DOVE SONO TUTTI?
La balena della
tempesta, Benij Davies (trad. Anselmo Roveda)
EDT Giralangolo 2015
ILLUSTRATI PER PICCOLI
(dai 4 anni)
"Camminando
lungo la riva vide qualcosa in lontananza. Mentre si avvicinava, Nico
non poteva credere ai propri occhi. Sulla sabbia c'era una piccola
balena, portata fin lì dal mare.
Nico si interrogò
sul da farsi. Sapeva che per una balena stare fuori dall'acqua non
era una cosa buona...."
Nico non ha dubbi: la
carica sul suo carrettino di legno e la trascina verso casa.
Arrivati, cerca in ogni modo di crearle un ambiente confortevole: la
musica giusta, l'acqua della vasca da bagno e due chiacchiere in
compagnia, giusto per raccontarle la vita sull'isola. La balena si
rivela un'ottima ascoltatrice.
Nico, come sempre, è
solo in casa con i suoi 6 gatti. Suo padre, come tutte le mattine, è
partito con la sua imbarcazione per una dura giornata di lavoro in
mare: lui fa il pescatore.
Ma quando arriva la
sera di quella giornata di tempesta il padre rincasa. Questa volta
Nico però ha un 'grande', anzi enorme, segreto da tenergli nascosto.
Suo padre si arrabbierà quando vedrà la balena nella vasca da
bagno? Meglio non provare. Per il tempo della cena Nico riesce a
mantenere in incognito la balena, ma anche lui sa che la cosa non può
durare a lungo.
Scopertala, il padre di
Nico ha chiare due cose in testa: la prima è la troppa solitudine di
Nico e la seconda è il salvataggio della balena rituffandola in
quello stesso mare che, durante la tempesta, l'aveva sputata sulla
spiaggia.
Il tempo continua ad
essere cattivo ma nella barchetta del padre i tre si avviano a largo.
Non c'è alternativa, per salvare il cetaceo l bambino e la balena
devono dirsi addio...ma, forse, non per sempre.
Due anni fa, a soli
trentatré anni, il britannico Benij Davies pubblica il suo primo
libro in solitario che oggi vanta traduzioni in 18 diverse lingue. E
quest'anno sono almeno cinque i suoi albi in uscita. Bel colpo!
Un equilibrio
compositivo, un testo essenziale e un segno che è nello stesso tempo
descrittivo, ma anche poetico, contribuiscono a rendere questo albo
illustrato molto interessante.
Per le buone scelte
cromatiche: un mare scuro e agitato da creste di onde bianche sotto
un cielo plumbeo e una cerata gialla da marinaio che illumina la
pagina; per la capacità di descrizione del contesto: il villaggio di
pescatori un po' sghembo e gli interni della casa piena di dettagli e
minuzie; per l'aggraziata resa del protagonista: un bambinetto con
la sua maglia a righe e un insolito cappuccio scuro che gli cinge la
faccia paffuta. Pochi tratti per definirne l'espressione: gli occhi
sono puntini, la bocca il più delle volte non compare neppure, il
naso è una virgola al centro del viso. Eppure di questo bambino
riusciamo a leggere la solitudine forzosa, la tenerezza verso
l'animale da salvare, la preoccupazione e la tristezza al momento
fatidico del distacco.
Lo stesso può dirsi per l'omone barbuto che
ogni mattina parte per mare e ogni sera torna con il suo secchio di
pesce dal suo bambinetto. Spalle larghe di chi fatica, ma anche
braccia accoglienti per un figlio.
Un equilibrato fondersi
tra potenza e tenerezza, tra grandi e minuscoli attraversa l'intera
storia. Il bambino e i suoi sei gatti che punteggiano le
illustrazioni sono scriccioli di fronte al papà pescatore, alla
spiaggia e al mare infiniti.
Tutta la storia è
giocata su piccoli gesti, su sguardi che non sempre si incrociano, su
atmosfere di grande suggestione, raccontate attraverso piccoli segni
che il lettore può interpretare da sé. Molto di questa storia non è
raccontato con le parole ma, efficacemente, attraverso la narrazione per immagini che
penetra in chi legge senza fare rumore.
Accanto a bimbetti,
balene, gatti e pescatori, l'altro grande protagonista silenzioso è
proprio uno stato dell'animo, la solitudine.
Una solitudine
ineludibile, laddove un solo genitore lavoratore e il suo bambino
devono fare i conti con le lunghe assenze e le lunghe attese. Ma
altrettanto presenti sono altre suggestioni, che con la solitudine
hanno molto a che fare, ovvero la capacità di sapersi separare dai
propri affetti, ma anche di saperli mantenere vivi nel ricordo e di
saper sperare che, nella vita, prima o poi, ci si incontra di nuovo.
Carla
Noterella al margine.
Dello stesso Benij Davies sono le tavole di un secondo bell'albo che
racconta un altro guaio dell'infanzia: la gelosia tra amici. Sulla
collina, con i testi di Linda Sarah.
Sempre con EDT
Giralangolo.
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