perenne sogno un po' straniante.
Questi due caratteri messi insieme mi fanno pensare che lei disegni 'sospesa' nell'aria. Mi pare che lei veda il mondo dall'alto, un mondo 'sognato' e perennemente avvolto in una nebbiolina che ne sfuma i contorni troppo netti. Chissà se tutto questo ha a che fare con la danza che tanto la appassiona?
Altre ancora però sono le cifre che mi piacciono di questa illustratrice che balla sospesa: le architetture e l'intero mondo sempre un po' storto, la predilezione per gli animali, in particolare certi trampolieri o uccelli dal lungo becco ricurvo (uno per tutti quello che accompagna molte delle poesie della Dickinson. Andate a vedere il post a quel libro dedicato), che hanno un'aria così mite che quasi disarmano. Oppure, ancora la sua gamma cromatica, me la fa amare: è delicata, sfumata come il disegno, anche se in alcune tavole 'si accende' in modo inaspettato di colori forti che ti saltano incontro.
E poi, ogni volta, mi perdo nell'infinito 'guardaroba' di vitellini vestiti alla marinara, galletti in in blu jeans e cani in dolcevita, falchi in livrea, elefanti in salopette a fiori e topi in paltò, serpenti in giacchetta a pois...e gli altri andateveli a cercare voi...
Carla
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