martedì 16 ottobre 2012

LA BORSETTA DELLA SIRENA (libri per incantare)

LUNGA VITA A RUPERTO!

GLI UGHI E LA MAGLIA NUOVA, Oliver Jeffers
Zoolibri, 2012


ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)

"Gli Ughi avevano una caratteristica: erano tutti uguali!
Erano tanti, tantissimi...
Avevano lo stesso aspetto... avevano gli stessi pensieri...
e avevano le stesse passioni.
Finché un giorno, uno di loro -si chiamava Ruperto- ebbe l'idea di ricamarsi una bella maglia nuova."

Per due ragioni, questa bella maglia non passa inosservata: è arancione in un mondo di grigi ed è unica in un mondo di Ughi senza maglia.
Come troppo spesso accade, la novità suscita sconcerto e diffidenza, e anche qualche lacrima.
In un mondo di uguali essere diverso porta scompiglio.
Però Gilberto, amico di Ruperto, è di altro parere: essere diverso è interessante e così si genera la seconda maglia, uguale identica a quella di Ruperto.


Essere diversi in due comincia già a 'far tendenza' e così essere diversi diventa di moda. Tutti vogliono essere diversi e ovunque si producono, sferruzzando, maglie arancioni. Tutte uguali per essere diversi...


Ma Ruperto non finisce mai di stupire, sovvertendo l'ordine, così un giorno decide, con la sua bella maglia arancione, di indossare qualcos'altro...
oh, no! si ricomincia...

Il meccanismo è perverso e senza fine apparente.
A ben guardare nell'essere umano albergano due tendenze tra loro opposte ma in qualche modo anche tra loro in equilibrio: il desiderio di sentirsi diversi e di sentirsi uguali.
Ci piace sentirci diversi, perché ci piace emergere da un fondo uniforme, ci piace trovare conferma del fatto che siamo unici, ma ci piace allo stesso tempo anche essere uguali perché ci rassicura essere circondati da omologhi, ci piace riconoscere noi stessi negli altri.

Al mondo esistono i Ruperti, i trasgressori, gli innovatori, ma esistono anche i Gilberti, gli imitatori, gli omologatori.
Il grande Oliver Jeffers mette sotto gli occhi di tutti tale umana attitudine e ne ride. Che altro si può fare, se non sorridere dei nostri limiti, dei nostri tic?
C'è un lato ridicolo, ma al contempo anche un po' amaro, nel constatare che l'intero sistema 'umanità' per sopravvivere ha bisogno di neutralizzare, di rendere innocua quella parte di sé che vorrebbe andare altrove per rimanere diversa.
Il diverso è da sempre un problema.
Posso scegliere tra diverse soluzioni: lo nego, lo allontano, lo elimino, oppure lo neutralizzo rendondolo uguale.
Quella che sarebbe la più via più semplice, la più accogliente e, io penso, anche quella vincente è ancora di pochi.
Ma gli Ughi di Jeffers, pur presi nel meccanismo uniformatore, sanno anche godere del cambiamento.
Finché esisterà un Ruperto, l'umanità non sarà del tutto perduta.


Gli Ughi sono in perfetto stile Jeffers: minimalisti. Grandi fagioli oppure ovetti con esili gambe ed esili braccia. Niente piedi, un po' d'ombra. Vagamente assimilabili alle grandi capsule medicinali, terrore di ogni bambino, hanno una linea che li divide a metà, due punti per gli occhi, un trattino per bocca e un naso o un ciuffo pendente in mezzo alla fronte spaziosa.
Ghi Ughi son di poche parole: eh? ah! ma espressivi come poco altro al mondo.
Hanno la stessa forza comunicativa di quei tondi sghimbesci attraversati da una linea per la bocca e punti per gli occhi, che i bambini a tre anni disegnano impugnando la matita come il cambio di una fuori serie. Sono i loro primi ritratti. Gli Ughi, fatti da questo strepitoso illustratore, hanno la stessa freschezza e purezza espressiva. Magnifici. Come magnifica è la maglia che nella sua decorazione a zig zag tanto mi ricorda la greca del maglione più noto al mondo, quello dell'adorato Charlie Brown.


Carla

Noterella al margine: bel colpo di genio tramutare gli Hueys in Ughi!
Non vorrei farne un caso nazionale, ma qualche nonna più puntigliosa solleverà la questione: lavorare a maglia è ben altra cosa dal ricamare!

Per chi volesse saperne ancora di più su Jeffers, suggerisco tre vie:
una bella intervista, sebbene datata, in Seven Impossible Thinghs
e, modestamente, in questo stesso blog qui e qua

Nessun commento:

Posta un commento