LA
PECORA E IL PENSIERO SEMPLICE
IL
VIAGGIO DI MISS TIMOTHY, Giovanna Zoboli, Valerio Vidali
Topipittori
2012
ILLUSTRATI PER MEDI (dai 7 anni)
ILLUSTRATI PER MEDI (dai 7 anni)
" 'E se lei non è più lei bisogna che lei ritrovi se stessa. Miss Timothy, la informo che domani partirà alla ricerca di sé.' Miss
Timothy non aveva alcuna voglia di partire. Oltre al fatto che, in
effetti, non era più lei e quindi era anche diventata pigra, i
viaggi la scombussolavano. Ma niente la scombussolava quanto non
ubbidire. E in particolare non ubbidire a Mr. George, che era il più
bell'allevatore dello Yorkshire."
Eppure
Miss Timothy deve partire perché non è più la stessa. Lo ha detto
Mr. George e, per di più, si è messa a fare anche la brutta lana.
Brutta lana, brutto segno. Così, messe in valigia quelle poche cose
che una pecora in viaggio deve avere per forza con sé, la Timothy
sale sull'autobus. Pieno di altre novantanove Miss Timothy come lei,
le porterà in giro per il mondo, dall'isola greca a Parigi, passando
per Berlino e Roma. In alcuni momenti del viaggio tutte solidali, per
esempio nella scelta della cartolina da mandare a Mr. George, e in
altri ferme a ribadire la propria individualità, per esempio nella
scelta della cartolina da mandare a Mr. George, le cento Miss Timothy
sono lì insieme che continuano a perdere e a ritrovare se stesse,
per poi riperdersi di nuovo.
Così
come lo è stata la partenza, anche il ritorno avviene un giorno, quasi per
caso. E così giunge il momento di tornare a casa, di far vedere le
foto a Mr. George e di scegliergli un souvenir adatto. Felice di
essere di nuovo a casa (sebbene viaggiare l'avesse molto divertita),
felice di una felicità fatta quasi di nulla, Miss Timothy non ha
risolto il proprio problema, ma la lana ora la fa bella. Buona lana,
buon segno. Certo è che se le si chiedesse chi lei sia ora, non
saprebbe rispondere. Ma che importa?, dice lei, meglio dormirci su.
Io lo
sapevo che questo libro mi sarebbe piaciuto. Me lo sentivo. Una
storiellina, solo in apparenza piccola e lieve, dal fortissimo gusto
anglosassone, so british, fin nel profondo: nell'ironia,
nell'ambientazione, nel gusto non sense, nel ritmo tamburellante come
una pioggerella insistente (così tanto britannica anch'essa). Se
britannico è lo stile britannica è anche la protagonista, la nostra
Miss Timothy che tanto richiama quelle pallide signore inglesi, un
po' vacue, con gli occhi azzurrini e spenti e la voce belante, dalla facile infatuazione, dalle
caviglie fragili, dalla pelle diafana, dai ricciolini grigiastri in
testa e dal vestito perennemente di cattivo gusto e fuori moda.
Questa
Miss Timothy, geniale nel suo pensiero semplice, è protagonista
assoluta dell'intera vicenda perché capace di saltabeccare in tutta
nonchalance dalla cose effimere a quelle fondamentali, dalla banalità
alla filosofia, dal particolare all'assoluto. E sempre con un
registro sottomesso, essa ci appare sobria e discreta, vero campione
dell'understatement inglese.
Cercare
se stessi e quindi ritrovarsi per poi riperdersi e quindi ritrovarsi
ancora è in questo libro un gioco di stile per 'spaesare' il
lettore, ma è anche una ironica presa di posizione rispetto al tema
in sé.
A meno
che Giovanna Zoboli, ormai 'posseduta' dal genio dell'humor inglese,
non abbia voluto spiazzarci tutti, sostenendo che pensare fa male, fa
fare la brutta lana...a me, piuttosto, pare di poter leggere fra le
righe che capire chi si è lo si può fare solo quando essere se
stessi significa saper essere anche altro. O no?
Carla
Noterella
al margine. Vidali è assolutamente all'altezza della situazione.
Autobus, gregge, galleria di ritratti, firme sulla cartolina, vetrina
di pipe e cielo stellato sono tutte immagini che rimandano all'ordine, alla
ripetitività, all'uguaglianza ma nello stesso tempo, attraverso
delicati accenni, alludono alla volontà, alla ricerca e la tensione
che ci dovrebbe essere in ognuno di noi verso l'essere unico.
Nessun commento:
Posta un commento