DI
MADRE IN FIGLIA
per Carla
Spesso
mi si obbietta che nelle storie per ragazzi si prospettino situazioni
troppo problematiche ed estreme, lontane dalle realtà che i ragazzi
vivono e inquietanti per i loro genitori, sempre tesi a proteggere i
figli dalla vita e dai suoi dolori. Qualche volta è vero, le trame
prospettano non solo situazioni drammatiche, ma anche inconsuete ed
estreme; sono quei casi in cui mi è capitato di sottolineare la
necessaria maturità nel giovane lettore. Penso a Il pianeta di
Standish o a Quindici giorni senza testa, per esempio.
Il
romanzo che vi propongo oggi, Respiro, segue un percorso
diverso, descrivendo una situazione decisamente problematica, e forse
anche con un eccesso di complicazioni, che trova però soluzione
all'interno dell'arco di tempo descritto.
Abbiamo
una ragazzina, Rossana, costretta a lasciare l'amato paese natio e il
padre, per seguire la madre a Bologna. Madre bambina, come viene
descritta all'inizio del libro, presa dai suoi studi e dai suoi
problemi. Per la giovane protagonista si tratta dunque di affrontare
un trauma, legato anche alla perdita della amatissima nonna, non a
caso eletta a simbolo del perduto focolare domestico.
In
condizioni di questo genere la crescita avviene a strappi, fra
silenzi ostili, fughe, ma anche con le prime vere amicizie e i primi
batticuore. Difficoltà sottolineate dalle crisi asmatiche che
tolgono il respiro, letteralmente e metaforicamente.
Ma
questo non basta, c'è anche la malattia della madre, che favorisce
il riavvicinamento, il padre minacciato dalla mafia, un amico
confinato sulla sedia a rotelle. Forse un po' troppo. Ma quello che
più colpisce in questa storia, scritta da Maria Beatrice Masella, è
la freschezza con cui riesce a raccontare il mondo dal punto di vista
di una preadolescente: c'è poco spazio, nella sua testa, per
comprendere le ragioni degli adulti; c'è, all'inizio, una sorda
ostilità nei confronti della madre, percepita come egocentrica e
indifferente. C'è la somatizzazione, una delle tante possibili,
della propria difficoltà nell'accettare le contraddizioni, le
delusioni, gli smacchi legati al diventare grandi. C'è anche
l'attrazione irresistibile verso i ragazzi e le ragazze appena un po'
più grandi, che magari nascondono la propria fragilità dietro un
accurato travestimento. C'è, inutile dirlo, la scoperta dell'amore e
del sesso.
Il
cuore della storia, dunque, è il rapporto madre figlia, così
complesso e ingarbugliato che neanche da grandi si riesce, certe
volte, a metterci mano. Fra rispecchiamenti, non detti e distanze
apparenti, la genealogia femminile è sempre molto intricata. Ma c'è
qualcosa che va oltre i nodi intrecciati della propria identità ed
è, banalmente, sinteticamente, biologicamente, il maternage. Che
vale per tutte noi.
La mia
storia è cominciata così,
a scoprire il mondo dal luogo più
sicuro. Fra ribellioni e rispecchiamenti, fra eredità condivise e
diversità, è approdata a questo
A
distanza di tempo, mia madre se n'è andata quasi vent'anni fa, posso
dire che il lutto, la mancanza sono diventati quel meraviglioso,
struggente sentimento che è la nostalgia, è guardarsi indietro con
tenerezza e con comprensione, riscoprendo in me continuità prima
inavvertite. Il passato permea il presente ma non lo cristallizza.
E poi,
il sentimento del tempo si riassume in questo: siamo dentro una
storia, iniziata prima di noi e che continua, e continuerà ancora,
il nostro piccolo, fragile, prezioso frammento di eternità.
Eleonora
“Respiro”,
M.B. Masella, Sinnos 2013
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