IL GOOMBLA, ROBA DA GEMELLI
GLI
INDIVISIBILI, Jerry
Spinelli
Mondadori,
2012
NARRATIVA
PER GRANDI (dagli 11 anni)
"Sul
treno del ritorno, siamo arrivati con grande sorpresa di tutti. Nella
galleria Moffat. La Galleria Moffat è lunga più di dieci chilometri
e passa sotto le montagne del Colorado. Personalmente, io sarei stato
contento di aspettare che mamma tornasse a casa prima di nascere. Ma
Lily, ovviamente, essendo Lily, aveva fretta. Giuro che se mi
concentro abbastanza, posso ricordarla dentro nostra madre che mi
spinge da dietro."
Jake,
il primo a venire fuori con 11 minuti di scarto dalla sorella Lily,
così racconta nel diario che a due mani sta scrivendo con lei. Sono
gemelli, non solo diversi nelle sembianze ma anche nei gusti, nelle
abitudini e nel carattere. A Lily piacciono i trenini, a lui i sassi
levigati a lei piace ruttare a lui no. Nonostante questo, sono
legati da una sintonia che sembra addirittura paranormale.
Il
Goombla,
così decidono di chiamarlo, è un flusso che li unisce a grandi
distanze e che li fa spesso sentire un'unica cosa. L'esempio più
eclatante di Goombla
lo sperimentano il giorno del loro compleanno, quando l'uno
all'insaputa dell'altra, sonnambuli, si ritrovano alla stazione
ferroviaria lungo la stessa banchina. Ed entrambi sentono un forte
odore di cetriolini. Per i due è impossibile giocare a nascondino:
ognuno sa sempre dove si nasconde l'altro, inutili anche i regali a
sorpresa.
Eppure
un giorno questa intesa così profonda, viscerale, pare perduta per
sempre: Jake si fa nuovi amici e Lily, nonostante i consigli del
nonno che la sprona a costruirsi da sé una nuova esistenza, patisce.
Seguendo
il motto di famiglia: 'se lo vuoi, costruiscitelo' Lily intraprende
un faticoso percorso di 'ricostruzione' per riempire tutti quei vuoti
lasciati da Jake che ora ha nuovi amici e nuovi interessi. Al
contrario, Jake è tutto intento demolire ciò che incontra sul suo
cammino, assecondando il bullo del quartiere e vessando il Bizzambo
di turno, laddove il bizzambo è il prototipo della vittima, ovvero
un impasto di ingenuità e goffaggine, lontano da ogni ipocrisia e
malizia.
Apparentemente
ora le vite dei due fratelli corrono come binari, senza punti di
contatto tra loro, ma si sa che due rette parallele all'infinito si
incontrano...
Con
un intreccio ben ideato (solo in alcuni tratti un po' ridondante),
questo romanzo, costruito con gli ingredienti cari a Spinelli - il
duro mestiere di crescere, le grandi amicizie, vittime e bulli, le
famiglie, giovani e vecchi - è un libro che ai ragazzi piacerà.
Sono infatti belle le storie di grandi amicizie che corrono parallele
alla storia di 'crescita' di Jake e Lily, sono belle le figure degli
adulti e dalla maggioranza dei ragazzini, sono condivisibili le
scelte fatte dai due protagonisti, sono toccanti le letture
introspettive fatte dai due rispetto alla loro fratellanza e rispetto
agli altri. E l'aspetto che i ragazzi apprezzeranno più di tutte è che ogni cosa, alla
fine della storia, si ricompone per creare un'armonia 'cosmica'. Tutto è bene quel che finisce bene.
Un
lettore un po' più smaliziato potrà apprezzare questo libro, ma vi
riconoscerà una certa ripresa di temi già affrontati, evidentemente
veri e propri Leitmotiv per l'autore. Dietro al Bizzambo Ernie si ritrovano molti altri mizzambi passati, primo fra tutti il meraviglioso
e indimenticabile Penn Webb di Crash (Mondadori, 1996)
vegetariano, non violento, anticonsumista. Dietro al nonno di Lily e
Jake si scorgono tutti i meravigliosi nonni o vecchietti di molti libri precedenti, tra i quali ricordo Emilie, bloccata su una sedia a rotelle e lasciata in un ospizio ma
con una mente più libera e veloce di una lepre (Guerre in
Famiglia, Mondadori 1994).
Ma
tant'è. Spinelli è ancora Spinelli, ed è sempre un piacere
leggerlo!
Carla
Noterella al margine, copertina da dimenticare...
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