IL 'BAMBINO DIMEZZATO'
STORIA DEL BAMBINO BUONO/STORIA
DEL BAMBINO CATTIVO, Mark Twain, Roger Olmos
Logosedizioni 2012
NARRATIVA PER MEDI (dagli 8 anni)
"C'era una volta un bambino
buono di nome Jacob Blivens. Obbediva sempre ai suoi genitori, per
quanto assurde e irragionevoli fossero le loro richieste, e studiava
sempre e non arrivava mai in ritardo alla scuola domenicale [...]
nessuno degli altri bambini riuscì mai a capirlo, si comportava in
modo così strano.
C'era una volta un bambino cattivo
di nome Jim - anche se, fateci caso, nei vostri libri della scuola
domenicale i bambini cattivi si chiamano quasi tutti James [...] e
hanno madri malate che insegnano loro le preghiere e cantano le
canzoni della buonanotte con voci dolci e sommesse e poi danno loro
un bacio e si inginocchiano di fianco al letto e piangono."
Da un lato, un bambino buono che non
giocava mai a biglie la domenica, non dava le monetine arroventate
alle scimmiette dei suonatori di organetto, e passava il suo tempo a
cercare di imitare i bambini buoni che 'leggeva' nei libri che gli
davano al catechismo: il suo sogno era incontrarne uno, ma quelli
morivano tutti anzi tempo...
dall'altro un bambino cattivo, senza mai
un rimorso di coscienza, io direi addirittura privo di coscienza, che
non chiese mai perdono per nessuna malefatta. A lui le cose andaron
diversamente...
Nei libri i bambini buoni fanno buone
azioni e vengono premiati, e tutti alla fine gli vogliono bene. In
quegli stessi libri i bambini cattivi fanno ogni tipo di nefandezza,
ma poi si pentono, e tutti alla fine gli vogliono bene.
Ma a questo bambino buono e al suo
omologo cattivo le cose andarono in altro modo. Al primo non ne
andava mai una dritta: preso a bastonate dal cieco che aveva salvato
dai monelli, morso dal cane che aveva sfamato, ed infine saltato in
aria, per amor di gustizia e coscienza troppo immacolata...
Al secondo, al contrario, nonostante
nessun pentimento, andò sempre alla grande. Nel rubare le mele, non
cadde mai dall'albero, non affogò mai andando in barca, non fu mai punito dal maestro,
non fu mai
colpito da un fulmine per aver pescato nel giorno del Signore, non
bevve mai per sabaglio l'acido nitrico rubando l'essenza di menta,
anzi divenne ricco e famoso e, in qualità di membro dell'assemblea
legislativa, godette del rispetto di tutti.
Mark
Twain, 1865: The Story of the Bad Little Boy-The Story of the Good
Little Boy. Due racconti
speculari, da leggere in sequenza (la Logos che mette le due storie
in un unico libro da leggersi upside down ci consiglia prima la
storia di quello buono, perché mette il codice a barre sulla
copertina della Storia del bambino cattivo...) che Twain scrisse per
prendersi gioco di certa letteratura edificante e per mettere in
ridicolo, attraverso una satira feroce, la società americana
dell'epoca, fatta di perbenismo, ipocrisia e corruzione che favoriva
chi si dimostrava senza scrupoli e premiava i peggiori.
Tracce
di letteratura edificante ci sono ancora, ma grandi passi sono stati
fatti in quella direzione. A partire dallo stesso Tom Sawyer con
Huckleberry Finn, l'Alice di Carroll, il Giannettino di Collodi, il
Mestolino di Yambo, il Gianburrasca di Vamba, la Bibi di Karen Michaelis, oppure Pippi ed Emil
della Lindgren, fino ai meravigliosi bambini di Dahl, che danno la
fatale medicina alla nonna orrenda, per 'renderla migliore' hanno
ormai sdoganato il 'bravo bambino' tout court.
Pur
tuttavia, discutere di Bontà e Cattiveria, non ci può far male.
A
parte l'evidente j'accuse nei confronti della società dell'epoca (di
stringente attualità, peraltro...) che premiava i 'cattivi', mi pare
che Twain - nell'aver voluto scrivere questa storia doppia - ci stia
anche mettendo sull'avviso che l'essere umano, nella sua naturale
imperfezione, è fatto di regola e trasgressione. D'altronde il sommo
Italo Calvino, a quasi ottant'anni di distanza, con Medardo di
Terralba, diviso tra Gramo e Buono, non ci ha dimostrato che la
completezza è fatta di due metà?
Visto
il tema del libro, vista la doppia prospettiva del racconto, chi
meglio di Roger Olmos, bad good boy
dell'illustrazione, poteva cimentarsi con Twain? Verdognolo, rosso di
capelli, spettinato, con un cervello appeso a due ali di pipistrello
il bambino cattivo, guance rosee, taglio di capelli più alla moda,
cravattino e occhi celesti e cervello appeso a due ali d'angelo il
bambino buono, ma le due metà, di calviniana ispirazione, che si 'incontrano' nella pagina
centrale del libro sono i due pezzi di un medesimo puzzle e tra loro
in qualche modo potrebbero anche combaciare, chissà...
carla
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