IN UN MARE DI LACRIME
Barriga da baleia, António Jorge
Gonçalves
Pato Logico 2014ILLUSTRATI
"SARI decidiu ir para a praia SOZINHA.
Abriu a porta e FUGIU.
AZUR construía um barco na areia. Ia partir para a terra-onde-NUNCA
NINGUÉM-se-aborrece.
AZUR, LEVA-ME CONTIGO!"
Tutto chiaro? Sari si è svegliata
quella mattina d'estate, ha provato a chiamare mamma e papà ma
nessuno le ha risposto, così infila la porta a va al mare da sola.
Sulla spiaggia c'è Azur, il suo amico, che sta costruendo una barca
che lo porterà nella terra dove nessuno-si annoia-mai. Che avreste
fatto voi al posto di Sari? Lei gli ha chiesto di portarla con sé.
La barca parte e attraversa il mare
coraggiosamente ma un temporale la capovolge gettando in acqua i due
bambini.Sfortunatamente Sari viene inghiottita da una balena.
Un buio pesto dove parassiti della pancia la scambiano
per cibo e vogliono mangiarsela e dove un vecchio barbutissimo
sbircia attraverso l'occhio della balena il via vai dei pesci nel
mare. Mentre tutto questo accade dentro, all'esterno Azur è riuscito
a tornare a riva, ma la sua barca è in mille pezzi ed è impossibile
tornare a salvare Sari. Tuttavia un'idea gli balena (ah ah!) in
testa: scavare una buca sulla spiaggia così profonda da racchiudere
l'intero mare. Detto fatto! Il mare si prosciuga, ma come effetto
collaterale c'è la morte di tutti pesci fuor d'acqua (ah ah!),
compresa la balena che pesce non è ma muore lo stesso.
Sari è salva, ma il sacrificio di tutti quei pesci la rattrista così tanto che comincia a piangere, a piangere, a piangere così tanto che in un batter d'occhio le lacrime risarciscono il mare. Chi era lì morto, all'asciutto, ricomincia a vivere e a nuotare. Compresa la balena, sulla schiena della quale, Azur e Sari partono nuovamente per l'isola dove nessuno-si annoia-mai.
È tappa fissa lo stand di Pato Logico
durante la fiera del libro di Bologna. Per due ragioni: salutare un
paio di vecchi amici e andare a vedere i loro bei libri. Ogni anno ce
n'è almeno uno che mi colpisce il cuore: quest'anno addirittura due
(anzi tre, ma uno non è tornato a Roma con me). Spesso hanno il mare
dentro, perché l'oceano che i portoghesi lo hanno sempre negli occhi
e nel naso.
La trama -che pare scritta da un bambino- oscilla con altrettanta semplicità tra il reale e l'assurdo, in un continuo crescendo che molto ha a che fare con il sogno.
Non potrebbe essere diversamente.
Carla
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