COMICO DI SUCCESSO
Bisogna
dire, a onor del vero, che spesso si nutre una certa diffidenza nei
confronti di quei libri che hanno successo, troppo successo.
E' arrivato il momento di spezzare, almeno in parte, l'equazione
libro di successo uguale libro commerciale, anche se è evidente che
l'affermazione di un'opera di solito implica serie che ne allungano
la vita anche commerciale e una serie indefinita di emuli, che
cercano di replicare l'irreplicabile.
Perché
in ogni caso il successo duraturo dice che quel libro, quella serie,
quel personaggio hanno qualcosa da dire al loro pubblico di
riferimento.
Eccomi
qui, allora, a parlare di due fenomeni editoriali, rivolti, grosso
modo, alla stessa fascia d'età, con alcune importanti differenze.
Comincio
dal più recente, in ordine di pubblicazione, Scuola media. Gli
anni peggiori della mia vita, scritto da James Patterson
con Chris Tebbetts e con i disegni di Laura Park. Devo dire che l'ho
letto piuttosto prevenuta, pensando di trovarmi di fronte al classico
libro/prodotto confezionato su misura sulle richieste di un target
molto preciso, i ragazzini, soprattutto, e le ragazzine che
attraversano quella infelice e delicata fase della vita che si
colloca fra le elementari e le medie: non più piccoli, non
abbastanza grandi.
L'apparenza,
data soprattutto dall'indovinatissimo titolo e dalla presenza di
illustrazioni, fa pensare ad una classica storia comica, tesa a
sdrammatizzare i drammi del crescere e del vivere nella società dei
pari, senza più la copertura delle attenzioni materne. Quindi mi
aspettavo una carrellata di situazioni paradossali, condita da
qualche battuta politicamente scorretta e una certa complicità col
lettore/trice. In realtà Scuola media non è questo o,
comunque, non solamente questo. Il protagonista, Rafe Khatchadorian,
è un ragazzino di undici anni, colto all'inizio della prima media,
con una famiglia normalmente disastrata, una madre per necessità
assente, il suo detestabile nuovo compagno, la sorellina impicciona.
Come da copione. Ma il nostro Rafe ha un migliore amico, molto
silenzioso ma determinante, Leo, con cui condivide tutto ed è lui a
proporgli, dopo la prima giornata di scuola, una pazzesca gara ad
infrangere tutte, ma proprio tutte, le regole della nuova scuola. Una
gara a punti, il cui giudice insindacabile è proprio Leo. Rafe
dunque si lancia in un'azione suicida dopo l'altra, mentre un bullo
lo prende di mira e lui si prende una cotta per Jeanne Galletta,
perfetta prima della classe. E' più o meno a metà libro che
scopriamo che Leo è un amico immaginario e solo alla fine scopriremo
chi rappresenta veramente. Dunque una storia non banale, anche se di
amici immaginari abbiamo più volte sentito parlare; e non la
semplice complicità con il lettore che cerca uno specchio alla
propria insofferenza per la scuola con tutte le sue regole; un
intreccio tutto sommato interessante, ma si può dire senza tema di
smentite che l'autore di mestiere ne ha da vendere e le storie le sa
costruire; e un finale non scontato. Viene quasi da pensare che i
ragazzini/e che lo acquistano per la copertina, ci trovano dentro un
libro che comunque li fa pensare.
Con un
target più ampio, lettori e lettrici dai nove anni in su, il mitico
irresistibile Diario di una schiappa di Jeff Kinney, è
portato in Italia da Il Castoro nel 2008. E' obbiettivamente un
fenomeno editoriale, non all'altezza di Harry Potter, che si
rivolge anche al lettore adulto, ma comunque resistente. Piace ai
bambini delle elementari perché è facile da leggere, è intercalato
di vignette e li fa sentire grandi; piace ai ragazzini più grandi
perché descrive proprio la loro vita. Greg, il protagonista è un
ragazzino qualunque, non forte, non secchione, moderatamente
imbranato e alle prese con l'insorgente e inquietante vita sociale.
Facile idendificarsi con lui, per i nostri/e giovani lettori, facile
leggere le sue avventure che dimostrano come sia possibile, anche per
ragazzini normali, riuscire a cavarsela. Il tutto raccontato con
leggerezza e ironia.
L'unico
neo è l'indurre una sorta di dipendenza dai libri facili da leggere,
ma il percorso di crescita sono individuali e sta a insegnanti e
genitori proporre contestualmente anche testi più complessi.
Parliamo
dunque di capolavori? Secondo me la questione è mal posta, sono
libri di efficace costruzione, capaci di dimostrare ai giovani
lettori, magari riluttanti e distratti da tutt'altro, che nei libri
ci si può rispecchiare, ci si può divertire, si può diventare
anche un po' più grandi.
Eleonora
“Scuola
media. Gli anni peggiori della mia vita”, J.Patterson, C.Tebbetts, Salani 2013
“Diario
di una schiappa”, J.Kinney, Il Castoro 2008.
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