GLI ANGOLI DELLA GIOVENTÙ
Il pezzo perduto
incontra la Grande O, Shel Silverstein
Orecchio Acerbo 2014
ILLUSTRATI PER TUTTI
"Il pezzo
perduto se ne stava tutto solo...aspettando che arrivasse qualcuno e
lo portasse chissà dove."
Questo pezzo perduto
potrebbe essere quel triangolo che un libro fa (Alla ricerca del pezzo perduto, Orecchio acerbo
2013) il tondo incompleto aveva preso con sé perché
combaciava alla perfezione, ma che aveva anche rimollato a terra,
dopo aver capito che insieme la vita sarebbe stata troppo diversa.
Se stessero davvero
così le cose questo triangolo non sarebbe un pezzo perduto ma,
piuttosto, abbandonato. Ma tant'è.
È lì, in attesa e in
solitudine, e davanti a lui passano molte potenziali combinazioni, ma
nessuna di queste funziona: troppo distratte, troppo pignole, troppo
fameliche, troppo delicate...
Finalmente arriva chi combacia con lui
alla perfezione. I due, fatti l'uno per l'altro, cominciano a
rotolare in giro. Tutto pare risolto, fino al momento in cui,
improvvisamente e inaspettatamente, il triangolo comincia a crescere
e a crescere. Il delicato e perfetto equilibrio si rompe e i due
devono separarsi.
Il triangolo torna in
quel mood malinconico e solitario fino a che gli passa davanti
qualcuno di diverso: la Grande O. Nella sua completezza, essa appare
maestosa, serena e saggia. Ma non sarà lei a prenderlo su: a lei non
manca nulla e non ha nessuna possibilità di inglobarlo. A lei,
tuttavia, deve il prezioso suggerimento che cambierà la sua vita:
'smussare gli angoli' con fatica significherà per lui poter poi
rotolare in tutta libertà. Anche dietro di lei, così grande, così
tonda, così mamma...
Ieri parlavo ad
insegnanti di scuola media e consigliavo loro di avere coraggio e di
proporre questo libro 'gigante' a dei ragazzi in crescita, quali sono
i loro alunni. Ragazzi a quali sembrerebbe strano avere per le mani
un libro illustrato, fatto di pochi segni e poche parole. Sono
convinta che, al di là delle apparenze, loro avrebbero comunque
tanto da dire e da ragionare sulla vicenda del Pezzo perduto. Loro
sanno cosa significhi sentirsi soli. Loro sanno cosa significhi
mettersi in mostra e farsi belli per gli altri.
Loro sanno cosa
significhi cercare qualcuno con cui rotolare. Loro sanno cosa vuol
dire avere tanti spigoli. Loro hanno gli angoli della gioventù. Mi
piacerebbe poter ragionare con loro di chi si potrebbe nascondere
dietro la grande O.
Ragionare con loro sul fatto che, nella vita,
gli obiettivi si dovrebbero raggiungere solo dopo un duro lavoro
fatto di applicazione, determinazione e fatica -ealzaespingiesbatti ealzaespingiesbatti- mi sembrerebbe utile,
oltre che necessario. In tal senso la grande O sembra rappresentare
quella maturità e quella serenità di cui ogni adulto dovrebbe
essere portatore nell'atto pedagogico di educare un piccolo. Educarlo
al distacco dagli altri, educarlo al fatto che, nella vita, occorre
imparare a farcela da soli. Educarlo alla consapevolezza delle
proprie capacità, educarlo a cercare in sé le forze per diventare
ciò che si vuole essere. Educarlo ad essere ciò che vuole essere,
ad accettare il cambiamento, al di là di ogni convenzione.
Tutto questo, e non mi
pare poco, è racchiuso in un libro fatto di pochissime parole e
pochissimi segni.
Ma si sa che la
semplicità è il risultato di un lungo lavoro di 'asciugatura' da
ogni superfluità per arrivare all'essenza del pensiero. Tale
semplicità ha molto a che fare con la Leggerezza che Calvino
raccontava in una delle sue lezioni americane. Se non lo avete ancora
fatto, andate a leggere quelle pagine illuminanti.
I libri di Silverstein
sono così: fatti di quella leggerezza, di quella semplicità che ha
qualcosa da dire a tutti. Dai piccolissimi fino ai loro nonni.
Carla
Noterella al margine.
La leggerezza di Silverstein passa per una sua naturale musicalità e
per una meravigliosa vena ironica che Damiano Abeni traduce da
maestro sensibile.
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