RIMBAMBINIRSI
LA MAGLIA DEL NONNO,
Gabriella Genisi, Eleonora Marton
Biancoenero Edizioni, 2012
ILLUSTRATI PER MEDI (dai 6 anni)
"Nonno mi racconta ancora delle
storie. A volte si interrompe a metà perché non ricorda come vanno
a finire, ma è bello lo stesso. 'Nonno, che succede adesso?', gli
chiedo. Lui mi fa una carezza, sorride e dice: 'E chi lo sa?'".
Il nonno di Ignazio, Ignazio anche lui,
sta perdendo la memoria: non si ricorda più la strada di ritorno da
scuola, non si ricorda come finisce quella storia, non si ricorda
come si guida un'automobile. Continua a piacergli il pollo arrosto e
la pasta al ragù, ma non sa più bene come si fa per mangiarli.
Tutto dipende dalla maglia della
memoria: una maglia 'magica' che se la indossi ricordi ogni cosa, ma
se ti dimentichi di metterla, allora tutto si annebbia. È così che
il nonno Ignazio racconta e spiega al nipote cosa sta accadendo.
Fino ad arrivare al giorno in cui il
piccolo Ignazio si rende conto che il nonno quella maglia non la
mette quasi più.
Il nonno di Ignazio, come anche altri
nonni dei suoi compagni, si stanno rimbabinendo. La loro testa non ha
più voglia di cose complesse, ma solo di cose semplici, piccole.
Questi nonni rimbambiniti -diventati bambini di nuovo- vanno aiutati
a tavola, altrimenti mangiano con le mani, vanno aiutati la sera
prima di andare a letto: 'togliti i vestiti, mettiti il pigiama, ti
sei lavato i denti...'
E come i bambini, anche a loro piace fare ciò
che, come un guizzo, gli attraversa la mente: cantare, per esempio,
o nei libri, guardare le figure, o urlare Gol a squarciagola davanti
alla tv.
Tema delicato, affrontato con lucidità,
chiamando le cose con il giusto nome e raccontandole in una
prospettiva, nonostante tutto, piena di serenità.
L'urgenza di Gabriella Genisi, che ha
scritto anche un libro 'da grandi' sullo stesso tema, sembra dettata
dal desiderio di mettere 'nero su bianco' qualcosa che, nella vita vera, le ha toccato
il profondo.
Sebbene della vecchiaia si abbia orrore (lo testimonia il pervicace accanimento di molti a sembrare giovani quando non lo si è più), e si tenda ad evitarla, a me piacciono quelli che van controcorrente e che raccontano le cose come sono.
Mi piace che della vecchiaia se ne parli ai bambini. E si dica loro, che invecchiare può significare anche rimbambinirsi e perdere il contatto con la realtà.
Io stessa, nel mio piccolo, dall'alto dei miei
cinquantatré anni, di nonni Ignazio ne ho parecchi che mi
circondano. Conosco le loro storie, sento i racconti affettuosi dei
loro figli: ma se da un lato mi atterriscono, dall'altro mi
inteneriscono. Io stessa, peraltro, con la memoria non ho un buon
rapporto. Dimentico tanto e tutti mi prendono in giro, perché ogni
occasione è buona per dire: non mi ricordo. Sembra che io lo faccia
apposta. Tutt'altro, ne patisco parecchio e spesso penso che anche io
da vecchia, mi rimbambinerò, come il nonno Ignazio o come tanti
altri vecchietti reali. Spero solo di trovarmi circondata da bambini
come quel piccolo Ignazio, che capisce che tra lui e il nonno, spetta
a lui il ruolo del 'grande'. Troverò anch'io bambini che avranno la
pazienza e il gusto di 'giocare' un po' con me?
Carla
Carla
Si riconferma l'originalità della
Marton, oramai illustratrice assidua nei libri Biancoenero, che
vivacizza il racconto con una chiave cromatica di soli tre colori, ma
che colori! che non può passare inosservata. Delicate le sue
'traduzioni' in immagini di quel testo che si intuisce, ma che le
parole non dicono.
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