CHE CIMPA!
Cimpa la parola misteriosa,
Catarina Sobral
Nuova Frontiera Junior 2013
ILLUSTRATI PER MEDI (dai 7 anni)
"Scomparsa dalla notte dei
tempi, fu ritrovata per caso, in un vecchissimo dizionario.
Era una nuova parola: CIMPA. Ben
presto la notizia si sparse ovunque. Tutti volevano utilizzare la
recente scoperta, ma nessuno sapeva come.
Nessuno sapeva che cosa significasse
e neppure a quale classe di parole appartenesse..."
Secondo la
vecchissima professoressa è un verbo: cimpare, della prima. E così
quando quella bambina bruciò la torta, sua madre le gridò di
cimparla...
Secondo il
linguista invece CIMPA era un nome e non un verbo. Le cimpe che sono
all'estero sono verdi, sosteneva qualcuno che era certo di averle
viste...Ed erano ottime nel risotto!
Ma quale nome e
nome: CIMPA è un aggettivo e così cimpa, cimpissima e cimposo
cominciarono a entrare nel lessico di tutti i giorni. Ma da lì a
cimpamente il passo fu breve.
Insomma, ognuno
usava la nuova parola a seconda di come tirava il vento: pronome, congiunzione e
poi diventò addirittura preposizione. Ma lo studioso che l'aveva
scoperta non poteva accettare tanto pressapochismo su una questione
così puntuale qual è la grammatica e così, dopo aver studiato e
ristudiato, pensato e ripensato arrivò alla conclusione che Cimpa
non poteva essere altro che un PERLINCO...
Cimpa che libro! È
proprio una bella cimpa leggerlo. E pensare che quando lo avevo visto
nella sua versione originale, in lingua portoghese, non lo avevo
quasi cimpato. Eppure, va detto cimpamente, questa idea è davvero
buona.
Cimpare in
classe con i bambini potrebbe essere fonte di grandi risate e di
grandi riflessioni grammaticali, entrambe attività auspicabili.
Cimpando si impara,
e se lo si fa con divertimento è ancora meglio.
Ma Cimpa non è
solo questo: se da un lato la parola inventata che si modella a
seconda dell'uso che ognuno ne fa può essere spunto per ragionare
sulle categorie grammaticali, intorno a cui 'ronzano' i ragazzini
fin dalla prima elementare, dall'altro la parola inventata e usata da
tutti, pur ignorandone il significato, ci apre gli occhi su quei
tanti fenomeni di massa che chiamiamo comunemente 'moda'.
Cimpa diventa di
moda e tutti gli abitanti della città, per sentirsi a la page,
cominciano ad usarla. Poco importa che ne ignorino il senso ultimo.
D'altronde la moda
spesso annebbia il pensiero o, quanto meno, lo uniforma secondo
criteri condivisi dalla maggioranza. Per il maitre à penser
di turno dettare legge è un gioco da ragazzi, se tutti pendono dalle
sue labbra e prendono come oro colato le sue parole, cimpa inclusa.
Carla
Noterella al
margine: che Cimpa sia un libro geniale in molti suoi aspetti spero
lo abbiate intuito (Premio come miglior libro per bambini,
conferitogli dalla Società degli autori portoghesi lo scorso anno).
Nelle illustrazioni
di Catarina Sobral, che, per taglio prospettico, hanno il pregio di
chiamarti dentro ci sono dei veri e propri gioielli. A parte le citazioni di Lisbona con il suo tram 28 e la Biblioteca Nacional de Portugal, ci si bea nella pagina dedicata alle librerie. Vero e proprio catalogo di luoghi
di culto per ogni buon lettore. A partire dalla AB di Amsterdam con le sue
tende a righe rosse e bianche per finire alla Shakespeare and Company
di Parigi, senza dimenticare la famosa Ler Devagar di Lisbona,
riconoscibile per il suo ciclista volante.
Che nostalgia!
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