PRIMA O...
Dopo,
Laurent Moreau
Orecchio acerbo 2014
ILLUSTRATI per PICCOLI
(dai 4 anni)
"Dopo
aver corso più in fretta che posso, faccio fatica a riprendere
fiato.
Dopo
le capriole, mi gira la testa.
Dopo
l'ultima duna c'è il mare che si stende. Maestosamente.
Dopo l'orizzonte,
molto lontano, mi chiedo cosa ci sia."
Un
bambino alle prese con una grande domanda.
Con
semplicità, di pagina in pagina, lui attraversa il tempo legando
invisibili fili tra il prima e il dopo, creando nessi, legami,
rapporti di causa ed effetto.
Dopo
un seme arriva un fiore, dopo gli inverni le primavere. Questo è lo
scorrere del tempo così come lo insegnano a scuola.
Dopo
la pioggia c'è la pozzanghera, dopo il bagno la pelle è grinzosa,
dopo le capriole mi gira la testa: questi sono i dopo che ognuno di
noi prova con l'esperienza.
Dopo
la rabbia c'è il silenzio. Dopo un lungo silenzio, non so più cosa
dire: questi sono i dopo di ciascuno, personalissimi e unici.
In
brevi e perfette frasi, scritte in carattere maiuscolo che le rende
ancora più lapidarie, si snocciolano riflessioni di portata molto
diversa. Si passa dall'osservazione della realtà all'introspezione
profonda con grande noncuranza, così come lo potrebbe fare un bambino,
semplicemente.
A
parte un sottile filo rosso che vede in sequenza le stagioni, in
apparenza non sembra esserci nessun ordine sequenziale di pensiero;
le osservazioni si muovono nella testa di quel bambino come una
pallina in un flipper, andando di qua e di là e creando collegamenti
spesso imprevedibili, ma serrati sotto il profilo dell'emotività.
Che
meraviglia!
Ancora
una volta Laurent Moreau con la leggerezza che gli consueta nei testi
come nelle immagini apre una finestra su un tema di grande importanza
e potenzialità di ulteriori riflessioni.
A che pensi? (Orecchio acerbo, 2012),
due anni fa, ha spianato la strada in tal senso. E oggi frotte di
bambini ragionano su pensieri ed emozioni, sfogliando quel libro e
aprendo quelle 'finestre'. Godono guardando quelle facce sempre
diverse, disegnate con un tratto solo apparentemente ingenuo. Si
beano in quel mare di toni di azzurro punteggiati di bianco e di
rosso.
Lì,
cosa si nasconde nella testa della gente. Qui, cosa succede poi.
Il
dopo: porzione, spesso sconosciuta, del tempo. Porzione di tempo in
continuo movimento, in perenne divenire.
Il
dopo è quel qualcosa che, irraggiungibile, vediamo continuamente
trasformarsi sotto i nostri occhi in un attimo di presente e poi in
un qualcosa che è andato e lasciamo alle spalle perché ormai è
passato.
Che
cosa si nasconde nel dopo? Che cosa c'è nell'attimo successivo?
Nel
dopo attecchisce spesso ciò che abbiamo seminato nel prima. Nel dopo
c'è spesso la risposta alla domanda fatta nel prima.
Ragionare
sul tempo a me dà le vertigini. Ragionare sull'inafferabilità del
dopo è destabilizzante, e anche in senso spaziale le cose non vanno
meglio. L'orizzonte è sfuggente allo stesso modo di un attimo: è
sempre un po' più in là, in avanti o indietro che sia. Eppure che
bel cimento sarà ragionarci sopra.
Prima
o dopo.
Carla
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