ovvero tutto quello che libro non è ma ci ronza intorno...
GUARDANDO QUALCHE NOVITÀ
Incontrare direttamente
gli editori è spesso di grande utilità e consente sia di farsi
un’idea del progetto editoriale, al di là delle singole uscite,
sia di comprendere le motivazioni che spingono ad operare determinate
scelte. Così mi è capitato di incontrare Patrick Le Noel, che ha
inventato e fatto crescere, insieme al suo magico staff, le edizioni
L’Ippocampo.
Per questo autunno sono
previste diverse novità interessanti, dedicate ai bambini,
cominciando dal Divino inganno,di Sanjay Patel, disegnatore della Pixar, che ha voluto illustrare
uno dei testi indiani più importanti, il Ramayana, rendendolo
fruibile anche dai bambini occidentali, che di cultura indiana sanno
ben poco.
Un’altra acquisizione
per me significativa è quella dell’illustratore francese Antoine
Guilloppè, con l’illustrato raffinatissimo Pieno
sole, edito in Francia da Gautier-Languereau:
una storia semplice, cosa guida la corsa del giovane guerriero nella
savana se non l’amore?, raccontata con illustrazioni realizzate
sovrapponendo due fogli, uno nero ritagliato minuziosamente, l’altro
bianco, che con la luce radente sul foglio creano effetti
stupefacenti. L’avevo visto in tutte le librerie parigine impilato
in bella vista e mi chiedevo, chissà quando un editore italiano se
ne accorgerà…ed eccolo qui.
Se volete saperne di più
guardate qui
Ma quello che sicuramente
è il libro più atteso è Il segreto d’Orbe,
di Francois Place, che con questo libro ha vinto il premio per la
fiction alla Fiera di Bologna. Edito da Casterman, con una scelta
editoriale difficile, un cofanetto con due libri e le tavole separate
e un costo che qui da noi sarebbe proibitivo, in Francia non ha avuto
un grande riscontro commerciale. L’editore italiano ha scelto di
cambiare la presentazione editoriale, fermi restano i contenuti, con
un libro che sarà di circa 400 pagine, ma con un costo decisamente
più contenuto. Non vi dico di più. Aspettiamo ad averlo in mano per
valutare queste modifiche.
Questo episodio mi
consente di affrontare un argomento spinosissimo: i libri e la loro
vendibilità. O, anche, se per essere dei grandi editori (grandi per
la qualità culturale e non per la quantità di vendite) è
necessario ignorare i dati di vendita, ovvero lavorare per un mercato
di nicchia fatto di adepti più che di incidentali lettori. Lo stesso
dilemma vale per le librerie: per essere librai ‘veri’ bisogna
avere solo libri ‘belli’ (ma chi li giudica?), colti raffinati
significativi, e la vendita di libri commerciali è di per sé, oltre
che uno strumento di sopravvivenza, un oltraggio alla cultura? Come
ben sapete, sono più che convinta del ruolo ‘militante’ che
cerco di avere, ma personalmente questo non mi impedisce affatto di
salutare con gratitudine l’uscita di libri che fanno entrare in
libreria anche i non lettori, o che creano, come i libri della
Rowling, un livello di fedeltà del tutto particolare, che hanno dato
fiato e risorse alle librerie per anni. Ripeto spesso che è
necessario tracciare una linea di demarcazione fra i libri, o
prodotti complementari, che possono essere accettati, anche se non
consigliati, e libri che proprio non dovrebbero entrare in libreria,
perché sono pensati per agganciare una vulnerabilità infantile
rispetto al richiamo del marchio conosciuto, e qui non ripeto gli
esempi già fatti. Nella realtà dei fatti l’esistenza di prodotti
commerciali spesso consente di produrre, nel caso degli editori, o
comprare, nel caso dei librai, libri che costano investimenti di
tempo e denaro. Non si vive di sola bellezza.
L’editore di cui fin qui
vi ho parlato produce libri di grande raffinatezza e di grande
impegno; vi cito, fra le novità di quest’autunno, due libri per
‘grandi’ che mi hanno colpito molto: Cortecce,
uno splendido fotografico di Cedric Pollet sulle cortecce degli
alberi, idealmente molto vicino ai libri che abbiamo recensito; e
Women are heroes, del fotografo ‘di strada’ JR, che con le sue istallazioni di
foto-murales ha reso omaggio al coraggio delle donne. Ma pubblica
anche i libri sugli One Direction, band giovanile adorata dalle
ragazzine, un prodotto assolutamente commerciale, che, con tutta
probabilità, ha consentito tante scelte coraggiose in altri ambiti.
Se un editore vive del proprio lavoro di editore o se un libraio vive
vendendo libri e non facendo caffè, questi compromessi li deve fare.
O no?
Eleonora
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