QUESTA È LA GUERRA
Il nemico,
Davide Calì, Serge Bloch
Terre di mezzo editore
2014
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 5 anni)
"Il nemico è
là ma non si vede mai.
Al mattino mi alzo e
sparo un colpo verso di lui.
Lui allora spara un
colpo verso di me. Rimaniamo nascosti per il resto della giornata
aspettando di vedere la testa dell'altro.
Ma nessuno dei dua
alza mai la testa fuori dal suo buco."
Questa è la guerra. Una guerra di trincea: un buco da una parte, un buco dall'altra. Uomo contro uomo, fino a che uno dei due non farà un errore fatale e sarà la vittoria per l'altro. In quei due buchi, di qua e di là, molte cose son vietate e ogni mossa potrebbe essere usata dal nemico per vincere la guerra.
Ma questa guerra fatta
di lunghe attese, di solitudine e di incertezza potrebbe finire se
con un buon travestimento in una notte buia di grande pioggia si
abbandonasse finalmente il buco e, senza essere visti, si arrivasse
dall'altra parte per cogliere di sorpresa il nemico.
E quella notte senza
stelle e senza luna finalmente arriva.
Il fatto è che anche
il nemico ha avuto la stessa idea e anche lui sta cercando di
passare al di là di quella linea immaginaria che lo divide dal
nemico.
E così, ironia della
sorte, il nostro soldato arriva nel buco vuoto dell'altro che a ben
vedere è esattamente identico a quello appena lasciato. Anche il
manuale, quello ricevuto insieme al fucile il primo giorno di guerra,
è uguale e dice le stesse cose: il nemico va ucciso prima che lui
uccida noi, perché il nemico è crudele e spietato e non è un
essere umano.
La situazione
rovesciata porta con sé un importante effetto. Adesso sanno entrambi
un po' più dell'altro e soprattutto sanno che non son molto diversi
e che in comune hanno anche il destino.
Mollar per primi però
è contro il regolamento e contro l'onore di ogni buon soldato. Ma
la soluzione è lì a un passo, bastava pensarci...
L'insensatezza della
guerra raccontata ai bambini. Come in un apologo costruito su pochi
elementi essenziali, Davide Calì costruisce narrativamente un
meccanismo perfetto che, pur nella sua tragicità, sa essere anche
comico.
Puntando lo sguardo
solo su uno dei due protagonisti, apprendiamo il senso ultimo dello
scontro: un nemico che non si conosce ma che, in quanto tale,
rappresenta ai nostri occhi il peggio; una strategia difensiva
costruita sulle ipotesi; l'annientamento dell'altro come obiettivo
finale. E un finale a sorpresa.
Ma apprendiamo anche,
da quello stesso povero soldato abbandonato in trincea, la stanchezza
e il dubbio che tutto questo combattersi non abbia gran senso. E
capiamo con lui che spesso la guerra non è altro che un 'gigantesco
meccanismo' nelle mani dei potenti e che chi la combatte per davvero
in prima linea finisce per esserne stritolato.
La guerra che ci
racconta Davide Calì è la 'Grande Guerra', ma non solo perché è una
guerra combattuta in trincea come lo fu la Prima Guerra Mondiale, ma
perché essa è l'essenza stessa della guerra, di uomini contro altri
uomini. Non ci sono armi speciali, ma coltelli e fucili; non ci sono
divise mimetiche ma un goffo cespuglio o un costume da leone. Non
emergono fini strategie, ma si scoprono gli stupidi imbrogli di chi
dalla guerra trae vantaggio.
È una storia
universale, narrata come un paradigma di pochi elementi.
Sintonia perfetta con i
disegni di Serge Bloch, essenziali altrettanto, già sperimentata in
un altro bel libro (Io aspetto...Emme 2006) costruito in modo analogo
con la consueta vena di ironia tra fotografia e rapido segno a china.
Carla
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