LO SGUARDO DEL LUPO
Di
lupi son piene le fiabe e le storie per bambini e anche noi ve ne
abbiamo proposte tante; ma qui, questa volta, propongo un percorso
anomalo che, attraverso due libri 'per grandi', consente di guardare
con occhi nuovi un antico compagno di strada, il lupo, quello vero,
in carne e ossa.
Per
decenni, ma potremmo dire per secoli, il lupo ha incarnato il male,
il nemico mortale dei pastori e dei bambini spersi nel bosco. Lupi
neri acquattati nell'ombra, pronti a predare; salvo poi essere
eletti, e giustamente, a simbolo di forza, così come testimoniano
antichi nomi e stemmi nobiliari.
Dagli
anni Settanta e con l'istituzione dei parchi nazionali e delle aree
protette si è invertita la tendenza e ora, lentamente, i branchi di
lupi si stanno riappriopiando dei territori un tempo ampiamente
popolati. La situazione di oggi non è certo il ripristino di una
situazione naturale perduta: come sottolinea l'autore, in Italia non
esiste più wilderness, uno stato di naturalità vero, e, senza i
vincoli delle aree protette, il nostro canis lupus italicus
con tutta probabilità non esisterebbe più. Ma in qualche modo si
sono ripristinate delle aree in cui è possibile la sopravvivenza di
un ecosistema complesso in grado di fornire la sussistenza ai branchi
che via via stanno ripopolando i monti. Ovvero, sì, nel folto dei
boschi più impervi dell'Appennino, di notte è nuovamente possibile
udire gli ululati che chiamano a raccolta un branco; oppure di
giorno, la sensazione di essere osservati, mente ci si inerpica,
potrebbe indicare che lui ci sta osservando. Secondo l'autore è
proprio questo guardare non visti, questa paziente e occulta
osservazione, a incutere timore e a costituire l'aura di mistero che
ancora circonda questi animali.
Ancor
più appassionato il romanzo di Mark Rowlands, Il lupo e il
filosofo. Lezioni di vita dalla natura selvaggia, adatto
alla lettura da parte di ragazzi/e a partire dai dodici anni.
L'autore, professore di filosofia, racconta la lunga convivenza con
un lupo, Benin, raccolto da cucciolo e inserito nella vita quotidiana
dell'autore. La storia è appassionante e ben descrive gli alti e i
bassi di una convivenza a tratti difficile e con l'inevitabile
doloroso distacco finale. Ma è anche lo spunto per delineare una
differenza etica fra uomini e lupi. Gli uomini e, prima di loro le
scimmie, conoscono e praticano l'inganno: gli esseri umani sono in
grado di relativizzare i principi etici secondo l'opportunità e la
convenienza e questo è una dimostrazione delle nostre evolute
capacità intellettuali. Un lupo no. Il lupo, Benin, non può che
essere leale, notate ben non fedele. Nel raccontare un episodio
dell'infanzia di Benin, in cui fragile cuccioletto fu capace di
ringhiare ad un pitbull che lo aveva inchiodato a terra, l'autore
commenta così: questa è forza. Ed è questo che ho sempre
cercato di portare con me e che spero di portare con me per sempre.
In quanto scimmia non sarò all'altezza, ma ho l'obbligo, l'obbligo
morale di non dimenticarlo mai...Se solo riuscirò ad essere forte
come un cucciolo di lupo di due mesi, allora sarò un terreno dove il
male morale non crescerà.
E
voi come vi sentite, più scimmie o più lupi? O forse una più umana
via di mezzo, come quella rappresentata dai nostri cani, sicuramente
grandi dissimulatori, ma capaci anche di grandissima dignità. Ma di
questo parleremo un'altra volta.
Eleonora
“La
via del lupo”, M.A. Ferrari, Laterza 2012
“Il
lupo e il filosofo”, M. Rowlands, Mondadori 2009, poi Oscar
Mondadori 2011.
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