LA DUREZZA DEL MONDO
Due libri
‘tosti’, che raccontano ai ragazzi realtà del mondo
contemporaneo che forse vorremmo ignorare: nel primo, I
lupi arrivano col freddo, si
racconta l’intricata questione curda, attraverso le avventure di un
ragazzino rapito dai guerriglieri del pkk. L’altro racconta la
tragedia argentina dei desaparecidos, attraverso gli occhi di due
ragazzi che scoprono di non essere figli biologici dei loro genitori.
Premesso
che sull’opportunità di costruire storie così dichiaratamente a
tema si può ovviamente discutere, va detto comunque che questa
tipologia di testi ha il merito di raccontare in modo non pedante
episodi della storia recente, se non della contemporaneità, che
sfuggirebbero alla coscienza dei più giovani e che probabilmente non
troverebbero ospitalità nei programmi scolastici.
I lupi
arrivano col freddo, a suo
modo, è un romanzo di formazione, in cui il protagonista, Fuad, è
rapito da oscuri trafficanti, collegati al partito comunista curdo
(pkk) e comincia un viaggio nel Kurdistan turco, nei suoi diversi
ambienti, scappando insieme, per poi perderli di vista, ad altri due
ragazzi nelle sue stesse condizioni; un po’ banditi, un po’
sbandati, dei ragazzini non più bambini, non ancora adulti sono
costretti a confrontarsi con la violenza, la povertà, la guerra per
bande in cui è davvero difficile trovare le ragioni. Diventare
grandi in questo caso è prendere le distanze dai legami di sangue e
cercare una propria via di crescita lontano dalle violenze e dalle
prepotenze, rinunciando però al ritorno alla propria famiglia.Interessante
la descrizione di un mondo agro pastorale ancora ‘antico’, appena
sfiorato dal business del petrolio, chiave di molti conflitti
contemporanei; così come lo è la descrizione delle dinamiche di una
guerra civile che divide le famiglie e spezza i legami
consuetudinari, così come avevamo già visto nell’Irlanda
raccontata da Shioban Dowd (vedi qui). La narrazione è tuttavia
complessa e spesso sfuggono i riferimenti storici e geografici;
indubbiamente un testo per lettori maturi, dai quattordici anni in
su, che s’interessino davvero a quello che succede nel mondo.
Forse più
immediatamente comprensibile la situazione descritta in Sotto
il cielo di Buenos Aires: la
storia di una famiglia di italiani emigrati in Argentina, costretta a
fare conti con le violenze della dittatura militare di Videla.
Quindi familiari rapiti e mai più ricomparsi, ovvero gettati in
mare, bambini scomparsi, ovvero dati in adozione alle famiglie ‘per
bene’. La difficoltà di questi bambini diventati ragazzi a
ricostruirsi un’identità dopo che la verità è stata svelata dal
coraggioso e paziente lavoro delle nonne di Plaza de Mayo, che non
hanno mai dimenticato, non hanno mai smesso di cercare i propri figli
e nipoti. Alla fine hanno svelato al mondo la mostruosità di
un’operazione di pulizia non etnica, ma generazionale, compiuta dai
generali argentini: trentamila giovani donne e giovani uomini
eliminati perché ‘sovversivi’, laddove l’essere sovversivo
consisteva spesso solo nell’insegnare ai bambini dei quartieri
poveri.
Non tutti
i bambini rapiti sono stati rintracciati, il lavoro delle nonne di
Plaza de Mayo non è ancora finito.
Il
racconto delle vicissitudini di questa famiglia italiana in Argentina
scorre via, mescolando la descrizione della normalità della vita in
un altro paese, con le speranze e le aspirazioni a una vita migliore,
alla spiegazione di quello che è successo, al trauma di trovarsi
soli a combattere contro un mostro, la micidiale macchina da guerra
della giunta Videla, non in nome di chissà quale ideale, ma per
difendere i propri affetti, la propria famiglia.Anche
qui, inutile dirlo, è richiesta una certa maturità di lettura,
soprattutto genitori e insegnanti si dovrebbero preparare a numerose
e imbarazzanti domande, magari qualcuno fra noi si è già
dimenticato di questa dolorosa storia, lontana nel tempo e nello
spazio. Se vi
sorgesse la domanda, se ha senso proporre tematiche di questo tipo ai
ragazzi di oggi, rispondo che si può scegliere e discutere sul modo
più adeguato di raccontare, ma che non c’è nessun vaccino
migliore, nei confronti di queste tragedie, che la memoria. E il
rispetto dovuto a chi è stato vittima di queste violenze e a chi
ancora cerca giustizia.
Eleonora
“I lupi
arrivano col freddo”, S. Gallo, Edt giralangolo 2013
“Sotto
il cielo di Buenos Aires”, D. Palumbo, Mondadori 2013
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