PARLARE PER IMMAGINI
Come curare un'ala spezzata, Bob Graham
Il Castoro 2014
ILLUSTRATI PER PICCOLI (dai 3 anni)
"Lassù, sopra la città, nessuno si
accorge di un lieve tonfo di piume contro un vetro.
Nessuno vede il colombo precipitare.
Nessuno lo guarda.
Tranne Billy.
Billy vede un colombo con un'ala
spezzata."
E lo raccoglie. In una piazza,
circondata da grattacieli incombenti e davanti al portico di un più
antico palazzo di giustizia (!) il piccolo Billy, unica nota di
colore in una metropoli dai toni grigiastri, si china e lo prende con
sé. La sua mamma lo segue in questo suo slancio di affetto e insieme
lo portano a casa per curarlo.
Fasciarlo, nutrirlo, costruirgli un
ricovero di fortuna con una vecchia scatola tutta forata foderata di
giornale, sono le prime attenzioni, le prime cure che Billy e i suoi
genitori rivolgono al povero colombo ferito. Il riposo e il tempo,
nonché un pizzico di speranza, faranno il resto.
Riportato là dove era caduto, il
piccione risanato spicca il volo e riconquista la libertà non prima
di aver fatto una breve tappa sull'altissima statua di Orazio Nelson
che dalla metà dell'Ottocento veglia sui milioni di colombi che
popolano quella famosa piazza di Londra.
Bob Graham è autore di storie fatte
così: un piccolo episodio di vita quotidiana che diventa magicamente
una storia più grande, dai toni universali.
E proprio quel 'magico' che lui riesce
a mettere nella normalità lo rende amatissimo dai suoi giovanissimi
lettori.
E quello stesso magico pare di vederlo
in quell'alone luminoso che circonda il piccolo Billy e il colombo
quando la loro storia comune comincia, ovvero quando vede - lui solo
- il colombo ferito e anche quando la loro storia finisce, ovvero
quando Billy, con mamma e papà, ridà la libertà all'uccello ormai
guarito.
Una piccola storia che diventa
esemplare e che racconta molte cose sull'umanità. Su quanto le
nostre vite siano 'impastate' di noncuranza, di distrazione. Racconta
di un mondo fatto di cose troppo grandi, incombenti, e di cose
minime che, al contrario delle altre, pulsano di colori e di vita.
Il valore di questo albo mi pare stia
proprio in tutto quello che non viene detto a parole, ma attraverso
l'uso del disegno e l'uso del colore: il grigio e il marrone per le
strade piene di persone che, una per una, sono tutte molto impegnate
a fare qualcosa che li tiene lontani dagli altri, correre in tuta o
correre al lavoro, telefonare o guardare l'orologio, tornare stanchi
con la sporta. E invece i colori pastello, giallo, rosa, azzurro, per
l'accogliente casa di Billy.
In sintesi, mi pare si possa facilmente
leggere il freddo dello straniamento, della noncuranza, dell'egoismo
da una parte e il caldo dell'accoglienza, della cura e della
generosità dall'altra.
Piccoli particolari che sembrano
ribadire questi due mondi a confronto: la corona di casette a un
piano su cui incombono i grattacieli della City, il giornale che fa
da morbida coperta al colombo con la notizia di una guerra e un carro
armato in prima pagina.
And last but not least, questa storia non potrebbe essere un bel modo per raccontare, sotto metafora, che nella vita, dopo essere caduti e magari con l'aiuto di qualcuno, ci si può sempre rialzare?
Parlare per immagini, con i bambini
spesso fa arrivare prima ai loro pensieri!
Io ci credo.
Carla
Noterella al margine. Onestamente,
quante mamme avrebbero assecondato il desiderio di Billy di
raccogliere il colombo ferito e non avrebbero invece urlato di tutto
perché lui non lo sfiorasse neanche con un dito perché i colombi
portano malattie? Ah!
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