martedì 15 aprile 2014

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)

FERRIERA

Bello, essenziale, necessario. Non verrebbe da aggiungere altro. Ma bisogna parlarne, per descrivere un lavoro ben riuscito, di intenso contenuto, non solo emotivo, e graficamente impeccabile.
Pia Valentinis racconta la vita del padre; succede di farlo, da adulti, guardandosi alle spalle e cercando d capire qualcosa che nell’infanzia non era possibile comprendere. La racconta con sobrietà, risalendo all'indietro nella storia della famiglia.
Mario, che allevava canarini e lucherini e amava guardarli e ascoltarli, aveva avuto una vita dura. Comincia a lavorare da piccolo, in fabbrica, poi emigrante in Australia, anche lì a lavorare in fabbrica, cercando di amalgamare dialetto friulano e inglese, imparato a malapena, in una lingua comprensibile. Ma l’Australia è troppo grande e così ritorna, ma sempre per fare quel mestiere, va a lavorare in una acciaieria, che adesso non c'è più, sostituita da un centro commerciale.
 

La parte in cui viene raccontata la vita di fabbrica mi è sembrata la più densa anche di riflessioni sul nostro comune passato. La vita di fabbrica, nella sua estrema durezza, implicava un gigantesco noi, un’identità collettiva fortissima che aveva due cardini: la dignità del lavoro e la solidarietà. E dignità del lavoro voleva anche dire l'orgoglio di saper fare, saper fare con le mani, di avere un ruolo nell'immenso meccanismo sociale. Che fine hanno fatto questi valori cardine di una società che sapeva affrontare le diseguaglianze, magari con durezza, ma con un grande ideale collettivo? Ho l’impressione che abbiano fatto la stessa fine dei luoghi, le fabbriche, che li hanno ospitati e fatti crescere. La nostra società liquida non ammette deroghe all’individualismo e alla corsa all’autoaffermazione; ci siamo ritrovati soli, di fronte alle difficoltà, di fronte al ‘padrone’, senza nemmeno rendercene conto.
Chi è cresciuto in quella dimensione di vita, in quel sistema di valori non può accettare il nostro più triste presente, apparentemente opulento, ma solo per pochi. Una storia operaia, fatta di povertà, durezza, ma anche di poesia, come la passione per gli uccelli canori dimostra, raccontata con sobrietà e misura, con quel po’ di giusta commozione nel ricordare quei momenti, nella vecchiaia dei genitori, quando si prova a parlarsi e a dirsi quello che non si è mai detto.
Bella prova d’autore, una graphic novel trans-generazionale, suggestiva per chi ha ricordi da condividere di un’epoca tramontata, importante per quei ragazzi e ragazze che non ne hanno nozione.

Eleonora
“Ferriera”, P. Valentinis, Coconino press 2014


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