Nord-Sud Edizioni, 2012
ILLUSTRATO PER MEDI (dai 7 anni)
"Sam e Julia abitano a Villa
Topi, un mondo a sé. Julia abita al sesto piano, in mezzo,
sul retro. Vive lì con sua mamma in una stanzetta piccola piccola.
Non ha papà, né fratelli o sorelle né nonno o nonna. [...]
Anche Sam abita a Villa
Topi, in mezzo, sul davanti. Vive lì con suo papà, sua
mamma, i suoi fratellini e le sue sorelline. Ha due nonni e due
nonne, alcune zie e uno zio."
Sono topi grigi,
vicini di casa e amici del cuore. Hanno caratteri molto diversi, Sam
è timido e Julia intraprendente, ma ciò che Sam ha di troppo,
Julia ne ha troppo poco, e per questo vanno così d'accordo e
condividono tutto.
Condividono il loro
tempo (dalla luminosa mattina alla scura e confusa serata) e
soprattutto lo spazio, entrambi protagonisti del libro.
Mi riferisco, per
esempio, allo spazio delle scale così pieno di misteri e angoli
segreti, che apre e chiude le loro piccole avventure, ma anche la
cucina della nonna o la bottega dello straccivendolo. Diciasette
capitoli che raccontano la vita dei due protagonisti: dalla merenda
con le frittelle, alla nascita di tre fratelli in un sol colpo,
passando per la varicella fino alla celebrazione dello Shabbat.
Julia con il suo
vestitino fatto a maglia con lana rossa e bianca e Sam con il suo
pullover blu sono due topetti di lanetta dagli occhi sfavillanti e
neri. Agiscono all'interno di un complicato e labirintico complesso
abitativo, Villa Topi appunto, che a noi lettori è dato di vedere in
sezione.
Un'enorme casa per le bambole, sogno di ogni bambino fin dalla preistoria, percorribile e praticabile in lungo e in largo e soprattutto arredata di tutto punto. La cucina della nonna, il soggiorno con i divani fantasia e i quadri alle pareti e la partita a scacchi interrotta sul più bello; la camera di mamma e papà con le lenzuola di pizzo di San Gallo e il flaconcino dell'olio per i culetti delicati; la camera di Sam e suo fratello con i loro disegni alle pareti e i fumetti sparsi ovunque; la casa della zia, un po' fané con il quadretto a mezzo punto, il syngonium nel cachepot e i rabbini in cornice.
Queste e molte
altre godibilissime vedute costituiscono il corredo iconografico di
questo libro, fatto che lo rende specialissimo e meraviglioso per gli
occhi.
I più di venti
ambienti che Karina Schaaapman ha costruito in ogni dettaglio,
arredandoli alla perfezione, come fossero autentiche abitazioni di
altri anni, disordinate a modo loro, piene di ricordi e di oggetti
della quotidianità -e che Ton Bouwer ha 'illuminato' per le sue
fotografie con altrettanta sensibilità- sono i veri protagonisti del
libro.
Passo ore a
guardare ogni immagine cercando di cogliere i mille particolari che
con pazienza, impegno e immensa cura l'autrice ha collezionato e
messo in uso a Villa Topi e penso con un po' di invidia a quanto le
deve essere piaciuto farlo. Ma l'altra cosa che mi
ha colpito in questo libro è la luce che c'è in ogni scatto
fotografico: la stessa che ha accompagnato la mia infanzia e che era
in un libro, meno raffinato di questo, ma altrettanto abitato da
topi: la casa di Topo Gigio (Rosi e Ino) in Le avventure di Topo
Gigio (Mursia 1961).
Amarcord!
Carla
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