giovedì 22 agosto 2013

UNO SGUARDO DAL PONTE (libri a confronto)


DESIRE

Il mondo del desiderio, come può essere sfuttato, amplificato, manipolato, viene descritto in due libri diversissimi: un testo di narrativa, rivolto ai ragazzi a partire dai tredici anni, e un testo di sociologia, che molti genitori e insegnanti dovrebbero sfogliare.


In L'ordine delle cose, di Paola Capriolo, abbiamo la rappresentazione del nostro presente appena un po' enfatizzato, come potrebbe essere domani.
La protagonista del romanzo, Sabrina, orfana ad appena diciottanni, ha trovato lavoro nella Desire, grande azienda che si occupa di web marketing, ovvero confeziona prodotti web in base alle diverse esigenze del pubblico, dalla fiabe alla musica, inserendovi adeguati spot commerciali. Anzi sono gli stessi format ad essere un semplice veicolo atto a condizionare le scelte del pubblico, bambini compresi. Sabrina di questo non è consapevole ed è più che felice di scrivere fiabe, adeguatamente farcite di pubblicità di bibite, giocattoli, vestiti e tutto ciò che un bambino può 'desiderare'. Un vero sistema di manipolazione. A far aprire gli occhi a Sabrina su questa realtà saranno due personaggi: un anziano collega, esperto di musica classica, che verrà via via emarginato nella Desire, società in cui tutti sorridono, e Max, ragazzo ambiguo, animato da oscuri propositi. In un mondo dove tutto deve essere perfettamente funzionale allo scopo, vendere vendere vendere, anche un suicidio o un omicidio vengono riassorbiti, inglobati, resi funzionali alla missione societaria. Sabrina, alla fine, si renderà conto della falsa felicità spacciata dalla Desire e prenderà un'altra difficile strada.
Anche se estremizzata, la descrizione fatta dall'autrice rende bene i meccanismi perversi e neanche tanto occulti che sfruttano la nostra vulnerabilità, e in particolare quella dei più giovani, di fronte alla massiccia e onnipervasiva proposta di merci, sostenuta da un linguaggio pubblicitario che sfrutta la nostra sensibilità e le nostre debolzze. Dietro la facciata del marketing, un mondo privo di scrupoli.
Se pensate che questa sia una visione apocalittica, vi consiglio la lettura di un saggio di Joel Bakan, già autore di The Corporation, uscito l'anno scorso con Feltrinelli: Assalto all'infanzia. Come le corporation stanno trasformando i nostri figli in consumatori sfrenati.
Si comincia descrivendo l'evoluzione dei videogiochi, dai primi anni Ottanta ad oggi, che ha portato ad affinare le tecniche che consentono di creare dipendenza nell'ignaro giocatore. E chi di noi non ha dovuto sudare sette camicie per mettere limiti all'uso dei games, in forma di giochi di ruolo o war games? Si continua con l'analisi del prodotto televisivo, con un occhio particolare al già denunciato fenomeno della sessualizzazione dei programmi rivolti a bambini/e e ragazzini/e, definendone un'immagine di adulti in miniatura, visti come consumatori potenziali. Per non parlare della violenza contenuta in numerosi giochi da consolle o da pc.
E ovviamente si parla estesamente dell'immagine femminile, distorta proprio al fine di alimentare propensioni all'acquisto di determinati prodotti.Tutto questo non per loschi secondi fini, ma per creare e ampliare nuovi mercati, in ultima analisi per vendere.
L'autore, evidentemente, estremizza molte situazioni, ma fa luce con lucidità su tendenze che, sembrando quasi luoghi comuni, determinano cambiamenti d'orizzonte importanti e negativi: come, per esempio, legare le politiche scolastiche alle esigenze del mercato e svuotando il senso della scuola pubblica. Vi stanno suonando in testa tanti campanelli d'allarme? E' giusto che sia così, siamo tutti troppo acritici sulla nostra contemporaneità, non la leggiamo con il dovuto distacco, troppo presi da una serie infinita di incombenze. La lettura di questo saggio, valido soprattutto per la situazione statunitense, in cui i fenomeni descritti sono più eclatanti, è sicuramente utile per avere un punto di vista critico sul nostro presente.
Essere consapevoli del veleno che le finalità commerciali di molti prodotti televisivi e mediatici introducono nelle teste di bambini e ragazzi non significa necessariamente demonizzare, ma compensare, controbilanciare, mettere, fra bambini e schermi di tv e computer, quel filtro critico che loro non sono ancora in grado di costruirsi.
Che il filtro esista e spesso funzioni è dimostrato anche da quei bambini e ragazzi che frequentano la libreria e leggono, leggono, leggono, uno dei migliori antidoti a disposizione delle famiglie e delle scuole.
Per chiudere con un tono di speranza voglio parlarvi di una di loro, una ragazzina di dodici anni e mezzo che ha aperto un blog di recensioni librarie...dodici anni e mezzo, blog di recensioni librarie. Allora ci sono, ci siete, esercito di piccoli e grandi lettori, pronti ad affrontare la sfida del mondo 'commercializzato'!! Se volete vedere il blog, si chiama Il blog di Chiara.
Crescete e moltiplicatevi!!

Eleonora

“L'ordine delle cose”, P. Capriolo, Edizioni E.Elle 2013
“Assalto all'infanzia”, J. Bakan, Feltrinelli 2012




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