LA STRANA VITA DI TEMPLE GRANDIN
Editoriale
Scienza, da sempre molto sensibile al tema delle biografie femminili
nella scienza, affida alla scrittura scorrevole e appassionata di
Beatrice Masini la biografia di una donna davvero speciale.
In Siate
gentili con le mucche viene raccontata la vita della coraggiosa e
tenace Temple Gardin, che ha fatto di una sua caratteristica
speciale, l'autismo, un punto di forza per sviluppare le sue
ricerche.
L'inizio
di questa storia non può che essere difficile: negli anni '50
l'autismo non era nemmeno diagnosticato, si parlava di bambini
problematici e asociali; la madre di Temple, anche lei una persona
davvero speciale, si ribella con grande determinazione all'idea di
rinchiudere la figlia in un istituto. Così comincia un percorso,
passando da scuole particolari con insegnanti dotati di grande
apertura mentale, che porta la bambina 'difficile' ad esternare le
sue doti specialissime: la capacità di pensare per immagini,
infatti, le consente di progettare con facilità marchingegni e
strumentazioni. Crescendo, si sviluppa anche il suo interesse nei
confronti degli animali, di cui pensa di intuire i meccanismi mentali
che sfuggono ai più. Parliamo soprattutto del bestiame
d'allevamento, dalla cui osservazione Temple trae l'idea della
cosiddetta macchina degli abbracci, un sistema di tavole,
capaci di contenere la ragazza così come funzionano le gabbie di
contenimento usate per il bestiame. Questa sorta di bozzolo ha un
effetto calmante, in grado di contenere le sue crisi di ansia.
Infatti
la vita di un autistico, così come l'ha descritta la Grandin, è
segnata soprattutto da un sovraffollamento di stimoli caotici,
difficili da ricondurre a un ordine accettabile. Questa è
sicuramente la parte più interessante del racconto: siamo infatti di
fronte a una persona affetta da autismo in grado di descriverne le
caratteristiche, le potenzialità e le difficoltà, dall'interno.
Certo il caso di Temple Grandin è eccezionale, perché il grande
talento e le grandi risorse cognitive di questa donna straordinaria
le hanno consentito di affermarsi nel difficile ambito accademico e
nel rude mondo degli allevatori di bestiame; spesso le cose sono
molto più difficili, soprattutto quando l'autismo si presenta
associato ad altri tipi di difficoltà cognitive.
Nel
suo caso tocchiamo con mano il senso del termine diversabilità, non
una scala di valori, ma la registrazione di una diversità profonda,
che magari impedisce certe forme di concettualizzazione, ma consente
un pensiero eidetico, visivo, spaziale. La Grandin attribuisce questo
tipo di percezione del mondo anche ad alcuni animali e ne interpreta
il comportamento, cercando, così, di migliorarne le condizioni di
vita all'interno degli allevamenti. Francamente, non so a quale tipo
di allevamento siano applicate le sue metodologie, ma temo che
l'allevamento intensivo non abbia niente della gentilezza che la
Grandin auspicava. Il quesito etico, sulla liceità dell'uccisione
del 'simile', è lontanissimo dall'orizzonte di questa impostazione.
Pragmaticamente, le innovazioni introdotte in America sulla spinta
delle ricerche portate avanti dalla nostra protagonista mirano a
razionalizzare le tecniche di allevamento, eliminando le sofferenze
più inutili.
Trovo
che questa biografia, illustrata da Vittoria Facchini, sia un testo
ricco di spunti di riflessione, corredato da appendici che
approfondiscono il tema dell'autismo. Tratta di argomenti complessi e
questo lo rende adatto alla lettura da parte di ragazzi e ragazze
dagli undici anni in poi e può essere ampiamente utilizzato per
affrontare il tema delle diversabilità.
Eleonora
“Siate
gentili con le mucche”, B. Masini, ill. di V. Facchini, Editoriale
Scienza 2015
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