VIOLETTA LA STREGHETTA E
L'INCANTESIMO SUPPERGIÙ,
Anu Stohner, Henrike Wilson,
Beisler, 2013
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 4 anni)
"Violetta desiderava una
casetta tutta per sé. Facile per una strega. Bastava ricordarsi a
memoria l'incantesimo giusto. "Spiriti di rapa, voglio una casa.
Saliva di ragno, gocce di stagno, uova morte e strane torte, fate che
le pareti siano...ehm...storte!
Ih! Ih! Ih!, ridacchiarono le altre
streghe. Un altro incantesimo suppergiù!"
Violetta, lo avrete capito, è
pasticciona per natura. Chi, come me, è pasticciona per natura,
prima o poi finisce per amare i propri pasticci.
E così Violetta,
sbagliando ogni volta l'ultima rima dell'incantesimo, ottiene sempre
qualcosa di inaspettato. Al posto di una bella casetta ha una casa un
po' sbilenca, al posto di una scopa areodinamica ha una scopa dal
manico molto nodoso, al posto di un lugubre corvo ha come 'famiglio'
un coniglio blu. I suoi incantesimi sono ogni volta una sorpresa, ma
Violetta non se ne rammarica mai. Anzi.
E anche quando sente uno strano
rimbombo nel bosco pensa dipenda dall'ennesimo suo incantesimo
suppergiù. Invece quel rimbombo è un gigantesco gigante che
imperversa nel bosco. Catturate tutte le streghe con un solo gesto,
il gigante si vede sfrecciare davanti al naso una strega che vola in
modo scomposto e disordinato. A Violetta dunque spetta il compito si
riportare in salvo le colleghe. L'incantesimo è come al solito
suppergiù, ma il risultato esilarante: nel senso più letterale del
termine.
È l'incantesimo della Felicità.
E la Felicità sembra essere la ricetta
vincente di Violetta. Sempre felice di tutto quello che le capita,
capace di saper cogliere il buono da ogni situazione, Violetta
volteggia nel mondo sempre con il sorriso sulle labbra. E la sua
indole serena la rende contagiosa e, al suo passaggio, la risata si
scioglie sulle facce di tutti. Ma è una risata sana, lontana
dall'essere maligna, è una risata piena di gusto.
Raccontare ai bambini i pasticci fatti
da un altro, li farà certamente ridere e li autorizzerà a credere
che non sempre si può essere perfetti. Sapersi accontentare, sapersi
accettare con i propri limiti è un comunque un buon esercizio. In
questo mondo di 'finte' perfezioni andare controcorrente può avere
anche un suo senso educativo.
La collaudata coppia Stohner-Wilson,
che in passato abbiamo letto nei libri dedicati a Babbo Natale
pubblicati da Emme edizioni, ancora una volta sembra viaggiare in
grande armonia. Un testo molto spiritoso, nelle formule degli
incantesimi soprattutto, cui si affianca una illustrazione molto
tradizionale ma nel contempo piena di vitalità e inaspettata nelle
prospettive e nei tagli delle immagini: cieli ariosi e boschi di
conifere che fanno da sfondo all'imperversare di una strega goffa e
maldestra. E quando c'è di mezzo il gigantesco gigante, il taglio
prospettico delle tavole muta a sottolineare il suo ingombrante uso
dell'intera pagina.
Carla
Riflettendo sul titolo del libro, mi
viene da fare ancora una volta un unico appunto.
Rispetto al nome forzatamente in cerca
di rima con un diminutivo di troppo, apprezzo la sobrietà un po
'secca' nell'originale tedesco che suona più o meno così: Una piccola strega pasticciona.
Nessun commento:
Posta un commento