Cucinare
in compagnia è un grande piacere, l’ho già scritto molte volte,
ma non capita spesso. Quindi, quando arriva a casa un’amica da
Messina e si ferma qualche giorno a Roma è bene approfittare della
sua esperienza di cuoca provetta per farsi preparare un piatto.
Lidia
è l’amica in questione: da Ercolano è andata a finire per lavoro
a Reggio Calabria, ma ha deciso di vivere a Messina, quindi ogni
giorno attraversa lo Stretto affrontando mare in burrasca, ritardi
cronici dei traghetti e non solo, pur di ritornare nell’amata
isola.
Non
ho faticato molto a convincerla a preparare il pesto alla trapanese
che lei ha realizzato comme il faut ovvero usando il mortaio.
Ecco
gli ingredienti per condire la pasta per 4 persone:
150 gr
di mandorle pelate
3
spicchi di aglio
60 gr
di pomodoro
8-10
foglie di basilico (oppure di rughetta nella versione palermitana)
20 gr
di capperi
olio
extra vergine di oliva
Occorre
pestare le mandorle nel mortaio poche per volta (Lidia le suddivise
in quattro parti) fino a ottenere una poltiglia non troppo sottile e
metterla in una ciotola.
Svuotare
dai semi i pomodori e tritarli insieme ai capperi con la mezzaluna.
Nel
mortaio pestare il basilico con gli spicchi di aglio, aggiungere il
trito di pomodori e capperi e continuare a pestare.
Unire
il tutto alle mandorle e aggiungere a filo l’olio così da ottenere
un composto omogeneo che avrà un bellissimo colore rosa.
Mettete
la salsa nell’insalatiera in cui condirete la pasta e aggiungete un
poco di acqua di cottura così da renderla un poco più liquida.
Versate la pasta (preferibilmente un formato corto) al dente,
mescolate bene e aggiungete, se necessario, un filo di olio.
Lulli
2 note
a margine:
Da
provare anche la versione del pesto alla palermitana nella quale al
posto del basilico va messa la rughetta.
Io
preferisco mettere uno spicchio di aglio in meno.
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