QUATTRO APPUNTI SU BOLOGNA
Scrivo
questo commento sulla Fiera, dopo aver sedimentato le impressioni di
quattro giorni molto intensi, ma con un profondo disagio.
Quanto
accaduto in Kenya, con la strage di 147 ragazze e ragazzi selezionati
perché cristiani, torturati e barbaramente uccisi, fa sentire questo
lavoro di commento, che vorrebbe essere di ausilio ai nostri lettori
e alla nostre lettrici, profondamente inutile e lontano dal mondo. Se
si vuole colpire una comunità, la si colpisce in quello che ha di
più prezioso, le figlie e i figli, pieni di promesse e di speranza,
in una parola il futuro. Ragazze e ragazzi che studiavano in un
campus universitario, ancor di più esecrabili agli occhi di questi
pianificatori di morte. Se sapessi il nome di almeno una o uno di
loro, potrei dire: io sono...ma a questi giovani non è dato nemmeno
l'onore della cronaca.
Queste
righe, comunque, in stridente contrasto con l'entità di questa
tragedia, le voglio dedicare a loro.
Le mie
impressioni, dunque: in termini molto generali, credo si possa dire
che sia cresciuto , e di molto, il livello medio delle proposte
editoriali: i giganti dell'editoria a livello mondiale e locale,
penso per esempio al gruppo Edicart, o ai giganti cinesi o indiani,
che producono linee decisamente commerciali, hanno un impatto
inferiore rispetto agli altri anni. Si stabilizzano progetti
editoriali già emersi negli anni passati, come gli editori messicani
ed iraniani, per citarne alcuni; anche fra gli editori italiani
aumenta la proposta di qualità grazie soprattutto ad editori piccoli
e piccolissimi e anche negli stand dei più grandi si fanno strada le
linee editoriali più interessanti.
Purtroppo
tutto questo riguarda quasi esclusivamente i libri illustrati, perché
sulla divulgazione e la narrativa non si riesce a raccogliere molti
dati, sia per il poco tempo a disposizione, sia per l'impenetrabilità
di alcuni stand.
Questa
crescita qualitativa riguarda in modo particolare l'editoria
italiana: i libri per ragazzi, soprattutto nella fascia zero-cinque
anni, vedono crescere le loro vendite, in assoluta controtendenza
rispetto ai libri per adulti. E' visibile soprattutto un aumento del
volume del fatturato, mentre il numero di copie vendute aumenta molto
meno. Quest'anno l'Aie non ha distribuito i dati relativi alla
lettura da parte di bambini e ragazzi, dai sei ai diciotto anni;
l'anno scorso e così anche per il precedente hanno segnato una
decisa flessione nella propensione alla lettura in ragazzi e ragazze
delle scuole medie e superiori. Mi auguro che si innesti presto una
seria controtendenza. Ma la crescita qualitativa dell'editoria
italiana per ragazzi è testimoniata anche dall'aumento dell'export
dei libri italiani, e non è poco.
Un
altro aspetto interessante riguarda il ruolo, secondo me crescente,
del settore non fiction: credo che uno dei libri più belli, fra i
premiati, sia proprio La fora, della portoghese Planeta
Tangerina, una sorta di enciclopedia naturalistica, innovativa, ma
densa di informazioni. Ecco il link con il sito dell'editore.
Basta
pensare, d'altra parte, a Mappe, a Prima e dopo, per
comprendere come anche in questo terreno la ricerca stilistica
arricchisca considerevolmente l'efficacia del contenuto. Molta
ricerca e molta produzione si fa anche sui libri interattivi, libri
da fare o per fare. Qui il ventaglio di proposte si allarga
moltissimo, comprendendo i colouiring book, i manuali naturalistici,
i libri che si trasformano nelle mani dei bambini.
L'incontro
più interessante è stato quello con Aidan Chambers, davvero un
maestro della promozione della lettura, capace, lui sì, di spaccare
la crosta gelata che congela i nostri cervelli, con l'accetta di
un'intelligenza lucida e appassionata. Bravi gli editori, Equilibri,
che hanno raccolto i sui studi sul ruolo della lettura nella crescita
di ragazzi e ragazze.
E poi
gli incontri, gli amici e le amiche ritrovati, la mole di lavoro che
ci aspetta, la pila di libri da leggere che aumenta ogni giorno. Ma
questo è un bel lavoro.
Eleonora
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