FORMIDABILI QUEGLI ANNI?
Un
esordio narrativo per una storica della Resistenza, Anna Balzarro,
che tenta con L’anno della maturità
un’operazione ambiziosa: raccontare l’eredità della Resistenza e
la parziale continuità con gli anni ‘di piombo’. Ambizione
realizzata solo in parte: la trama prende il via dalla scoperta di
frammenti di una lettera scritta alla madre del protagonista, Giulio,
da parte di un’amica; in tale lettera si fa riferimento ad
un’imprecisata fuga dopo l’uccisione di un ingegnere a Genova e
l’arresto di un ex partigiano. Il ragazzo e i suoi amici, freschi
di maturità, cercano di ricostruire gli eventi cui allude la
lettera, avvenuti nel ’77. Così cominciano un viaggio fra i paesi
della Liguria che sono stati teatro di episodi della Resistenza, cui
hanno preso parte i nonni di Giulio; da qui sembra partire un filo
rosso che dovrebbe portarli a scoprire se effettivamente sua madre
sia stata coinvolta in qualche episodio di ‘lotta armata’.
Come
si vede, lo sfondo su cui si dipana la storia è ben complicato e
richiederebbe un respiro e degli approfondimenti che nel romanzo non
ritroviamo. Dubito che, letto questo libro, i giovani lettori/trici
siano in grado di farsi un’idea del nesso fra memoria della
Resistenza e movimenti politici degli anni ’70, nonché del
rapporto che con essi hanno avuto le formazioni di stampo
terroristico. Eppure, raccontare ai ragazzi e alle ragazze di oggi
quegli anni incredibili, pieni di entusiasmi e di sconfitte, di
speranze e di errori, sarebbe una gran cosa, che magari potrebbe
chiarirgli qualche aspetto del nostro triste presente. Il testo è
troppo breve e troppo concentrato sulla soluzione della tematica
principale, scagionare la madre di Giulio da responsabilità che non
ha avuto; per far questo l’autrice sceglie di spostare l’attenzione
sulla ricostruzione dei momenti più duri della lotta partigiana, con
i tradimenti, le delazioni, le rappresaglie naziste e gli strascichi
di odio non ancora sopiti. Questa è indiscutibilmente la parte
migliore del romanzo, la più viva e credibile, mentre lo
scioglimento del nodo narrativo appare troppo frettoloso e
abbozzato.
La
lettura è indicata per lettori che abbiano almeno sfiorato queste
tematiche storiche, dai quattordici anni in su, ma va detto che
lavorare sulla memoria è importante. Più volte ho sottolineato come
negli ultimi decenni si fosse in qualche modo interrotta la
comunicazione fra generazioni e il senso di tante lotte, di scelte di
vita, si sia diluito fino a diventare folklore. Quindi ben vengano
storie capaci di riannodare qualche filo, aprire un confronto fra
generazioni che tenga conto delle responsabilità e del prezzo che
ciascuna di esse ha pagato nel cercare di costruire un futuro
migliore.
Ricordo,
in chiusura, un testo che ha cercato di spiegare quegli anni
‘formidabili’, Gli anni settanta raccontati a ragazzi e ragazze,
edito da Manifestolibri, di cui ho già parlato.
Eleonora
“L’anno
della maturità”, A. Balzarro, Sinnos 2014
Nessun commento:
Posta un commento