QUANDO IL LIBRO SI FA IN TRE
R&D,
Martí Guixé, Inga Knölke
Corraini
2012
ILLUSTRATO
PER MEDI (dai 7 anni)
Oggi
si definisce un food ex-designer ed effettivamente Guixé ha spesso a
che fare con il cibo. Disegnato o fotografato che sia. Questo suo
ultimo libro, come spesso accade con i suoi titoli, lascia così
tanto spazio all'inventiva personale che quasi quasi ci si perde e da
un libro se ne possono fare tre.
Vado a
spiegare in che senso.
In
R&D, ufficialmente Research and Development, ovvero Ricerca e
Sviluppo, già anche il titolo si presta ad una doppia
interpretazione. Se nel primo caso abbiamo sciolto l'acronimo, nel
secondo lo possiamo leggere tutto di seguito ed otteniamo la parola
RED, ovvero rosso. Questa seconda ipotesi condiziona per esempio nel
voler dare a questo libro una lettura 'cromatica', innanzi tutto.
Se
così fosse, le piccole frecce di colori diversi che indicano
porzioni particolari dei soggetti raffigurati alluderebbero al colore
con cui si richiede di 'far qualcosa'.
C'è
da chiedersi a cosa servano dunque i rettangoli tratteggiati di
grigio che sottostanno a coppie più o meno credibili di diversi
ortaggi.
Se il
libro davvero lo compriamo come RED allora ai bambini gli si può
chiedere di colorare secondo freccette un elemento terzo che sia il
frutto delle fusione delle forme. In una prospettiva transgenica,
pomodoro e carota, se debitamente 'incociati', potrebbero dare vita
alla pomota,
o al caroro
dal sapore agro-dolce, ottimo da gustare nelle serate estive.
Il
secondo - o forse già terzo?, uso che se ne può fare è quello più
propriamente concernente la forma degli ortaggi, ovvero nello
specchio sottostante si può disegnare un terzo oggetto che con
quelle forma ha a che fare. Penso che per esempio la silhouette del
pomodoro potrebbe accogliere allegramente una faccia, la zucca una
nuvola, la radice di zenzero un mostro.
Terza
o quarta ipotesi, ma non ultima, presumo: con l'accopiata banana e
mandarino si potrebbe inventare e disegnare nello specchio apposito
sottostante una meravigliosa ricetta in cui i due ingredienti si
fondano per dar vita ad una rinfrescante ma vitaminica pietanza
invernale.
Accanto
a queste numerose vie di utilizzo di questo geniale -ancora una
volta- libro del ex-designer catalano, lo stesso Guixé ne lascia
aperte alcune altre e penso a quelle pagine in cui spetta
direttamente al lettore trovare un compagno di accoppiata per
l'ortaggio o il frutto solitario. Per esempio l'uva o la ciliegia.
Dunque
in chiave transgenica, in chiave cromatica o per giastupposizione di forme questo libro
è di nuovo un colpo di genio di Guixé.
Già
lo avevamo visto con Food book (Corraini, 2009), un libro anche quello rigorrosamente senza parole con il quale, attraverso il
gioco, abbiamo fatto ragionare torme di ragazzini.
La
grandezza dei suoi libri risiede, a mio avviso, nel fatto che essi si
limitano a lanciare nei termini giusti, con vincoli precisi, impulsi
di autentica creatività e che tali impulsi possono poi attecchire,
svilupparsi e crescere in tuttti i grandi spazi 'vuoti' da riempire che il disegno lascia. Il vuoto cui alludo non è solo quello del grande bianco della pagina, ma anche il grande spazio mentale lasciato all'immaginazione di ciascuno.
E così
per la prima volta sono qui ad incoraggiare la manipolazione
'genetica' ...
Carla
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