martedì 25 novembre 2014

FUORI DAL GUSCIO (libri giovani che cresceranno)


IL RITMO DELLA TRAGEDIA


Premetto che questo romanzo, Io sono la neve, di Elizabeth Laban, è decisamente dedicato ai ragazzi e alle ragazze delle superiori, non solo e non tanto perché le tematiche sono quelle proprie della piena adolescenza, ma perché a fare da filo conduttore è qualcosa di squisitamente letterario, la tragedia.
L'oggetto di studio che ossessiona gli studenti protagonisti delle due storie che si intrecciano nel romanzo, è appunto la tragedia, soprattutto nella versione shakespeariana. E le riflessioni che i ragazzi svolgono su questo tema si intrecciano alla vita reale.
A Duncan, studente dell'ultimo anno, viene assegnata la stanza che l'anno precedente ha ospitato Tim; in essa è nascosto un tesoro, lasciato dal precedente occupante, secondo la tradizione del college. In questo caso si tratta di alcuni cd, in cui Tim, ragazzo albino pieno di problemi, ha lasciato incisa la storia del suo quarto anno; e un mazzo di chiavi, il cui senso si capirà solo alla fine.
Duncan viene catturato da questa storia, in cui in realtà era coinvolto in prima persona.
E' a questo punto che la narrazione prende la struttura della tragedia: delineati i personaggi, dai nomi e cognomi evocatori, il lettore sa che dalle scelte del protagonista Tim non possono che derivare guai; vede quello che lui non vede, immagina lo sbocco drammatico, teme che il triangolo fra Tim, la ragazza di cui è innamorato, Vanessa, e il suo boy friend, atletico e ottuso come si conviene, non possa che portare sventure. E poi c'è l'evento scatenante, il Grande Gioco, anche questa una tradizione della Irving, che coinvolge tutti gli studenti del quarto anno.
Duncan, e noi con lui, segue tutti i passi di Tim verso il Dramma, l'evento che sconvolge le vite di tutti i personaggi, di cui lui stesso è stato testimone e, in parte, responsabile. Ordine-caos-ordine, secondo una struttura logica inoppugnabile.
In questo c'è molto della tragedia in senso letterario, il destino spietato che costruisce le sue trame ben al di là della volontà dei singoli; ma c'è anche la descrizione abbastanza realistica di come le dinamiche interpersonali fra gli adolescenti aiutino il destino a compiersi: ci sono le scelte sbagliate, lo sfidare la morte, la malattia, i propri limiti per dimostrarsi uguale agli altri, ci sono i momenti di paura e quelli in cui si affrontano coraggiosamente gli eventi.
Ci sono i primi amori, le amicizie vere e quel po' di saggezza che fa raddrizzare le cose, nei limiti del possibile. Gli adulti sono sullo sfondo, distanti in tutti i sensi, con l'eccezione di qualche insegnante, a sottolineare la solitudine, in quel passaggio così doloroso, nel diventare adulti.

Eleonora

“Io sono la neve”, E. Laban, Rizzoli 2014



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