lunedì 10 febbraio 2014

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


FORMIDABILI QUEGLI ANNI?


Un esordio narrativo per una storica della Resistenza, Anna Balzarro, che tenta con L’anno della maturità un’operazione ambiziosa: raccontare l’eredità della Resistenza e la parziale continuità con gli anni ‘di piombo’. Ambizione realizzata solo in parte: la trama prende il via dalla scoperta di frammenti di una lettera scritta alla madre del protagonista, Giulio, da parte di un’amica; in tale lettera si fa riferimento ad un’imprecisata fuga dopo l’uccisione di un ingegnere a Genova e l’arresto di un ex partigiano. Il ragazzo e i suoi amici, freschi di maturità, cercano di ricostruire gli eventi cui allude la lettera, avvenuti nel ’77. Così cominciano un viaggio fra i paesi della Liguria che sono stati teatro di episodi della Resistenza, cui hanno preso parte i nonni di Giulio; da qui sembra partire un filo rosso che dovrebbe portarli a scoprire se effettivamente sua madre sia stata coinvolta in qualche episodio di ‘lotta armata’.
Come si vede, lo sfondo su cui si dipana la storia è ben complicato e richiederebbe un respiro e degli approfondimenti che nel romanzo non ritroviamo. Dubito che, letto questo libro, i giovani lettori/trici siano in grado di farsi un’idea del nesso fra memoria della Resistenza e movimenti politici degli anni ’70, nonché del rapporto che con essi hanno avuto le formazioni di stampo terroristico. Eppure, raccontare ai ragazzi e alle ragazze di oggi quegli anni incredibili, pieni di entusiasmi e di sconfitte, di speranze e di errori, sarebbe una gran cosa, che magari potrebbe chiarirgli qualche aspetto del nostro triste presente. Il testo è troppo breve e troppo concentrato sulla soluzione della tematica principale, scagionare la madre di Giulio da responsabilità che non ha avuto; per far questo l’autrice sceglie di spostare l’attenzione sulla ricostruzione dei momenti più duri della lotta partigiana, con i tradimenti, le delazioni, le rappresaglie naziste e gli strascichi di odio non ancora sopiti. Questa è indiscutibilmente la parte migliore del romanzo, la più viva e credibile, mentre lo scioglimento del nodo narrativo appare troppo frettoloso e abbozzato.
La lettura è indicata per lettori che abbiano almeno sfiorato queste tematiche storiche, dai quattordici anni in su, ma va detto che lavorare sulla memoria è importante. Più volte ho sottolineato come negli ultimi decenni si fosse in qualche modo interrotta la comunicazione fra generazioni e il senso di tante lotte, di scelte di vita, si sia diluito fino a diventare folklore. Quindi ben vengano storie capaci di riannodare qualche filo, aprire un confronto fra generazioni che tenga conto delle responsabilità e del prezzo che ciascuna di esse ha pagato nel cercare di costruire un futuro migliore.
Ricordo, in chiusura, un testo che ha cercato di spiegare quegli anni ‘formidabili’, Gli anni settanta raccontati a ragazzi e ragazze, edito da Manifestolibri, di cui ho già parlato.

Eleonora

L’anno della maturità”, A. Balzarro, Sinnos 2014



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