giovedì 9 febbraio 2012

UNO SGUARDO DAL PONTE (libri a confronto)


LIBERA NOS A MALO

Ecco una novità spiazzante: si tratta di In una notte buia e spaventosa, di Adam Gidwitz; premetto che non lo considero un capolavoro, ma è un libro dotato anche di alcuni grandi pregi. La trama è semplice: il lettore, decisamente grandicello e non troppo sensibile agli orrori, viene condotto per mano attraverso alcune fiabe dei Grimm con la finzione di seguire le vicissitudini di Hänsel e Gretel, che in questo caso fanno da filo conduttore nel passaggio dall’una all’altra storia, collezionando tagli di teste e cotture in forno, senza farsi mancare la trasformazione in una specie di ferocissima bestia. Il sangue scorre a fiumi e a più riprese l’autore interviene per mettere in guardia l’incauto lettore dall’incappare in truculente descrizioni; come si evince l’atmosfera è alleggerita dall’ironia che consente di sghignazzare (chi ce la fa) sulla serie di morti, torture, incontri col diavolo e improbabili riconciliazioni. Ma in questa rassegna un po’ pulp si nascondono delle interessanti considerazioni: intanto l’autore più volte sottolinea come gli adulti, 


in queste fiabe, siano, quando va bene, degli infidi traditori e spesso degli orridi orchi, capaci di tagliare la testa ai figli oppure di mangiare bambini a colazione. E i bambini devono in qualche modo cavarsela da
soli, completare il loro percorso contando sulle proprie forze, un percorso che attraverso il dolore consente di pervenire alla ‘bellezza più abbagliante e alla saggezza più fulgida’. Adolescenti, aprite le orecchie: anche sentendosi traditi dal mondo adulto, si può coraggiosamente pervenire al proprio scopo. E l’adolescenza è senza dubbio una prova di coraggio. In cui magari è importante che ci sia qualcuno in grado di ‘sostenere’, come il fedele Giovanni, enigmatico personaggio di questa storia. Laddove sostenere sta per farsi carico delle pene e dei dubbi di chi si ama. E i ragazzi hanno un gran bisogno di qualcuno (magari non i genitori) che lo faccia. Dunque uno sguardo irridente sia alla tradizione della fiaba, vista nel suo aspetto più inquietante, sia un amaro giudizio sul nostro ‘buonismo’. D’altra parte, quanti e quali delitti vengono quotidianamente perpetrati nei confronti dei più piccoli? Il mondo adulto è realmente ambiguo, contiene in sé il bene e il male, anche se è difficile accettarlo. Vorremmo il mondo perfetto, ma noi stessi commettiamo errori e ingiustizie. 
Si comprende bene il senso della preghiera: ’libera nos a malo’,  


perché il male, a voler chiamare così la violenza che erutta nel mondo, qui come altrove, è fuori di noi, ma è anche dentro di noi. Il concetto è pesante, mi rendo conto, è soprattutto sgradevole, certo non ci identifichiamo in questa carrellata di mostri, ma la cosa sorprendente è che questo libro ci aiuta, con la sua ironia, a guardare in faccia l’inquietante consapevolezza della nostra condizione di adulti imperfetti; e a ridere sopra questo oscuro fiume di sangue (metaforico), che segna il destino dei protagonisti di queste fiabe.
Quale migliore illustrazione a questa metafora del male assoluto, quale è la fiaba di  Hänsel e Gretel, dell’omonimo libro di Mattotti, che gli è valso un meritato Premio Andersen nel 2010? Il rigoroso bianco e nero, direi più nero che bianco, con le sue pennellate di china,


è la giusta rappresentazione dell’oscurità che avvolge questa fiaba, forse una delle più crudeli.

Eleonora


In una notte buia e spaventosa”, A. Gidwitz, Salani 2012
Hänsel e Gretel”, L. Mattotti, Orecchio Acerbo 2010

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