AMICI IMMAGINARI, MA NON TANTO.
Un tema
non nuovo, quello dell'amico immaginario che, per i motivi più
svariati, prende corpo ed entra a tutti gli effetti nella vita reale.
Spesso queste narrazioni prendono la forma della storia d'avventura,
con peripezie e drammatici salvataggi, come in L'amico
immaginario di Matthew Dicks, oppure si sviluppano in una chiave
decisamente comica, come nel caso di Coolman e io, di Bertram
e Schulmeyer.
Il
romanzo di Harrold, Il mio amico immaginario, pubblicato nella
collana Contemporanea della Mondadori e arricchito dalle
illustrazioni di Emily Gravett, appartiene senz'altro alla prima
categoria, senza tuttavia rinunciare alla necessaria ironia. L'amico
cui ha dato vita Amanda, una ragazzina piena di risorse, si chiama
Rudger ed è l'amico ideale che con lei gioca, litiga, condivide i
momenti migliori della giornata, con la rassegnata complicità di
mamma Lizzie.
Tutto
scorrerebbe liscio e tranquillo, prescindendo dalle avventure
metaforiche della strana coppia, se non ci fosse in giro un certo
signor Bunting, ambiguo personaggio affiancato a sua volta da una
lugubre amica immaginaria, e non potrebbe essere diversamente.
Costui, infatti, dà la caccia a queste presenze, vere e immaginarie
nello stesso tempo, per nutrirsene.
Per
sfuggire alle sue grinfie e salvare il suo alter ego, Amanda finisce
in ospedale, dopo essere stata investita da una macchina. Comincia
così per Rudger una corsa a perdifiato per potersi ricongiungere con
lei: un amico immaginario svanisce, infatti, se non c'è nessuno a
pensarlo.
Questa
corsa vede mille ostacoli: l'orribile coppia non gli dà tregua, ma
ad aiutarlo interviene un gatto pulcioso, perché si sa i gatti hanno
molto a che fare con l'invisibile; Zinzan, questo è il suo nome, lo
conduce nel rifugio immaginario degli amici immaginari in cerca di un
nuovo compagno. Prima di scomparire del tutto, possono infatti avere
una seconda o una terza vita, grazie alla fantasia di altri bambini.
In un
continuo passaggio fra mondo reale e mondo parallelo, l'azione si fa
sempre più concitata, fino allo scioglimento finale del dramma. Sarà
necessario l'intervento di mamma Lizzie e del suo vecchio amico
immaginario, un meraviglioso cane sonnacchioso dal nome Frigo, per
mettere fine alle scorribande del signor Bunting.
Come si
evince, in questa storia c'è molta azione, in qualche passaggio si
sfiora l'horror, ma non manca l'ironia nel descrivere tante
situazioni e personaggi paradossali. Il tutto accompagnato dalle
illustrazioni complici della Gravett, che assecondano la narrazione
sottolineandone di volta in volta la chiave drammatica o divertente.
E' una
lettura lineare, adatta a lettrici e lettori che non disdegnano il
fantastico come registro narrativo, a partire dai dieci anni.
Eleonora
“Il
mio amico immaginario”, A.F. Harrold e E. Gravett, Mondadori 2015
Nessun commento:
Posta un commento