NEI MOMENTI DIFFICILI...
È una parola, Arianna
Papini
Kalandraka 2013
Sentirsi simili anche quando siamo
diversi.
Non preoccuparsi del proprio
aspetto.
Potersi appoggiare nei momenti
difficili.
Ecco, era proprio qui che volevo
arrivare: potersi appoggiare nei momenti difficili.
Il momento difficile per me è arrivato
e, guardandomi intorno, riesco a vedere alcuni cui potermi
appoggiare. Sono quei due o tre, quattro o cinque, amici che ho.
Il libro di Arianna Papini è
un'asciutta riflessione su cosa sia l'amicizia. Costruito intorno a
una dozzina di frasi che alludono alle circostanze che ognuno di noi
dovrebbe aver provato almeno una volta nella vita con i propri amici,
È una parola, sembra quasi una poesia.
La prima volta che lo si legge, si
rimane -inevitabilmente- con il fiato sospeso fino alla fine,
cercando di indovinare cosa si celi dietro questa parola, dietro quel
sentimento. Si arriva in fondo e si scopre che è AMICIZIA il grande
sentimento annunciato al principio del libro. E così il cerchio si
chiude e il libro diventa un oggetto perfetto nel suo essersi
concluso.
Attenti, però. Questo libro è
tutt'altro che un libro 'chiuso'.
La parola amicizia, a ben vedere e a
ben leggere, ne contiene molte altre: solidarietà, confidenza,
fiducia, affetto, condivisione. Ed è per questo che questo libro può
essere utilizzato in sé come ode a un sentimento raro quanto
prezioso, ma anche come 'trampolino di lancio' per riflettere con i
bambini di cosa significhi avere un amico, di cosa sia per loro
l'amicizia.
Ed ecco che questo libro da 'concluso'
che era diventa un libro 'aperto'.
Lo si può leggere e sfogliare mille
volte, impararne le parole a memoria, e ogni volta trovarci nuovi
spunti di ragionamento: è un libro che può essere letto in classe,
in condivisione, e poi ampliato con i pensieri di ciascuno sul tema
intorno al quale ruota. I bambini stanno imparando che cosa sia
l'amicizia, la sperimentano ogni giorno e ne conoscono la forza: in
positivo e in negativo ('non sono più amico tuo...' è forse una
delle prime crudeltà di cui i bambini sono capaci). Avranno molte
cose da dire in proposito e a noi grandi che li stiamo a sentire sarà
utile ri-verificare insieme a loro i termini della questione.
Da un libro della Papini c'era da
aspettarselo che tante cose non fossero dette a parole, ma trasmesse
per via altrettanto diretta (forse ancora più diretta che attraverso
le parole) dalle immagini.
Le immagini raccontano molto di più,
raccontano le suggestioni, le circostanze, le emozioni che ci sono
dietro ogni amicizia.
Mi spiego: la goccia al naso della iena
o i denti in fuori del serpente sono la rappresentazione emotiva che
si nasconde dietro la frase 'non preoccuparsi del proprio aspetto',
sono lo specchio interno del vissuto di ognuno di noi quando si è
sentito libero di essere se stesso fino in fondo, con le propri
difetti lì in evidenza, davanti a un amico.
Gli occhi socchiusi e pieni di
accogliente sicurezza del grande tricheco e quelli sgranati e
atterriti della piccola civetta, che porta sulla testa li ho visti e
li vedo in questi giorni quando io, attualmente piccola spaventata
civetta, mi aggrappo ai solidi trichechi e alle solide tricheche che
sono qui a sostenermi.
Col poco fiato che mi ritrovo, posso
solo dire: bel libro!
E, soprattutto, grazie ai trichechi e
alle tricheche.
Carla
Noterella al margine.
Chissà se il titolo, così allusivo a
un diffuso modo di dire, è una parola significa anche non
è cosa facile, giusto?, colga dell'amicizia il suo essere
sentimento prezioso e di impegnativa 'manutenzione'...
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