CONIGLIO NERO
Ecco
qui un buon emulo di Stephen King, Kevin Brooks con il suo L’Estate
del Coniglio Nero, pubblicato da Piemme nella collana
Freeway, che pubblica narrativa di genere dedicata soprattutto agli
adolescenti, o quasi. Questa è una di quelle collane che fanno
impazzire i librai, perché sono, come dire, di frontiera, al confine
fra un genere e altro, fra una fascia d’età e l’altra. E questo
romanzo esprime in pieno questa ambiguità e questa difficoltà di
collocazione. Indiscutibilmente a tinte forti, con allusioni al
sesso, alla droga e all’alcol, ma nello stesso tempo privo delle
connotazioni tipiche dell’horror, o del realismo esplicito di molti
romanzi di genere e non. Dunque un romanzo per ragazzi, dai
quattordici anni in poi, ma godibile anche per un adulto. La trama è
presto detta, un gruppo di ragazzi , un tempo, amici, si ritrova
prima della partenza di due di loro. A questa serata speciale
partecipano il protagonista, Pete, e il suo amico del cuore Raymond,
da tutti considerato uno ‘strano’, che vive isolato dagli altri,
convinto di conversare con il suo coniglio nero. La serata, fra
oscuri presagi, finisce in un luna park e nel corso della notte due
ragazzi spariscono, Raymond e Stella, una giovane star anche lei ex
compagna di scuola del gruppo. Stella viene ritovata morta, Pete fa
le sue indagini parallele per trovare e proteggere Raymond. Le
indagini mostrano però quanto le loro vite siano lontane
dall’infanzia, quanto siano cambiati e quanto siano pieni di
segreti.
Al
di là del ritmo serrato, che sostiene con facilità le quattrocento
pagine, al di là dell’atmosfera coinvolgente, fra il thriller e il
mistery, ho trovato efficace la descrizione di quel difficile momento
in cui ci si ritrova improvvisamente grandi, ci si lasciano alle
spalle le modalità infantili e si entra nel mondo reale, dove ogni
errore si paga in prima persona. Mi ha ricordato, per certi versi,
L'estate del coprifuoco di Daniel Kraus, uscito tre anni fa.
Tutte le dinamiche riguardano il cerchio di adolescenti, il mondo
adulto non comprende quello che succede, i genitori scoprono di non
conoscere veramente i propri figli. Il protagonista, che
caparbiamente ignora le raccomandazioni paterne, deve affrontare la
paura, i suoi stessi errori per arrivare allo scioglimento del nodo
che racchiude la verità.
Al
centro del romanzo, l’amicizia fra il protagonista e Raymond, il
ragazzo perso nel suo mondo ‘parallelo’; mostra come sia un
sentimento fondante dell’adolescenza e, potrei dire, ben oltre. Pete
è molto protettivo nei confronti del suo amico d'infanzia, è forse
l'unico a non considerarlo un ritardato e magari condivide con lui la
capacità di ascoltare i conigli. Nel nome di questa forte amicizia,
vengono superati i limiti del consueto, del buon senso e anche della
legge, come si conviene al mondo ribelle dell'adolescenza.
Eleonora
“L’estate
del Coniglio Nero”, K. Brooks, Piemme 2014
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