ELEGANTI
COME GRU
Pioggia di
primavera, Paolina Barucchello, Andrea Rivola
Sinnos 2015
FUMETTO PER GRANDI
(dagli 11 anni)
"Fuori iniziava
a cadere una fitta pioggerellina, una di quelle piogge di primavera
che arrivano all'improvviso, gettano scompiglio, ma poi lasciano
tutto più lucente e rigoglioso."
Sulle vite di Shu Mei,
monaca guerriera, e di Chung Yu, ragazzina orfana sta piovendo. Fuor
di metafora, entrambe si stanno allontanando dalla loro vita
precedente e da un loro personale scompiglio.
Shu Mei fugge
dall'incendio che a tradimento qualcuno ha appiccato al monastero di
Tian Shan e Chung Yu lascia la sua casa perché sua madre sta morendo
e lei non ha altri al mondo che uno zio sconosciuto che vive in un
villaggio sconosciuto, dove ha la sua bottega.
Lo scompiglio portato
dalla 'pioggerellina' sembra passato quando Shu Mei viene ospitata in
un monastero e lo zio di Chung Yu accoglie la nipotina a braccia
aperte. Ma lo scompiglio, in verità, deve ancora arrivare. Ed è nel
giorno in cui nella bottega di Tang Tai compare Wong La Tigre per
riscuotere con la forza il tributo, che i destini delle due donne si
incrociano.
Shu Mei è testimone
del comportamento violento e prepotente di Wong che pretende per sé
la giovane ragazza. Zio e nipote non trovano la forza di opporsi, ma
la monaca guerriera sa essere di aiuto per loro. Sarà lei ad
allenare Chung Yu in quel poco tempo che Wong La Tigre gli ha
lasciato. Il Kung Fu, di cui lei è maestra, sarà la soluzione. Ma
non saranno solo le mosse e le tecniche di combattimento che dovrà
insegnarle, ma anche a trovare in se stessa la forza di reagire.
Dovrà insegnarle che non è la forza fisica o la potenza quella che
vince sempre, quanto di più la consapevolezza di possedere altre
doti, come la leggerezza e l'agilità della gru o la velocità del
serpente, a renderla vittoriosa.
Così dopo un duro
allenamento (d'altronde Kung Fu vuol proprio dire abilità
conquistata con fatica), e una crescita costante della stima in sé,
la ragazza si prepara ad affrontare in prima persona il suo nemico. E
tutto diventa lucente e rigoglioso, come dopo la pioggia di
primavera, appunto.
Complice l'ennesimo
ingorgo della città dovuto a una pioggia di primavera, ironia del
caso, riesco a godermi una intervista di Fahrenheit che presenta
Pioggia di primavera come libro del giorno.
E, ferma e chiusa
nella mia macchina, imparo un sacco di cose.
E con gli autori del
libro posso riflettere su alcuni dei temi che attraversano questa
graphic novel, la quarta per questa riuscita collana di Sinnos.
Prima di ogni cosa
imparo alcuni elementi cardine del Kung Fu, ovvero il significato
della parola che mi pare condivisibile e applicabile anche in una
prospettiva più generale. E soprattutto trasmissibile come valore
anche a chi si sta affacciando all'età adulta, all'età della
responsabilità. L'esercizio, la fatica, la pazienza, il provare e
riprovare per poi arrivare ad una naturalezza di gesto o di
comportamento, mi paiono attitudini non molto attuali.
L'improvvisazione mi pare funesti più di un ambito, purtroppo. E
allora ben venga il riflettere su temi quali la fatica, lo sforzo,
l'obiettivo alto.
Poi imparo che anche
nel Kung Fu la lealtà nei confronti dell'avversario è fondamentale.
Ed è anche per questa ragione che Shu Mei si sottrae al confronto
con Wong perché vede in lui un avversario molto più inesperto.
Poi imparo che nel Kung
Fu è fondamentale il confronto, anche fisico, con i propri maestri.
E anche in questo caso mi viene da pensare che il principio si possa
applicare anche in altro ambito. Il confronto con il proprio maestro,
la prevedibile sconfitta, e la crescita interiore verso un costante
miglioramento, mi pare debba essere tappa di ogni percorso di
crescita, di formazione.
Poi imparo che il Kung
Fu si è declinato in diverse direzioni e quello di cui racconta
Pioggia di primavera è uno stile, il Wing Tsung, che si basa
sul principio di sfruttare a proprio vantaggio la potenza
dell'avversario (cito: Liberati della forza
dell'avversario. Quando il nostro aggressore tenta di
usare la forza per avere la meglio, non ci opponiamo, bensì ci
svuotiamo della sua energia per usarla successivamente contro di
lui).
Inventato da una donna
perché anche le donne più fragili dal punto di vista della potenza
fisica, possano combattere e vincere.
Infine rifletto sui due
temi guida che attraversano il racconto, ovvero la necessità che
ognuno di noi affronti in prima persona il proprio destino, le
proprie difficoltà e che lo faccia anche se sulla carta è dato per
perdente.
Shu Mei, nel sottrarsi
al confronto diretto con Wong diventa per quella ragazzina prima di
tutto maestra di vita.
Andrea Rivola,
all'asciutto fino ad ora di Kung Fu e di fumetto, si cimenta: si
documenta, studia, si affatica, prova e riprova, finché non arriva
anche lui a raggiungere un suo obiettivo alto. Bravo. Il maestro che
Rivola si è scelto per il confronto sulle figure in movimento è
Mattotti. Qui e ora i Maestri, quelli con la emme maiuscola,
continuano ad essere Maestri, va da sé, ma il cammino di
apprendimento è stato avviato.
Anche questo ha a che
fare con il Kung Fu.
Carla
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