Scholastic Press, 2012
ILLUSTRATI PER MEDI (dai 7 anni)
"But I didn't want this story
to tell about bloody battles or spitting into bread dough. I wanted
to tell -or show- the courage of everyday people who were brave in
quiet ways.
I wanted to make this a wordless
book. The two main characters in the story are both brave, have a
strong bond, and communicate great depth. Yet, both are silent. They
speak without words."
Virginia, non
lontano dal corso del fiume Potomac, durante la guerra civile
americana. Zona di frontiera con il Nord, a poca distanza il confine e,
forse, la salvezza per gli schiavi in fuga. Solo a patto di essere
fortunati e di arrivare in qualche casa sicura. Come punto di
riferimento per in Nord solo quello che da sempre guida chi si sposta
di notte: la Stella Polare.
Intanto l'esercito
attraversa le campagne coltivate, passa accanto alle fattorie.
Ovunque si vedono soldati a cavallo o cacciatori di taglie. Non è
facile muoversi: impensabile di giorno, pericoloso anche di notte.
In una di queste
fattorie, una casa sicura, vive una bambinetta che si occupa di
vacche, galline e gattini. Nel fienile, dove è ammucchiato il
granturco, si nasconde qualcuno. Un occhio la spia mentre prende
patate e cipolle per la cucina.
In lei lo spavento
iniziale lascia il posto alla preoccupazione. La preoccupazione si
trasforma in riflessione e la riflessione diventa organizzazione e
quindi azione.
Quella bambina,
sera dopo sera, sottrae dalla tavola piccole porzioni di cibo che,
avvolte in un tovagliolo, deposita muta davanti alla catasta di
pannocchie.
Lì dietro c'è un
fuggiasco. Lei ha visto solo il suo occhio attraverso le foglie.
Quell'uomo,
nascosto, silenzioso aspetta il momento migliore, la notte propizia
per continuare il suo percorso di fuga. Ma prima di andarsene non
manca di confermare quel tacito rapporto di amicizia, che in quei
giorni silenziosi si è creato con la bambina: una bambola fatta di
foglie di mais e vestita di un tovagliolo sono il segno della
gratitudine per tanto coraggio e generosità.
Una storia
emblematica che ne può racchiudere tante altre al suo interno.
Una storia di gente
comune, una storia piena di profondità, raccontata senza parole.
Il legame con
un'altra storia fatta con quasi gli stessi ingredienti è lì sotto i
miei occhi.
Penso
al progetto Libri senza parole. Destinazione Lampedusa che
ha come obiettivo quello creare
una biblioteca 'speciale' fatta di libri silenziosi a Lampedusa. Le
affinità con Unspoken
sono parecchie: un confine a poca distanza, uomini che fuggono verso
la libertà, gente comune che riflette, poi si organizza e quindi
agisce, l'assenza delle parole (come se di fronte a tanta forza di
racconto, non fossero necessarie).
E
infine una bambina che attraversa entrambe le storie: da un lato
quella disegnata da Henry Cole, dall'altra quella con la valigia
piena di libri di Chiara Carrer.
Carla
Noterella
a margine.
Unspoken
(2012) è un libro anomalo per Henry Cole, sempre così scanzonato e
colorato. Nonostante sia un autore di culto negli USA in Italia non è
mai stato pubblicato. Ci tocca aspettare.
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