LA SEDIA VUOTA
Nel bosco, Anthony Browne
Kalandraka 2014
ILLUSTRATI PER MEDI (dai 7 anni)
"Una notte fui svegliato da un
rumore terrificante.
La mattina dopo, era tutto
tranquillo. Papà non era in casa. Chiesi alla mamma quando sarebbe
tornato, ma sembrò che non lo sapesse. Papà mi mancava."
La sedia è vuota. I bigliettini messi
ovunque con la frase papà torna a casa e la mamma che gli
chiede di andare dalla nonna malata per portarle una torta in un
cestino di vimini.
Quel bambino
inquieto si mette in cammino ma, come vuole la tradizione, non segue
il consiglio della madre di percorrere la strada più lunga per
evitare il bosco. Al contrario prende la scorciatoia perché ha in
animo di tornare presto a casa nell'eventualità suo padre possa
tornare.
Unico elemento a colori in un bosco in bianco e nero, il
bambino incontra lungo il tragitto il Giacomo del Fagiolo magico in
cerca di un acquirente per la sua mucca, una bambina dalle lunghe
trecce bionde che forse di lì a poco andrà a occupare la casa di
tre ignari piccoli orsi e due fratellini piangenti e infreddoliti in
cerca dei genitori andati a far legna più in là...Il bosco via via
si infittisce e i rami diventano intrico nodoso dietro cui si
nascondono arcolai abbandonati, torri da cui pendono trecce. E poi
comincia a nevicare. E quel cappottino rosso, un montgomery con il
cappuccio, che pende da un attaccapanni fermato ad un ramo, fa
proprio al caso suo. La metamorfosi è così completa: Cappuccetto
Rosso è tornato. Non resta che bussare alla porta della nonna e
aspettare che lei risponda. Una voce insolita lo invita ad entrare...
Ecco, come in molti dei libri di
Browne, la tensione è ormai alle stelle.
Pronta a esplodere in un fascio di luce
girando semplicemente la pagina...
Maestro indiscusso dell'inquietudine,
Anthony Browne, in questo libro uscito per la prima volta nel 2004
per Walker Books, è di nuovo alle prese con una storia costruita sul
mistero. Una vicenda semplice sulla falsariga di Cappuccetto Rosso in
cui si intrecciano mille altri riferimenti fiabeschi, ottenuti
attraverso raffinate allusioni, velati riferimenti. Particolari che si
intravedono e che hanno il compito di confermare l'intuizione del
lettore ad andare in una direzione di significato piuttosto che in
un'altra. Ma niente di più. Bisogna aver già metabolizzato un bel
po' del patrimonio fiabesco per poter capire gli ammiccamenti di
Browne. E se così non è, ci si può far guidare dall'uso
'semantico' che lui fa del segno e del colore, o sarebbe meglio dire,
del non colore e del segno. Il contesto fiabesco si distingue con
grande chiarezza dalla trama reale per questo suo retino grigio
costante, mentre il colore è utilizzato allo stesso modo come se
fosse un tono della voce. Piatto nel momento dell'inquietudine,
squillante e solare nel momento del superamento, del passaggio e
della risoluzione dell'intera vicenda.
Pensiamo a Gorilla oppure a The
Tunnel o ancora a Voices in the Park. Quante cose non
dette, quante ombre, e quanta ambiguità generatrice di inquietudine.
E poi, come sempre, i nodi per incanto si sciolgono e tutto torna ad
essere chiaro e pieno di luce.
Ieri ho portato Nel bosco ad uno
dei miei incontri settimanali in libreria. Letto con lentezza,
rispettando il ritmo interiore del libro, ho visto bambini
retrocedere verso le ginocchia accoglienti delle madri retrostanti e
ho visto quelle stesse madri sgranare gli occhi ad ogni giro di
pagina, ho sentito il silenzio sospeso nella sala e quindi ho visto
tutti, grandi e piccoli, all'unisono riprendere fiato dopo un
catartico sospiro di sollievo...
Gran libro, gente, gran libro!
Carla
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