DA OGGI SONO FELICE,
Sarah Weeks
Beisler, 2012
NARRATIVA PER GRANDI (dai 12 anni)
"Quell'anno molte cose stavano
cambiando. Io, più di tutto. Divenni insopportabile. Bastava niente
perché perdessi la pazienza, e la vittima preferita era sempre lei,
mia madre. E poi mi mettevo a piangere, così, senza ragione. Fiumi e
fiumi di lacrime, un mare di singhiozzi. Mi sentivo uno straccio,
vuota, inutile. La mia vita era un disastro. A cominciare dai
genitori. Lui vecchissimo, lei grassa e ossessiva."
Verbena Ellen Colter ha 11 anni e sta
crescendo. E crescere è quasi sempre un esercizio faticoso. In
crescita, sono due i sentimenti che si alternano: la rabbia e il
senso di estraneità verso gli altri. Si possono avere i migliori
genitori del mondo, e Verbena li ha effettivamente, ma nei loro
confronti rabbia e lontananza sono fisiologiche, sintomi del
naturale distacco che deve avvenire all'interno del legame tra figli
e madri e padri. Verbena c'è in mezzo, in pieno.
Considera i suoi genitori altro da sé
e si vergogna di loro. Si vergogna soprattutto di sua madre e pensa
che la sua condizione di insoddisfazione dipenda massimamente da lei.
Così, quando il giorno del suo diploma
la vede indossare il vestito con le bucce di pisello, quello stesso
vestito che avevano uguale e che entrambe indossavano quando lei era
più piccola per la gioia di entrambe, è per lei come 'fumo negli
occhi': "un divano con la tappezzeria a bucce di pisello!"
Ma a questo diffuso senso di disagio,
rabbia, inadeguatezza, fragilità si va ad aggiungere una difficile
verità che fino a quel momento le era stata tenuta nascosta. Verbena
è stata adottata; i suoi veri genitori sono in realtà
un'alcolizzata e un galeotto. Quest'ultimo è però suo zio.
Per Verbena è facile mettere insieme
le due cose: io sono così perché arrivo da lì, il mio essere così
diversa nasce nel mio DNA e quindi sono condannata: as simple as it seems...
Ma questo rovello nella testa della
ragazzina si inceppa con un granello di sabbia, o per meglio dire,
con una Pulce. Lui, Pulce, è un ragazzino mingherlino, pieno di
assurde fantasie, molte allergie e qualche affinità con questa ragazzina. Un'estate si affaccia, d'improvviso,nella turbolenta vita di Verbena.
Condividere con lui il progetto di
rimettere in sesto un vecchia barca abbandonata sulla rive del lago,
fa sì che Verbena faccia ripartire il suo cuore, rilassi i suoi
muscoli troppo contratti e ricominci a respirare.
Ma soprattutto a Pulce va il merito,
forse anche inconsapevole, di aver rimesso in contatto Verbena con
Verbena. Avere un interlocutore per questa sbalestrata ragazzina ha
significato soprattutto ritrovare se stessa, imparare ad accettarsi,
ed avere nuovi punti di riferimento, sui quali poter fissare la
propria nuova rotta, verso la felicità di diventare grandi.
Un altro meraviglioso romanzo di Sarah Weeks. La ragazza Chissachì (Beisler, 2005) che considero un caposaldo della
mia biblioteca ideale mi ha così tanto colpito che per sette anni l'ho letto e
riletto a tutti i ragazzi che ho finora incontrato. E mai una volta
mi è capitato di sentirne un giudizio meno che entusiasta.
E adesso ci risiamo. Di nuovo una
relazione madre-figlia indagata da scorci forse più consueti, di
altrettanto toccante e potente autenticità.
Nella galleria delle ragazze da amare
ad ogni costo ad Heidi si affianca Verbena. Nella galleria delle
donne da amare accanto a Zucchero e a Bernadette entra a pieno titolo
Ellen Wojcik, lei e le sue abbondanti misure.
Nella galleria delle scrittrici: Sarah
Weeks, ancora una volta 'barca' sicura per tutti quei ragazzi che
sono al guado tra infanzia ed età adulta.
Carla
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