lunedì 25 maggio 2015

FAMMI UNA DOMANDA!


LA STRANA VITA DI TEMPLE GRANDIN

Editoriale Scienza, da sempre molto sensibile al tema delle biografie femminili nella scienza, affida alla scrittura scorrevole e appassionata di Beatrice Masini la biografia di una donna davvero speciale. 
In Siate gentili con le mucche viene raccontata la vita della coraggiosa e tenace Temple Gardin, che ha fatto di una sua caratteristica speciale, l'autismo, un punto di forza per sviluppare le sue ricerche.
L'inizio di questa storia non può che essere difficile: negli anni '50 l'autismo non era nemmeno diagnosticato, si parlava di bambini problematici e asociali; la madre di Temple, anche lei una persona davvero speciale, si ribella con grande determinazione all'idea di rinchiudere la figlia in un istituto. Così comincia un percorso, passando da scuole particolari con insegnanti dotati di grande apertura mentale, che porta la bambina 'difficile' ad esternare le sue doti specialissime: la capacità di pensare per immagini, infatti, le consente di progettare con facilità marchingegni e strumentazioni. Crescendo, si sviluppa anche il suo interesse nei confronti degli animali, di cui pensa di intuire i meccanismi mentali che sfuggono ai più. Parliamo soprattutto del bestiame d'allevamento, dalla cui osservazione Temple trae l'idea della cosiddetta macchina degli abbracci, un sistema di tavole, capaci di contenere la ragazza così come funzionano le gabbie di contenimento usate per il bestiame. Questa sorta di bozzolo ha un effetto calmante, in grado di contenere le sue crisi di ansia.


Infatti la vita di un autistico, così come l'ha descritta la Grandin, è segnata soprattutto da un sovraffollamento di stimoli caotici, difficili da ricondurre a un ordine accettabile. Questa è sicuramente la parte più interessante del racconto: siamo infatti di fronte a una persona affetta da autismo in grado di descriverne le caratteristiche, le potenzialità e le difficoltà, dall'interno. Certo il caso di Temple Grandin è eccezionale, perché il grande talento e le grandi risorse cognitive di questa donna straordinaria le hanno consentito di affermarsi nel difficile ambito accademico e nel rude mondo degli allevatori di bestiame; spesso le cose sono molto più difficili, soprattutto quando l'autismo si presenta associato ad altri tipi di difficoltà cognitive.


Nel suo caso tocchiamo con mano il senso del termine diversabilità, non una scala di valori, ma la registrazione di una diversità profonda, che magari impedisce certe forme di concettualizzazione, ma consente un pensiero eidetico, visivo, spaziale. La Grandin attribuisce questo tipo di percezione del mondo anche ad alcuni animali e ne interpreta il comportamento, cercando, così, di migliorarne le condizioni di vita all'interno degli allevamenti. Francamente, non so a quale tipo di allevamento siano applicate le sue metodologie, ma temo che l'allevamento intensivo non abbia niente della gentilezza che la Grandin auspicava. Il quesito etico, sulla liceità dell'uccisione del 'simile', è lontanissimo dall'orizzonte di questa impostazione. Pragmaticamente, le innovazioni introdotte in America sulla spinta delle ricerche portate avanti dalla nostra protagonista mirano a razionalizzare le tecniche di allevamento, eliminando le sofferenze più inutili.


Trovo che questa biografia, illustrata da Vittoria Facchini, sia un testo ricco di spunti di riflessione, corredato da appendici che approfondiscono il tema dell'autismo. Tratta di argomenti complessi e questo lo rende adatto alla lettura da parte di ragazzi e ragazze dagli undici anni in poi e può essere ampiamente utilizzato per affrontare il tema delle diversabilità.

Eleonora

Siate gentili con le mucche”, B. Masini, ill. di V. Facchini, Editoriale Scienza 2015

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