SOGNI DI BAMBINE,
Nicoletta Ceccoli, Beatrice Masini
Rizzoli, 2012
ILLUSTRATI PER GRANDI (dai 10 anni)
"C'era una volta una bambina
che si chiamava Lia e non sopportava di vedere gli animali
prigionieri. Se fosse stato per lei, il mondo sarebbe stato un posto
meraviglioso, senza gabbie, stie, reti, pollai, porcili, stalle,
canili e tutto il resto, un posto dove gli animali potessero vivere
fianco a fianco degli esseri umani senza alcun problema, in totale
libertà."
Nel 2010 usciva per l'etichetta
Venusdea un prodigioso albo di Nicoletta Ceccoli dal titolo Beautiful
nightmares. Due anni di lavoro, centrotrentasei tavole in cui sono protagoniste
altrettante fanciulle meravigliose uscite ciascuna da un sogno
diverso.
Il sapore onirico che ha sempre
distinto la poetica della Ceccoli, qui trova la sua massima
espressione e non alludo solo alla quantità di illustrazioni, ma
alla loro maturità. L'occhio spazia su soggetti che sono costruiti
di stupore, di allusione che diventa illusione. Ogni tavola, come se
fosse avvolta in una nebbiolina che lentamente si dissolve, porta in
sé un particolare che sposta l'occhio dalla realtà riconoscibile
alla sfera dell'irrealtà, dell'impossibile. Questa altalena tra vero
e sogno culla e cattura il lettore, conducendolo verso una dimensione
percettiva parallela.
Centotrentasei pagine silenziose, ma
ricchissime di suggestioni, hanno trovato nel marzo di quest'anno un
editore italiano coraggioso, Logos Edizioni (nella prestigiosa collana umor vitreo), sempre molto attento a
diffondere l'illustrazione di qualità.
Successivamente, una seppur esigua
parte di queste fanciulle, dodici per la precisione, sono diventate
protagoniste di altrettante storie, scritte su di loro da Beatrice
Masini. E questo è Sogni di bambine.
Con un intento che va verso una sorta
di dissolvimento dell'inquietudine che necessariamente il sogno porta
in sé, dagli incubi meravigliosi si è progressivamente giunti a più
innocui sogni di bambine.
Laddove le immagini lasciavano spazio
infinito all'immaginazione del lettore, qui le narrazioni di Beatrice
Masini hanno il compito di suggerire un unico percorso
interpretativo.
Così quelle creature eteree e
misteriose, apparentemente fragili, diventano bambine con una vita
reale. Spesso vittime della solitudine, così come capita a Isolde
rinchiusa nel suo labirinto che aspetta un cavaliere anche stupido
che la venga a togliere da là.
La piccola Tilde, che come il ben più
noto protagonista del romanzo di Dahl Le streghe (Salani,
1987), si trova da un minuto all'altro trasformata in topo, o
Melissa, la bambina ape, allevata in un alveare e vittima
dell'invidia delle pungenti 'sorelle', o Selina la bambina che amava
i tessuti leopardati a tal punto che la sua stessa pelle un giorno
cominciò a macularsi, tutte loro sono protagoniste in azione in
questo mondo parallelo.
Solo in apparenza delicate e fragili,
alcune di loro si rivelano fanciulle volitive che hanno il coraggio
di scegliere la libertà, di seguire la loro vocazione. Altre invece,
più indietro nel loro percorso di maturazione, sono ancora lì che
si struggono nel cercare risposte alle grandi domande della vita.
Carla
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